Causa Comune: un viaggio nei “commons” digitali

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Causa Comune di Philippe AigrainDi Causa Comune si era già parlato tempo addietro annunciando che era in arrivo la traduzione italiana. E domani, alla vigilia dell’uscita in libreria cui seguirà contestualmente la messa online del pdf su Libera Cultura, il libro di Philippe Aigrain pubblicato da Stampa Alternativa, sarà presentato alla Fiera del Libro di Torino con un dibattito dal titolo È tempo di beni comuni.

Dalla prefazione scritta da Juan Carlos De Martin, responsabile italiano di Creative Commons Italia, per intanto si può leggere:

Come argomenta Philippe Aigrain nel suo lavoro, all’inizio i programmatori, più in grado di comprendere la rivoluzione in atto, in seguito molti semplici utenti di Internet, hanno scelto di aggiungere le proprie creazioni al ‘commons’ digitale come reazione a un rischio importante: veder compromesso il potenziale, ancora largamente inespresso, della rivoluzione informazionale ovvero l’emergere di «nuovi modi di pensare, di rappresentare, di scambiare, di creare, di memorizzare». Una rivoluzione che consiste nell’emergere di «nuovi modi di pensare, di rappresentare, di scambiare, di creare, di memorizzare», e che Aigrain non esita a considerare simile per importanza alla «rottura paleolitica e neolitica determinate dallo strumento, dalla parola e dal segno, e con l’apparizione della scrittura, frattura fondante dei tempi storici».

La reazione ha preso la forma della creazione collaborativa – o della difesa, nel caso di infrastrutture – di beni comuni, percepiti come essenziali ai fini di preservare e rafforzare la libertà stessa di creare, usufruire e condividere informazioni.

E ora è la volta dei brevetti sullo yoga

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Old School YogaMentre sta montando la protesta per il protocollo d’intesa che il governo italiano ha firmato con Microsoft (qui qualche altra conversazione in corso), lo scrittore Suketu Mehta pubblica sull’International Herald Tribune un articolo che sembra più una pièce grottesca che il reportage di un fatto che sta accadendo. In Can you patent wisdom? racconta infatti dei brevetti che si vorrebbero introdurre sullo yoga. Si legge nel pezzo:

I grew up watching my father stand on his head every morning. He was doing sirsasana, a yoga pose that accounts for his youthful looks well into his 60s. Now he might have to pay a royalty to an American patent holder if he teaches the secrets of his good health to others.

The U.S. Patent and Trademark Office has issued 150 yoga-related copyrights, 134 patents on yoga accessories, and 2,315 yoga trademarks. There’s big money in those pretzel twists and contortions – $3 billion a year in America alone. It’s a mystery to most Indians that anybody can make that much money from the teaching of a knowledge that is not supposed to be bought or sold like sausages.

The Indian government is not laughing. It has set up a task force that is cataloging traditional knowledge, including ayurvedic remedies and hundreds of yoga poses, to protect them from being pirated and copyrighted by foreign hucksters. The data will be translated from ancient Sanskrit and Tamil texts, stored digitally, and available in five international languages, so that patent offices in other countries can see that yoga didn’t originate in a San Francisco commune.

Del resto, non è un tentativo isolato. Alcuni precedenti per esempio hanno avuto per oggetto il riso basmati, i rimedi naturali e le informazioni genetiche.

Dalle (nuove) vie per i fumetti ai (nuovi) divieti per i milblog

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  • Salon.com, Steal this comic – From superheroes to “The Simpsons,” ultraviolence to kid stuff, our guide to Free Comic Book Day offers graphic fun for all

    Five years ago, the weekend that the first Spider-Man movie came out, the American comics industry launched an experiment: Free Comic Book Day, in which thousands of comic book specialty stores around the country gave away comics to readers young and old.

  • BoingBoing, Army’s new regulations may restrict soldiers’ blogs

    Some fear the new rules could end up silencing first-person web journals published from combat zones. The uproar circles around an Army regulation issued April 19 which updates earlier language about operational security (or “OPSEC”) and blogs.

  • Martin Moore Blog, Why blog?

    Blogging’ is the ability to self-publish. As such it’s a technical term not an editorial one. What I mean by that is that it’s about how not what. Lumping all blogging together isn’t helpful. One blogger may be a diarist, another a commentator, another a journalist. Hence why a code for all bloggers is misguided.

  • Gutenberg.org, 2 B R O 2 B by Kurt Vonnegut

    Not copyrighted in the United States. If you live elsewhere check the laws of your country before downloading this ebook.

Alla ricerca di alternative sostenibili

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L'alternativa del copyleftDa FdC. Paolo Roversi, sul blog MilanoNera, si pone una domanda: Cultura gratis in rete? Sì, ma a caro prezzo e giustamente sottolinea come una parte del mondo editoriale solleciti – se non pretenda – recensioni a fronte di nulla. Il web è una risposta per uscire dagli schemi e il dialogo che si costruisce con i lettori – che diventano autori e recensori a loro volta – un’evoluzione. Ma si chiede ancora Roversi allargando il discorso:

Che fare dunque? Risposte non ne ho, ma un timore sì; la rete è libera perché ancora non ci hanno voluto mettere le mani: se un grosso gruppo editoriale investisse sul serio, acquisendo massicciamente siti e blog, così come ad esempio ha fatto Google con YouTube quando questo sito ha cominciato ad attirare milioni di utenti, succederebbe che, anche in rete, qualcuno disposto a cedere alla tentazione d’allinearsi ci sarebbe…

Esatto. E non solo a livello di opinioni su un libro, un fatto, una posizione politica. Da che il web ha iniziato ad espandersi, la legge sul diritto d’autore ha iniziato a irrigidirsi sempre di più. In nove anni, dal varo del Digital Millennium Copyright Act e della legge di Topolino, di certo i profitti derivanti dalle opere dell’ingegno e della creatività non sono stati convogliati verso gli autori. Lo stesso è accaduto e accade in Europa, non estranea a fenomeni sommariamente riassumibili nell’assalto alla copia digitale, ritenuta indiscriminatamente un crimine anche quando licenze d’uso copyleft allargano di molto il campo d’azione dell’utente e lo strappano al ruolo di mero consumatore di cultura. Continue reading

Giungla di cemento: Stross in italiano, ma la versione elettronica?

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The Concrete Jungle di Charles StrossSulla newsletter di Delos Store si legge che finalmente un autore di fantascienza finora semi sconosciuto in Italia ha trovato traduzione. Si tratta dello scrittore scozzese Charles Stross e il lungo racconto è The Concrete Jungle (pubblicato all’interno della raccolta The Atrocity Archives), che diventa Giungla di cemento e che sarà il libreria a partire dal 10 maggio.

Subito però sorge una domanda. Stross è noto, oltre che per la fiction e gli articoli tecnici su GNU/Linux e giornalismo informatico che scrive, anche per rilasciare le sue opere sotto Creative Commons. Regola che non disattende neanche con The Concrete Jungle, la cui versione elettronica in lingua originale si trova qui ed è presente anche su Manybooks. Nella scheda dell’editore italiano, tuttavia, non viene indicato alcun riferimento alla licenza né a una possibile edizione digitale del libro. Una dimenticanza?

Malastrada.film: un nuovo film dal basso

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Même Père Même MèreMentre – come si legge sul blog di Lawrence Lessig – il candidato alle presidenziali americane Barack Obama si dichiara favorevole a rilasciare sotto Creative Commons i video e altro materiale prodotto per i dibattiti politici, Malastrada.film riparte con una nuova produzione dal basso.

Si tratta di Même Père Même Mère di Chris Consoli, Alessandro Gagliardo, Julie Ramaïoli e Giuseppe Spina, un film sul Burkina Faso a vent’anni dalla morte di Thomas Sankara. Nella scheda di presentazione, si legge in proposito che:

Même père même mère non sarà un documentario ma un film di viaggio. Cercheremo i simboli di un popolo, i luoghi e i tempi delle sue storie, le soffocanti pratiche economiche e quelle possibili, le attuali forme d’arte, la vita e i tentativi di costruzione ai bordi del deserto. Il tutto dato attraverso il nostro immaginario, la nostra sensibilità. Un film collettivo a basso budget girato in dv e in 16mm da quattro autori.

E come per 13 Variazioni su di un tema barocco. Ballata ai petrolieri del Val Di Noto, il precedente lavoro di Malastrada.film di cui si era parlato in passato, il meccanismo per finanziare la produzione è quello della coproduzione: Continue reading

Letture su blog, caso SCO e creative Commons

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  • Aviva Directory, 12 Important U.S. Laws Every Blogger Needs to Know

    For US bloggers in particular, blogging has become a veritable land mine of potential legal issues, and the situation isn’t helped by the fact that the law in this area is constantly in flux.

  • Groklaw, A Groucho Marx Imitation in SCO v. IBM & SCO’s Memo in Support of Objections to Order on Spoliation

    Some more filings in SCO v. IBM including one that has to be our winner for best Marx Brothers imitation. And as you know, there is heavy competition for that crown. But I do think we have the victorious entry. It’s SCO who is requesting more time to respond to an IBM filing, to which IBM has agreed, and SCO phrases its stipulated request like this:

    The parties, through their counsel of record, hereby stipulate and jointly move the Court for an Order enlarging the deadline for SCO to file its sur-surreply to IBM’s Sur-Reply Memorandum in Further Opposition to SCO’s Objections to the Magistrate Judge’s Order on IBM’s Motion to Confine and SCO’s Motion to Amend its December 2005 Submission, on or before May 11, 2007.

  • Creative Commons’s blog, Creative Commons for Newspapers, Scientists, Film students and Wikipedia SEOers(!?)

    Four articles turned up yesterday all advocating use of different Creative Commons licenses in different contexts, nicely demonstrating the not-really-niche-anymore scope covered by Creative Commons.

La banda del Brabante-Vallone

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L'identikit di uno dei componenti della banda del BrabanteLa banda del Brabante-Vallone, che tra il 1982 e il 1985 nella regione del Brabante in Belgio prende di mira i supermercati, risulterà essere una cellula terroristica legata a un’organizzazione locale di Stay Behind. A proposito di questa banda, scrive lo storico Giuseppe De Lutiis nella prefazione al libro Gli eserciti segreti della Nato di Daniele Ganser:

[In Belgio], tra il 1982 e il 1985, operò una misteriosa organizzazione, la cosiddetta “banda del Brabante”, alla quale furono attribuite ben sedici azioni terroristiche, che provocarono ventotto morti e venticinque feriti; questo gruppo ebbe un comportamento molto simile a quello della “banda della Uno Bianca” […]. Alla luce dei comportamenti dei due gruppi sembra lecito delineare un possibile parallelismo tra le due organizzazioni. Molto probabilmente non si riuscirà mai a stabilire se questo parallelismo è solo frutto di suggestione o vi siano altri motivi. È però degno di rilievo che il Parlamento belga abbia, a suo tempo, istituito una commissione parlamentare d’inchiesta e che il suo presidente […] abbia affermato che le stragi del Brabante sarebbero state «opera di governi stranieri e di servizi segreti che lavorano per gli stranieri, un terrorismo volto a destabilizzare una società democratica». Sarebbe di grande interesse storico e politico conoscere più in dettaglio come il presidente sia giunto a una conclusione così deflagrante.

Il virgolettato usato da De Lutiis si riferisce a quanto riporta un articolo uscito sull’Observer il 7 giugno 1992 e le domande che pongono lo storico e la rivista si aggiungono a quelle che, in tema Gladio ed eversione, il ministro della difesa belga, Guy Coëme, formulò in diretta televisiva: Continue reading

Noir e nero

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  • Free reading from Elizabeth Hand’s noir novel “Generation Loss”

    Elizabeth Hand, the talented sf writer (I loved her feminist apocalyptic novel Winterlong), has posted a killer reading from her new book, Generation Loss, in honor of International Pixel-Stained Technopeasant Day. Hand’s reading is totally kick-ass, the kind of thing I’d expect to hear commissioned by the BBC. The story is gritty, noir, dirty, and utterly engrossing.

  • Black day to freedom

    Beyond™ is a collaborative project between Professor Glenn Hardaker, Huddersfield University Business School, and Rob Chiu, The RoninBlack Day to Freedom” covers issues relating to refugees, displacement and asylum seekers.

  • Skull in culture

    Skulls do more than just protect the brain — they also stimulate the mind. Often symbols of mortality and power, they have been employed in human ceremony, ritual, and art for tens of thousands of years. From the ancient animal skulls in Paleolithic burial sites to the curlicued cattle skulls that float like spirits over Georgia O’Keefe’s canvas mountains, cultures around the world have turned to skulls to express ideas about both life and death.

  • An accounting of Daily Gun Deaths

    An average of 81 people die by gun every day in the US. The New York Times has a graphic showing the breakdown of those deaths by age, sex, race, and cause.