Sedici anni fa l’eccidio del Pilastro

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La banda della Uno BiancaDa FdC. 4 gennaio 1991. Intorno alle 22 c’è un’auto dei carabinieri che perlustra il quartiere bolognese del Pilastro. Nelle settimane precedenti, in quella zona qualcuno aveva lanciato delle molotov contro una scuola adibita a centro di accoglienza per cittadini stranieri e si era tentato di appiccare un incendio. I militari, forse, avevano ricevuto ordine di tenere d’occhio le vie della periferia e per Otello Stefanini, Mauro Mitilini e Andrea Moneta, tutti di vent’anni o poco più, avrebbe dovuto essere un servizio di routine.

Quella sera procedono a velocità ridotta, sono tranquilli e non sembrano notare viene di strano. Nemmeno un’automobile che li sta sorpassando e che, invece di completare la manovra, li affianca. Dal lato del passeggero si sporge un uomo armato che spara e colpisce Stefanini, al volante. Il militare accelera, tenta la fuga, ma finisce per andare addosso ad alcuni cassonetti a lato della strada. Chi sta braccando i carabinieri non li molla, si arresta dietro di loro e dal veicolo scendono alcuni uomini che continuano a sparare ininterrottamente. Mitilini e Moneta, che sono riusciti a uscire dall’auto di servizio, tentano di rispondere al fuoco, ma non reggono, e tutti e tre muoiono sotto i colpi del commando. Il quale, prima di dileguarsi, controlla che i carabinieri siano effettivamente spirati e si porta via l’ordine di servizio sul quale era stato annotato ciò che i militari avevano fatto quella sera, chi avevano identificato.

Questo episodio è noto come la strage del Pilastro compiuta dalla banda della Uno Bianca. Le prime indagini puntarono sulla criminalità locale, diretta emanazione – si disse – delle organizzazioni mafiose già esistenti. Alla fine del 1994, dopo l’arresto del fratelli Savi e dei loro complici, invece, si seppe chi erano gli autori dell’eccidio per il quale, lo scorso anno, Alberto Savi chiese perdono (le famiglie respinsero la richiesta). E i fatti del Pilastro sono in quegli anni il secondo episodio di aggressione a militari addebitabile alla Uno Bianca: accade infatti che il 20 aprile 1988 Cataldo Stasi e Umberto Erriu, di pattuglia a Castel Maggiore, vengano assassinati nel parcheggio della Coop. Anche in questo caso, le indagini presero in prima battuta una pista scorretta: questa volta a indirizzare l’inchiesta fu il depistaggio di un altro militare, Domenico Macauda, successivamente condannato a otto anni.

Oggi la cerimonia in memoria. Per dettagli: Uno bianca, domani Cofferati a Bologna alla commemorazione dell’eccidio del Pilastro.

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