Il Cyber-Freedom Prize 2006 a Guillermo Fariñas Hernández

Standard

Reporter senza Frontiere nei giorni scorsi ha assegnato il Cyber-Freedom Prize 2006 al giornalista cubano Guillermo Fariñas Hernández, a capo dell’agenzia di stampa Cubanacán Press, in sciopero della fame per mesi (dallo scorso febbraio fino ad agosto) affinché fosse concesso a tutti i cubani il diritto di accesso alla rete. Si legge sul sito di RSF:

“El coco” only ended his hunger strike on 31 August after a brush with death and the loss of 15 kilos. He is continuing his work at Cubanacán and has become one of the leading voices among Cuban opposition journalists. He also still keeps the foreign media up to date with human rights violations in his country and in particular passes on information about intimidation and harassment of independent reporters.

La notizia dell’inizio dello sciopero della fame di Guillermo Fariñas Hernández e della sua premiazione è rimbalzata abbondantemente nella blogosfera. Alcuni dei post italiani:

Nubi somale e venti di guerra antichi

Standard

Nubi somale xsrc=Forse non tutti sanno che tra pochi giorni scade un ultimatum: quello che la Somalia delle Corti Islamiche ha lanciato all’Etiopia per il ritiro delle truppe entrate nel paese per presidiare il governo ad interim insediatosi a Baidoa. Mentre il paese è un’altra volta alle prese con emergenze sanitarie e con nuovi problemi climatici, si ritorna a un passo dal conflitto nel Corno d’Africa senza che i conflitti tra i signori della guerra si siano mai realmente sopiti.

Inserita nella lista delle dieci crisi umanitarie più ignorate dalle TV, la situazione somala ora potrebbe tornare più o meno velocemente a quella che era nei primi Anni Novanta con il ritorno dei Caschi Blu dell’Onu. Che fallirono ai tempi. E per un ragguaglio sulla situazione somala, utile è l’inchiesta Nubi Somale di Maurizio Torrealta ed Elisa Marincola. Ma perché lo stato della Somalia, a quindici anni dalla fine della dittatura di Siad Barre, è ancora oggi così instabile? Continue reading

Il muro del Darfur

Standard

The Dafur WallQuattrocento mila numeri sequenziali, uno per ogni persona assassinata nel genocidio del Darfur. È The Dafur Wall, che raccoglie donazioni a partire da un dollaro. A ogni donazione, si “accenderà” un nuovo numero passando dal grigio al bianco e gli introiti così raccolti andranno a Medici senza Frontiere, Save the Children, Save Darfur e Sudan Aid Fund. Artefici dell’iniziativa, invece, sono padre e due figli, Dan, Jonah e Matt Burke, ingegneri informatici e psicologo, che dirigono la Darfur Foundation. A disposizione c’è anche un blog in cui si informa dell’andamento della campagna.

Lulu Blooker Prize 2007

Standard

Lulu Blooker PrizeTorna il Lulu Blooker Prize, nuova edizione del premio indetto già lo scorso anno da Lulu.com. La logica del premio è quella del blog che si fa libro e che in Italia trova qualcosa di simile – ma non identico – in Scritto Misto. Sta di fatto che Lulu.com ormai da tempo ha profuso sforzi per internazionalizzarsi e localizzare i primi servizi in diverse lingue. Dunque male non sarebbe avere un premio in alcuna di queste lingue, oltre che in inglese. Per chi vuole partecipare invece all’edizione anglofona, lo può fare per le categorie fiction, non-fiction e comics e ha tempo fino al 15 gennaio prossimo per sottoporre i propri manoscritti.

Piazza Fontana e gli “amici americani”

Standard

Piazza FontanaPrendendo spunto da alcune riflessioni di Sbancor contenute nell’articolo 12 dicembre 2006: nessun imputato per l’anniversario pubblicato da Carmilla a trentasette anni di distanza dalla strage di Piazza Fontana, aggiungo qualche passaggio in riferimento agli “amici americani” e alle ingerenze atlantiche. Sulle quali dice Sbancor:

[oggi esistono] solo tracce, e probabilmente solo dell’ultimo livello. Ma abbastanza per capire il gioco. Sulla presenza dei servizi segreti della Grecia dei “colonnelli” non c’erano mai stati dubbi. Certo, molto c’è da lavorare sui documenti che via via verranno “declassified” dalla CIA. Se verranno declassificati anche quelli sull’Italia.

A proposito di Piazza Fontana e degli “amici americani”, nella relazione riguardante l’Organizzazione “O” redatta dal V Comando Militare Territoriale, si leggono le parole del generale Gianadelio Maletti, ex ufficiale del controspionaggio italiano. Parole che risalgono al marzo 2001 e che furono pronunciate al processo per l’attentato alla Banca Nazionale dell’Agricoltura: Continue reading

Bullismo Settanta: una storia di sconclusionata violenza

Standard

A destra Olga Julia Calzoni con un'amichetta, Francesca, al circolo della stampaPremessa

Viene ricordato come un delitto machista, consumato nelle più anonime retrovie della destra sanbabilina degli Anni Settanta. È il girone dei menefreghisti, popolato da quelli che non spiccano nella lotta politica in piena esplosione per le vie del centro di Milano, e i protagonisti di questa vicenda se ne fregano discretamente di quel che accade. E, quasi ne fosse una conseguenza, la fine di Olga Julia Calzoni, uccisa a sedici anni da due amici che volevano simulare un sequestro a scopo di estersione, è un crimine nei fatti senza movente, perpetrato per dimostrare forza, superiorità, messa in scacco di chiunque sia più debole. Come del resto accade ancora oggi quando, senza arrivare all’estremo dell’omicidio, il bullismo torna d’attualità sui giornali senza essere mai scomparso dai corridoi delle scuole o dai rapporti di forza che si instaurano nelle compagnie di giovani che si muovono in gruppo. Occultato, semmai, dai silenzi di chi ha paura, dalla prepotenza di chi impone la sua legge e dalla complicità di chi guarda da un’altra parte. E tornato a far parlare di sé solo perché casualmente finito sotto l’occhio di tutti. Continue reading

Lello Voce: l’epica della ricerca sotto Creative Commons

Standard

Lello VoceScrittore, poeta, musicista e molto altro ancora. Definire poliedrico un artista come Lello Voce non solo è corretto, ma è quasi doveroso di fronte a un utilizzo così articolato e coerente di strumenti espressivi differenti. Trentanove anni, napoletano che vive a Treviso, ha un curriculum da urlo e l’interpretazione della realtà nel sangue. Ma tutto questo forse lo interpreterebbe come un tradimento, a leggere questa intervista, se apponesse lucchetti che trasformano ciò che crea in mero prodotto commerciale. E avanti allora con le licenze Creative Commons.

Poesia, letteratura, critica, inchieste, sceneggiature. Il tuo curriculum è eterogeneo e ricco di esperienze. Come ti sei avvicinato a ciascuno di questi ambiti e che percorso hai seguito?

Sono tutti aspetti legati a quello che per me è un bisogno primario: comprendere il reale e se possibile, con i miei modi, con i miei stili, comunicarlo. Credo di essere fondamentalmente un poeta, uno che lavora, per essere precisi, mescolando le sue parole e la sua voce alla musica e alle immagini. Ma anche le mie altre attività sono collegate a tutto ciò, che si tratti di scrivere un romanzo, o intervenire su un quotidiano, o invece organizzare un festival letterario. La scommessa è sempre quella: scoprire una piega inedita, scomoda, inaspettata del reale e comprenderne il senso.

Il testo completo dell’intervista è disponibile sui siti di Permesso d’Autore e di Creative Commons Italia.

“Ok, so I’m wrong”. E in molti con lui

Standard

When It Comes To The Death Of Modern Rock, Go Ahead, Feel FineDal blog di Lawrence Lessig, una strana sovversione delle leggi di natura in difesa del full copyright. «Confesso di essermi sbagliato. Se gli artisti possono sottoscrivere petizioni dopo la loro morte, perché mai non possono registrare nuovi brani cinquant’anni fa?». Di seguito il suo post originale:

For almost 10 years now, I’ve been waging a war against retrospective term extension. My simple argument has been that copyright is about creative incentives, and you can’t create incentives retrospectively.

I now see I am apparently wrong.

As reported yesterday, there was an ad in the FT listing 4,000 musicians who supported retrospective term extension. If you read the list, you’ll see that at least some of these artists are apparently dead (e.g. Lonnie Donegan, died 4th November 2002; Freddie Garrity, died 20th May 2006). I take it the ability of these dead authors to sign a petition asking for their copyright terms to be extended can only mean that even after death, term extension continues to inspire.

I’m not yet sure how. But I guess I should be a good sport about it, and just confess I was wrong. For if artists can sign petitions after they’ve died, then why can’t they produce new recordings fifty year ago?

Nel 1944 fu l’ultima donna condannata per stregoneria

Standard

Helen DuncanIl reato di Helen Duncan fu quello di aver sentito durante la seconda guerra mondiale un disastro della Marina britannica prima che questo fosse reso noto. Allora (era il 1944) venne arrestata, accusata di tradimento e condannata in base al Witchcraft Act, la legge contro la stregoneria che risale al 1735. Del suo caso si interessò anche il primo ministro britannico Winston Churchill che la visitò in carcere e, rieletto nel 1951 all’età di 77 anni, abrogò la settecentesca norma.

Ora la BBC rievoca la vicenda e la ricostruisce un sito creato ad hoc. Sul quale, a cinquant’anni dalla morte della donna, si annuncia la richiesta di revisione della condanna.