A un anno dalla scomparsa di Federico Aldrovandi

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Federico AldrovandiOggi ricorre il primo anniversario della morte di Federico Aldrovandi, il diciottenne di Ferrara sulla cui fine sin da subito si sono addensate nubi piuttosto fosche. Alle notizie in base alle quali il ragazzo sarebbe deceduto a causa di ragioni sempre differenti (un malore, sostanze stupefacenti assunte durante una notte brava con gli amici o nel tentativo di contenerlo da atti di autolesionismo mentre dava in escandescenza) la madre non ha mai creduto. E dopo essersi rivolta ai giornali tradizionali, ha pensato a poche settimane dalla scomparsa del figlio di raccontare su Internet, tramite un blog, ciò di cui era convinta: a uccidere Federico sarebbe stato il pestaggio subito dopo l’intervento di una pattuglia della polizia. Tra perizie, udienze, incontri con i giornalisti e testi sul blog, seppur tra i molteplici tentativi di fermare la donna e dissuaderla dal proseguire sulla strada intrapresa, oggi qualcosa di vero si sa sulla sorte del ragazzo.

Per approfondimenti:

Creative Commons e ridistribuzioni

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Creative CommonsColgo al balzo la palla di alcune concomitante per scrivere qualche parola in merito all’incontro di venerdì scorso al Milano Film Festival su Creative Commons e percorsi culturali. Sala piuttosto piena, fitta così di filmaker talentuosi, molti dei quali senza probabilmente molte possibilità di vivere delle loro produzioni artistiche. E la domanda, sentita da più parti prima dell’inizio del dibattito e poi espressa a voce alta da un regista di film di animazione: «Ma le licenze CC mi permetteranno di sbarcare il lunario? Lo chiedo perché con il sistema attuale non è possibile e perché la gente prende e non restituisce, anzi è abituata a prendere tutto ciò che è gratis e magari è il lavoro di anni e io che faccio?». Continue reading

Milano film festival e Parole nel tempo

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Un paio di appuntamenti a cui prenderò parte tra domani e dopo. Il primo è un dibattito il 22 settembre su percorsi culturali e Creative Commons all’interno del Borsa Democratica del Cinema, in programma da ieri a domenica a Milano nell’ambito del Milano Film Festival. All’incontro parteciperanno Maurizio Borghi (Creative Commons), Rodrigo Vergara (Arcoiris tv), Marco Trotta (PeaceLink), Andrea Curiazi (Iberamericana), I Licaoni (Kiss Me Lorena) e, come moderatore, Giacomo Cosenza (Sinapsi).

Sabato, invece, sarà la volta di Parole nel Tempo, mostra della piccola editoria che si terrà fino a domenica presso il Castello di Belgioioso. Sarà un confronto con un altro scrittore, Rinaldo Bernardi, autore di Satana in Ticino (LiberoDiScrivere, 2006). Dal canto mio, parlerò di Bambini di Satana (Stampa Alternativa, 2006).

TuttoScienze e TuttoLibri: anche gli archivi sotto CC

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Dopo un primo annuncio di un paio di mesi fa relativo alla volontà del quotidiano piemontese di orientarsi verso licenze libere e dopo la conferenza La rivincita di Promoteo di ieri (è disponibile anche il webcast), CreativeCommons.it informa che «La Stampa di Torino ha annunciato che rilascerà gratuitamente sotto licenza Creative Commons anche tutto l’archivio storico degli inserti culturali TuttoScienze e TuttoLibri» a partire dal 23 ottobre 2006 prossimo.

In proposito: Proprietà della conoscenza, diritti digitali e nuovi modelli di business per la libera circolazione delle idee nelle web notes di Anna Masera.

CafèBabel.com: partecipazione limitata

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CafèBabel.com(Da giornalismi possibili) CafèBabel.com aveva fatto notizia alla fine dell’estate scorsa per l’ennesimo esperimento nel mondo dell’informazione: prendere cinque giornalisti di altrettante nazionalità differenti, metterli in una capitale – Amsterdam – e studiare la crescita di una redazione e dei relativi contenuti in base alle inchieste pubblicate. Rivista elettronica redatta in sei lingue europee, CafèBabel.com è così: dal 2001 prova a riscrivere le regole di una professione declinandola nei termini del «giornalismo partecipativo». E se l’esperienza costituisce una delle forme più interessanti di network al di fuori dei circuiti mainstream, rimane il fatto che questa iniziativa soffre di una mancanza che la rende tuttavia «poco partecipativa»: il tipo di informazione proposta è frontale, come per le testate giornalistiche tradizionali, e l’interazione con cui utenti-lettori è limitata a un forum. Continue reading

Blog e politica: incontro e scontro

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Sul numero di settembre-ottobre di Giornalisti, rivista di categoria edita dell’omonima associazione, si dedica, nella rubrica Tendenze, un articolo a Blog: la politica italiana li scopre solo in campagna elettorale. A firma di Stefano Martello (coadiuvato da Carlo Baldi e Gennaro Pesante), il pezzo suddivide grosso modo in due fronti i blogger di casa nostra orientati alla politica: da un lato i cittadini che si attivano in nome della partecipazione e i politici di professione che utilizzano troppo spesso il dialogo diretto con gli elettori solo come ulteriore veicolo propagandistico. Con rarissime eccezioni, come quella di Antonio Bassolino. Inoltre, fastidioso sarebbe per i candidati e gli eletti confrontarsi con anonimi utenti che lasciano commenti senza assumersene la responsabilità. Morale dell’articolo? Mancherebbe una reale attenzione da parte del mondo della politica alla comunicazione verso i cittadini, ma altrettanto latitante sarebbe – secondo gli autori – una piena coscienza da parte degli elettori delle modalità di relazione con i propri referenti politici. Da qui ne deriverebbero alcuni interrogativi al momento senza risposta. Continue reading

Esce «Blog!» in italiano

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Per i tipi di Sperling & Kupfler, è uscita la versione italiana del libro dei giornalisti statunitensi David Kline e Dan Burstein Blog! – La rivoluzione dell’informazione in politica, economia e cultura (purtroppo non ha una versione elettronica scaricabile dalla Rete). Con la prefazione di Beppe Grillo, l’ho tradotto insieme ad Andrea Plazzi e Alessio Catania occupandomi della terza parte, media e cultura. Dalla quarta di copertina:

Il blog è una realtà globale. La sua sensazionale affermazione come strumento di pubblico dibattito e di espressione individuale ha catturato l’attenzione del mondo. E se ne capisce facilmente il perché. Con i blog c’è chi ha stroncato la carriera di politici e costretto alle dimissioni pezzi grossi della televisione. In altri casi, invece, il blog ha premiato i prodotti di aziende poco note proiettandole al successo da un giorno all’altro, e sanzionato la rovina di altre, colpevoli di aver ignorato le giuste lamentele dei consumatori. Chi sono questi esperti dilettanti, e come si sono serviti del nuovo mezzo di comunicazione per trasformare non solo la propria vita, ma anche la società? E la rivoluzione dei “senza voce in capitolo” contro la sciatteria del potere? Un libro che porta dritti nel cuore e nel cervello dei più influenti blogger del pianeta. È il caso di Joe Trippi, ex collaboratore del candidato democratico alla Casa Bianca Howard Dean, primo in assoluto a ricorrere all’uso del blog politico come mezzo di finanziamento e strumento organizzativo di base, rivoluzionando così i meccanismi di una campagna elettorale. O di Robert Scoble, ex manager di Microsoft, che, con la franchezza dei suoi posting, ha fatto quello che centinaia di milioni di dollari di pubblicità non erano riusciti a fare: umanizzare un’azienda accusata di strapotere monopolistico.

Chi di diritto d’autore, tra l’altro, ferisce…

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The BridgeOltre a diverse inchieste che fanno pensare più a un’organizzazione da Watergate che a una setta, per quanto ricca e potente, Scientology è stata in passato protagonista (attiva) anche di strumentalizzazioni della legge sul diritto d’autore per zittire chi la criticava soprattutto su web. Ma ora pare giunto il momento della riscossa perché proprio il diritto d’autore, coniugato nei termini del copyleft, potrebbe rivelare dettagli compromettenti sulla condotta della chiesa fondata dall’ex scrittore Ron Hubbard. È il caso del film The Bridge (che rientra all’interno della Operation Clambake) di Brett Hanover. Il quale ha pensato bene di prendere il suo lavoro e farlo circolare su Internet Archive e Google Video. Che si può fare con il materiale di Hanover? Come si legge nelle FAQ del sito (la numero 8, per la precisione), si può copiarlo e diffonderlo liberamente, a condizione che sia correttamente indicata l’attribuzione del lavoro. Certi documenti, come già accaduto con Fahrenheit 9/11, non devono restare chiusi all’interno di sale cinematografiche o salotti privati.

Libri che van per mare

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Cory DoctorowCory Doctorow, per chi mastica di fantascienza o di copyleft letterario e culturale o di entrambi, non è di certo un nome nuovo (per chi invece lo sentisse nominare per la prima volta, scoprirà un mondo). E di recente arriva proprio dal suo blog una (ulteriore) conferma che funziona la formula del rilascio sotto Creative Commons delle proprie opere letterarie. Nel post Heartwarming Creative Commons success-story, si legge infatti quanto segue.

«La settimana scorsa, ho ricevuto la migliore mail da Jamie della Marina statunitense di stanza nel Mediterraneo. Dato che i miei romanzi sono rilasciati sotto Creative Commons, ha potuto scaricarli e stamparli a bordo passandoli anche ai suoi commilitoni. La mancanza di materiale di qualità da leggere sulla nave ha trasformato i testi Creative Commons in un boom marittimo». Fin qui le parole di Doctorow a cui seguono quelle di Jamie il quale racconta che, una volta digeriti gli sdruciti libri di John Grisham conservati nella biblioteca di bordo, inciampa nella versione elettronica dei volumi dello scrittore canadese che diventano davvero l’«hot item» tra i marinai che li leggono, ne parlano e arrivano a discutere tra di loro di questione legate al copyright e al copyleft invece che delle solite avventure di bevute.