“Cinque anarchici del Sud”: il libro di Fabio Cuzzola diventa copyleft ed è scaricabile dalla Rete in versione integrale

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Cinque anarchici del SudTempo addietro si è parlato degli anarchici della Baracca e del libro che racconta la loro storia, Cinque anarchici del Sud, scritto da Fabio Cuzzola e pubblicato nel 2001 da Città del Sole Edizioni. Da qualche giorno, trascorso tanto tempo dall’uscita in libreria, in volume passa a una modalità copyleft e diventa liberamente scaricabile in formato pdf (204MB), cliccando qui. Dalla prefazione si introduce quanto segue:

Quella maledetta notte del 26 settembre ha segnato, distrutto, violentato tante famiglie, ha spezzato legami forti, amicizie sanguigne, ha cancellato le speranze e i sogni di cinque giovani del sud. Del Profondo Sud. I meridionalisti d’inizio secolo scrivevano polemicamente che l’Italia si divideva in nordici e sudici, e forse non sbagliavano. Se una strage, perché di strage si è trattato, di queste dimensioni si fosse registrata in altra parte dell’Italia che conta ci sarebbero state inchieste, dossier e quant’altro perché tutti i dati, immediatamente disponibili, sul cosiddetto “incidente” non convincevano. Ed invece niente. Il silenzio è sceso come una fossa comune dove sono state sepolte e cancellate le storie, i documenti e i terribili segreti che questi giovani portavano con sé.

Ci sono voluti 25 anni perché un magistrato, il giudice Guido Salvini del tribunale di Milano, riaprisse il dossier relativo al deragliamento del treno a Gioia Tauro il 22 luglio del 1970. Anche in questo caso si parlò subito di incidente, ma qualche anno dopo si scoprì che si trattava di un attentato, senza per altro che emergessero colpevoli e mandanti. Era proprio quello che avevano scoperto questi giovani anarchici e avevano raccolto in un dossier che stavano portando a Roma. Ci son voluti dei pentiti fascisti e mafiosi che parlassero di tutto questo perché, per un attimo, ritornasse l’attenzione su quella notte maledetta quando, in un’ora incerta, improbabile, tra la fine dell’ora legale e l’inizio dell’ora solare, un camion di frutta (probabilmente con l’ausilio di un’altra macchina) spargesse sull’asfalto il sangue innocente di chi credeva veramente nella libertà e nella giustizia.

I post che hanno preceduto questo sullo stesso libro sono La storia di cinque anarchici del sud e I cinque anarchici della Baracca: la memoria a quarant’anni dall’autotreno che li uccise.

I cinque anarchici della Baracca: la memoria a quarant’anni dall’autotreno che li uccise

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Cinque anarchici del SudLa storia degli anarchici della Baracca – morti non lontano da Roma il 26 settembre 1970 in uno scontro stradale con un camion su cui viaggiavano i fratelli Aniello, in rapporti di lavoro con Junio Valerio Borghese – era stata raccontata qui, recensendo il libro Cinque anarchici del Sud. Una storia negata, scritto da Fabio Cuzzola e pubblicato nel 2001 da Città del Sole Edizioni. E il prossimo 26 settembre, a quarant’anni da quell’impatto, ci sarà a Frosisone (Cantina Mediterraneo, via A. Fabi), una manifestazione per ricordare:

Il 26 settembre 1970 cinque anarchici calabresi morivano in un incidente stradale sull’autostrada del sole, tra Napoli e Roma, all’altezza di Ferentino. Andavano a Roma per consegnare un dossier di controinformazione alla redazione del settimanale anarchico Umanità Nova. L’incidente destò molti interrogativi già all’epoca data la stranezza della dinamica, la sparizione dei documenti trasportati dai compagni e tantissime altre incongruenze e coincidenze. Nel corso degli anni i dubbi si sono rafforzati: periodicamente qualche pentito e qualche dossier trovato negli archivi dei servizi segreti confermano i sospetti sul fatto che si sia trattato di una strage mascherata da incidente stradale.

Quarant’anni e ancora torniamo a ricordare questa storia che si è sempre tentato di far dimenticare. È nostra intenzione denunciare pubblicamente l’omicidio dei compagni e ricostruire la loro vicenda, indissolubilmente legata agli avvenimenti dei quali furono testimoni e protagonisti: dal 1969 con gli attentati culminati con Piazza Fontana, inizio della stagione delle stragi, alla rivolta di Reggio Calabria. Il 26 settembre 2010 a Frosinone cercheremo di raccontare la storia di Angelo, Annelise, Franco, Gianni e Luigi e di un viaggio mai terminato in cui avevano riposto aspettative e speranze.

Si inizierà alle 17 con la proiezione di un documentario sulla strage di Gioia Tauro e nel dibattito a seguire interverranno, tra gli altri, Tonino Perna e Antonella Scordo (familiari dei ragazzi assassinati), Roberto Gargamelli (uno degli anarchici accusati ingiustamente della strage di piazza Fontana) insieme agli autori Franco Schirone (La gioventù anarchica) e Fabio Cuzzola. Per maggiori informazioni: fairoma[at]federazioneanarchica[dot]org.

La storia di cinque anarchici del sud

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Cinque anarchici del SudQuella dei cinque anarchici della Baracca è oggi una storia forse quasi dimenticata. Se ne accenna qua e là quando si parla della stagione delle stragi e non si può fare a meno di parlarne in coda ai moti di Reggio Calabria, quando tra il 1970 e il 1971 la città esplose contro la decisione di fare di Catanzaro il capoluogo di regione. L’epilogo della vicenda di quei giovani anarchici si consumò il 26 settembre 1970: Nixon era in visita a Roma, si annunciavano manifestazioni di protesta e i cinque ragazzi stavano viaggiando in automobile alla volta della capitale.

Ma non andavano ai cortei contro il presidente statunitense: in base a quanto dissero prima di partire, avevano con loro un dossier che dimostrava le responsabilità degli estremistri di destra e della criminalità organizzata nell’attentato al Treno del Sole Palermo-Torino avvenuto poche settimane prima, il 22 luglio, che fece sei vittime e 54 feriti. Ma gli anarchici della Baracca a Roma non ci arrivarono: mancavano pochi minuti alle undici e mezza di sera che, a meno di sessanta chilometri dalla meta, la Mini Morris su cui erano venne coinvolta in un incidente. In tre morirono sul colpo, un quarto passeggero non sopravvisse nemmeno il tempo di arrivare al pronto soccorso mentre l’agonia dell’unica ragazza presente durò ventun giorni.

Il libro Cinque anarchici del Sud. Una storia negata di Fabio Cuzzola ricostruisce la storia di questi giovani, che si chiamavano Gianni Aricò, Angelo Casile, Franco Scordo, Luigi Lo Celso e Annalise Borth, e lo fa con una delicatezza e una passione tangibili in ciascuna delle pagine del libro. Parte da un’esigenza, questo lavoro, resa efficacemente nella prefazione da Tonino Perna, che l’ambiente dell’anarchismo di quegli anni lo conosce bene perché ne faceva parte:
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