Ora lui è destinato a diventare leggenda. Scompare Richard Matherson, lo scrittore oltre i confini e oltre i generi

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Aveva 87 anni e la sua ora era giunta. Adesso lo attende la leggenda. Forse non quella descritta nel suo romanzo più celebre (se ne legga qualcosa anche qui, in un pezzo per Carmilla firmato da Valerio Evangelisti), purtroppo diventata una scadente trasposizione cinematografica che con la storia originale c’entra fino a un certo punto, ma la leggenda comunque se la merita, Richard Matherson. A cui l’etichetta di scrittore di genere – o scrittore horror o fantastico – sta stretta perché, nelle sue pagine, è andato molto oltre i confini del genere stesso (e sui giochi di parole si aggiunga che anche oltre i confini della realtà è andato). Meno noto forse di Stephen King o di Joe R. Lansdale, entrambi più giovani ed entrambi in debito d’ispirazione da lui, rimarrà indimenticabile anche per passaggi come questo:

Ai loro occhi lui era un flagello spaventoso, sconosciuto, persino peggiore della malattia con cui avevano imparato a convivere. Era uno spettro invisibile che per provare la propria esistenza si era lasciato dietro i corpi esangui dei loro cari. Capì quel che provavano e non li odiò. La mano destra strinse la bustina di pillole. Purché la fine non fosse violenta, purché non si trasformasse in un massacro sotto i loro occhi.

Robert Neville posò lo sguardo sui nuovi abitanti della Terra. Sapeva di non essere uno di loro; sapeva di essere un anatema, un orrore nero da distruggere, come i vampiri. E quell’idea lo colpì come un fulmine, divertendolo perfino nel dolore. Un risolino strozzato gli riempì la gola. Si girò e si appoggiò alla parete mentre ingoiava le pillole.

«Il cerchio è completo», pensò mentre il letargo definitivo gli strisciava nelle membra. «Il cerchio è completo. Un nuovo terrore prende forma dalla morte, una nuova superstizione penetra la fortezza inattaccabile dell’infinito. Io sono leggenda».

Twilight Zone: cinquant’anni ai confini della realtà

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Per quanto alcuni episodi mi sembrassero davvero spaventevoli (ma ai tempi mi spaventavo anche con Spazio 1999), tra la fine degli anni settanta e l’inizio degli ottanta non perdevo una puntata delle repliche di Ai confini della realtà. A distanza mi dico che avevo ben motivo di atterrirmi, se si considera che soprattutto le prime serie recavano firme come quelle di Rod Serling (i cui racconti originali vennero raccolti nell’omonima antologia), Richard Matheson (insuperabile in Io sono leggenda) o Charles Beaumont, che, pur meno noto ai lettori italiani, è stato un prolifico autore di fantascienza, oltre che sceneggiatore.

Ecco, cinquant’anni fa oggi, il 2 ottobre 1959, sotto il titolo originale di Twilight Zone, gli episodi iniziavano a essere mandati in onda dalla CBS. Questo anniversario lo ricorda Neatorama riprendendo un articolo che esordisce con queste parole:

Era un venerdì sera dell’ottobre 1959 e gli americani iniziarono a scivolare in una dimensione dell’immaginazione vasta quanto lo spazio e senza tempo come l’infinità. Non avrebbero mai fatto ritorno.

L’articolo prosegue raccontando che la CBS non era proprio convinta della serie al suo debutto e che avrebbe valutato se proseguire dopo aver verificato la risposta del pubblico. Di certo, così come gli americani scivolati nella dimensione di cui sopra, neanche l’emittente sarebbe tornata indietro, almeno fino al 1964, quando interruppe la produzione per problemi di budget. Ma non fu la fine di Twilight Zone che vide molti anni dopo altre due serie, per quanto meno fortunate, e un film diretto da quattro registi (Steven Spielberg, John Landis, Joe Dante e George Miller) con Serling e Matherson di nuovo alla sceneggiatura. Inoltre – sulla scia di un fenomeno inarrestabile che ha compreso fumetti, videogiochi e musica – c’è chi dice che X-Files debba in parte i suoi natali proprio alla fortunata serie nata alla fine degli anni cinquanta.

Negli Stati Uniti sono diverse le manifestazioni per festeggiare i cinque decenni di Ai confini della realtà (si vedano le notizie riportare sul sito Twilight Zone Museum) e Neatorama pone una domanda ai suoi lettori: qual è il loro episodio preferito. Il blog americano inizia a rispondere indicando The shelter (Il rifugio). Per quanto mi riguarda Nightmare at 20.000 feet (Incubo a 20.000 piedi: qui la prima, la seconda e la terza parte).