“Salviamo la memoria”: un documentario indipendente per non dimenticare la seconda guerra mondiale attraverso le parole di chi la visse

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Il documentario si intitola Salviamo la memoria, opera del videomaker Matteo Tortora, e quello pubblicato sopra è il primo trailer. Così si presenta il film:

È un progetto video che vuole restituire alla cittadinanza […] il senso di una memoria che lentamente si sta sgretolando; gli eventi, le situazioni ma sopratutto le emozioni e i legami affettivi che la seconda guerra mondiale ha scardinato, talvolta distrutto, talvolta ferito cambiando per sempre il volto della nostra nazione, della nostra terra e dei nostri parenti.

Prima che il ricordo diventi soltanto rievocabile attraverso le parole scritte sui libri di storia, il nostro intento è perpetuare il ricordo vivo di chi ancora può testimoniare. Perché soltanto attraverso il racconto, che scaturisce dalle parole, dalle espressioni del viso, talvolta anche dalle lacrime che possono sgorgare dagli occhi, saremo in grado di percepire e di capire realmente l’impatto e le conseguenze che la guerra ha avuto.

Abbiamo paura che le nuove generazioni possano sentire troppo lontano quel periodo storico, perdere il contatto con chi lo ha vissuto e questo progetto di archiviazione digitale delle interviste è un primo passo per un progetto di recupero della storia che passi per la prima attraverso le testimonanze di persone comiuni, il vicino di casa o la nonna, che possano restituire a tutti aspetti persi, ricordi dimenticati, e fare luce su qualcosa che giorno dopo giorno diventa sempre più flebile e lontano.

Il documentario rientra nell’ambito di Produzioni dal basso e dunque chi volesse sostenerlo può farlo qui.

(Via Antonio Mainenti su Twitter)

Nasce FrontiereNews.it: raccontare il multiculturalismo lasciando voce a ciascuna cultura

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FrontiereNews.it

È nato FrontiereNews.it, che si presenta così:

Crediamo che per troppi anni l’informazione sull’immigrazione e sulle minoranze sia stata incentrata sulla differenza tra “noi” e “loro”. La nostra sfida è far raccontare, dove possibile, direttamente a “loro” i valori e la ricchezza di questa alterità, piuttosto che a “noi” i pericoli e le insidie della diversità. Abbiamo la fiducia di poter vincere questa sfida perché siamo una redazione eterogenea, composta da persone provenienti da culture molto diverse tra loro, e contiamo quindi di riflettere quest’armonia di diversità anche nei nostri articoli.

Per collaborare, si dia un’occhiata qui. Qui invece i partner.

(Via Reporters)

“Storie transessuali: Elena contro pregiudizi, cattiveria e burocrazia” di Saverio Tommasi

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“Costruiamo un’altra storia, quella delle persone”. Queste parole fanno parte dell’introduzione che Saverio Tommasi pronuncia prima di partire con la narrazione di Storie transessuali: Elena contro pregiudizi, cattiveria e burocrazia, micro-documentario o lunga intervista i cui contenuti sono questi:

Questa una delle storie più intense che abbia mai raccontato tramite video. A parlare è la protagonista, Elena Sofia Trimarchi, donna splendida con un passato reso difficile dalle carenze legislative e dall’ignoranza diffusa. Le immagini, pur concentrare su Elena, raccontano però anche la storia di tante persone che nella loro vita si sono scontrate con pregiudizi e cattiverie, con uno Stato italiano indietro di cento anni e una società italiana indietro di venti.

Dobbiamo avere la spregiudicatezza di immaginare una nuova realtà, realizzare città splendide, creare migliori relazioni. Dobbiamo contrapporre all’inevitabile l’imprevedibile. Dobbiamo contrapporre alle negazioni i diritti. Dobbiamo essere persone. È il mio impegno politico.

Storie transessuali: Elena Sofia Trimarchi (prima parte)


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Un racconto che racconti la paura del buio

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Un racconto per paura del buio1) È un’iniziativa editoriale che porta avanti la battaglia a favore delle licenze Creative Commons (e ciò che uscirà sarà rilasciato con una Attribuzione-Non commerciale-Non opere derivate).

2) Affronta una tematica che è più che attuale.

Si intitola Un racconto per “paura del buio?” ed è una coproduzione tra Collane di ruggine e paura.anche.no per creare un cofanetto che contenga trenta cartoline illustrate e su cui stampare racconti in argomento. Questa la presentazione dell’iniziativa:

Il Babau è l’ultima frontiera nella politica dell’ansia. Semplice e primordiale paura. Diverso dal terrore, più simile alla goccia che ti cade in testa e pian piano ti porta incosapevolmente alla pazzia. Il nostro buffo mondo sta prendendo coscienza dell’esistenza del Babau. L’ansia di sicurezza, la paura del proprio simile, il rancore confuso e convulso che trasudano da ogni dove in questi anni difficili trovano la propria naturale conclusione nell’avvento del Babau. Non ci sarà più bisogno di invocare/creare/inventare emergenze e pericoli, tutti avranno paura del buio e basterà invocare il Babau perché ogni complessa manovra di ingegneria sociale trovi una giustificazione.

Il Babau è meglio del terrore, perchè il Babau non ti uccide subito, ti logora e ti porta a modificare il tuo sguardo sulla realtà in un’ottica schizoide, che alimenta se stessa. Nel paese del Babau può essere vero tutto e il contrario di tutto, il Babau non ti vuole sempre tristo e mogio. Il Babau porta anche allegria, folli risate che si alzano fino al cielo. Se non hai un soldo in tasca e la crisi ti divora, devi ridere, perché ci vuole ottimismo, altrimenti il Babau arriva e ti mangia. Ma non devi sollazzarti troppo, perchè il Babau è in agguato e non ci vuole nulla perché ti rubi il bambino dalla culla, usurpi il tuo posto di lavoro, rubi la/il tua/o donna/uomo.

Prendendo in prestito brandelli di saggezza in pillole da Kurt Vonnegut, potremmo dire che in questo mondo delle mille e una oppurtunità di essere divorati dall’ansia, dalla paura e dall’angoscia, tutto quello che può accadere probabilmente accadrà. Scansatevi in tempo.

Per partecipare si scrive un racconto di circa 1500 battute e lo si spedisce all’indirizzo collanediruggine-at-inventati.org entro la fine di agosto. Se i racconti dovessero superare il numero delle cartoline, si imporrà gioco forza una selezione, ma online ci andranno tutti.