Google, i lobbysti e il diritto d’autore

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Gatti OGMFa sapere l’Ansa:

Google ricerca ‘lobbysti per influenzare i governi nazionali a riformare la loro legge sul copyright’. La mossa, tramite un annuncio sull’Economist, risale al 24 giugno, ma è stata resa nota alla Buchmesse di Francoforte dove la società americana spinge il suo ‘Book Search’. Google ribadisce che il suo fine ‘è promuovere la cultura e il libro’ e che ‘il rispetto del copyright è essenziale’, ma l’Associazione italiana editori si dice preoccupata.

A parte le questioni che il lancio d’agenzia non chiarisce (anzi, confonde), la notizia porta con sé alcune domande: come intende Google riformare il diritto d’autore? Intende ridurre il periodo di durata di settant’anni dalla morte dell’autore? Intende promuovere il copyleft e le licenze Creative Commons? Oppure semplicemente cerca una deregolamentazione non meglio pensata (o voluta) che gli consenta di fare business attraverso il Book Search?

Non cederai il tuo gatto a nessuno

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Gatti OGMÈ un affare da decine di milioni di dollari quello dei gatti anti-allergenici. Sul blog di Wendy Seltzer, si legge infatti un post che riprende un articolo del New York Times secondo cui gli esemplari, venduti per quattromila dollari l’uno e recapitati direttamente a casa in una quindicina di giorni, sono geneticamente modificati e commercializzati da un’azienda di San Diego, la Allerca, che probabilmente pensa di avere fatto il colpaccio. E il suo colpaccio vuole proteggerlo il più possibile: intanto i gatti vengono venduti già sterilizzati in modo che non generino organismi ibridi. E ancor prima l’aspirante possessore di un gatto OGM deve firmare un End-User License Agreement, una specie di licenza d’uso, come avviene per esempio con il software, in base alla quale si impone che:

Purchaser shall not sell or transfer any Cat purchased hereunder to anyone other than an immediate family member, and shall not offer to any person the purchase of a Cat or any genetic material from a Cat, the rights Purchaser may have under this Agreement, or any other right related hereto, without the Company’s express written authorization.

Gli appunti di Zograf in un nuovo libro

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Aleksandar ZografEsce in questi giorni per la Black Velvet di Bologna il secondo volume di Aleksandar Zograf, «Appunti» (online al momento c’è ancora solo il primo). Per questo libro a fumetti ho curato l’editing sotto il divertente coordinamento di Andrea Plazzi, la mente grigia che sta dietro a Rat-Man, celebre personaggio di Leo Ortolani.

Tornando al libro, è una raccolta delle storie che Zograf ha scritto e disegnato tra il gennaio e il dicembre 2004 pubblicandole in parte su Vreme, settimanale di cultura e politica di Belgrado, e riprese dall’Internazionale e da Osservatorio Balcani. Sono vicende differenti tra di loro, quelle raccontate da Zograf, che vanno dai suoi viaggi per l’Europa occidentale alle rievocazioni della seconda guerra mondiale nei Balcani passando per tradizioni, costume, dittatura e politica.

Per sentirne parlare dallo stesso autore, un’opportunità è per il prossimo week end con Il fumetto per raccontare a Lodi o la presentazione del volume mercoledì 11 ottobre alla libreria Infomodo di Bologna.

I vostri dispositivi elettronici non si fidano di voi

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Stop DRMNella giornata mondiale di protesta contro i DRM, sistemi che – per dirla in poche parole – mettono gli utenti sotto controllo digitale per verificare l’uso che fanno di media e contenuti elettronici, parte la campagna europea di Free Software Foundation Europe, DRM.info, una piattaforma per raccogliere informazioni sui rischi legati a questa tecnologia restrittiva. «I vostri dispositivi elettronici non si fidano di voi» è il payoff e contribuiscono al progetto, oltre a FSFE, Consumer Project on Technology (CPTech), Electronic Frontier Finland (EFFI), Electronic Information for Libraries (eIFL.net), iCommons, International Federation of Library Associations and Institutions (IFLA), netzpolitik.org e lo scrittore Cory Doctorow.

Finanziaria e diritto d’autore: furbi e compensi

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diritto d'autorePrima ne parla un lettore di Wittgenstein e poi la notizia viene ripresa da Massimo Mantellini: la finanziaria 2007 si occupa anche di diritto d’autore e propone una modifica all’attuale legge in materia. Se l’articolo 65 dell’attuale normativa tutela infatti in una serie di casi la riproduzione di contenuti giornalistici – laddove non espressamente vietata – indicando i riferimenti della fonte, con la proposta di riforma alla «riproduzione totale o parziale di articoli di riviste o giornali devono corrispondere un compenso agli editori per le opere da cui i suddetti articoli sono tratti. La misura di tale compenso e le modalità di riscossione sono determinate sulla base di accordi fra i soggetti di cui al periodo precedente e le associazioni delle categorie interessate. Sono escluse dalla corresponsione del compenso le amministrazioni pubbliche […]». Mantellini parla di «troppi furbi in giro» e pare che abbia ragione. Almeno finché non si chiarisce la questione.

Centoundici colpi: violenza frutto di «espressioni isolate»?

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Immagine di Pensiero rilasciata con licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 2.0Torniamo alla situazione che alla fine del 1988 inizia ad articolarsi intorno la strage di Bagnara di Romagna. In dicembre, Domenico Macauda, il carabiniere che depista le indagini sulla morte dei due colleghi a Castelmaggiore il 20 aprile precedente (si veda Gli infedeli dell’Arma), viene condannato a otto anni e quattro mesi in primo grado non prima di aver indicato come mandante del depistaggio un pregiudicato evaso tre anni prima dal carcere di San Giovanni in Monte e in quel momento detenuto in Germania per rapina.

Il motivo della dichiarazione non è chiaro e sulle vicende che in quei giorni tempestano i carabinieri interviene Roberto Jucci, allora comandante generale dell’arma dei carabinieri, secondo il quale la scia di violenza sarebbe determinata da «espressioni isolate» di pochi militari deviati. Contemporaneamente Aldo Ricciuti, il procuratore di Ravenna titolare dell’inchiesta su Bagnara di Romagna, dichiara che «seguiamo tutte le piste, ma indagini nella nebbia» e non aggiunge nulla a quanto già non si sappia la conferenza stampa che viene convocata dai vertici locali dei carabinieri. Lo scontento tra i familiari delle vittime di Bagnara si approfondisce. Continue reading

Blog e giornalismo: il dibattito si accende

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Blog e giornalismoBlog e giornalismo. Giornalismo e blog. Chi dice il vero? Chi è il più attendibile? E l’approfittatore, il mendace, l’illuso, il corrotto? Sembra che il dibattito non stai semplicemente accelerando. Di più. Se ne parla oggi sul Corriere della Sera, in un articolo di Beppe Severgnini, Benvenuti i blog nella rete ma la vera informazione è sempre stampata su carta. «Però diciamolo: non è che in rete compaia solo la verità. Spesso si leggono delle gran fregnacce» scrive il curatore della rubrica Sport Italians. Gli risponde Mario Lupi dal suo blog, facendo giustamente notare che «se ci mettiamo a verificare la percentuale di balle scritte dai giornalisti rispetto al totale, potrebbe non discostarsi da quella che troviamo online rispetto al totale dei contenuti digitali disponibili». Severgnini e altri sono stati recentemente etichettati da Beppe Grillo come «i fighetti del giornalismo, intellettualmente onesti, con la cravatta giusta e la rubrica». Continue reading

Di nuovo cultura alla fame: digiuno il primo ottobre

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Già nelle scorse settimane si era parlato di cultura alla fame, la campagna – anzi la protesta – lanciata dallo scrittore Paolo Bianchi. Con l’articolo firmato da Anna Tagliacarne, si presenta «il mio digiuno per ribellarmi in difesa degli autori seri» con il chiaro intento di «combattere lo “strapotere delle gnocche”» per «dimostrare che “esistono meccanismi censori che fanno sì che alcune idee non abbiano diritto di cittadinanza presso i media italiani». Dunque il primo ottobre sciopero della fame. Adesioni e commenti sono stati raccolti sul blog Satisfiction mentre della vicenda sono intervenuti Camillo Langone sul Foglio e Marcello Baraghini su Fronte della Comunicazione.