Ecstasy Love, la provincia lisergica di Eliselle

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Ecstasy Love, EliselleDi Ecstasy Love, romanzo della scrittrice modenese Eliselle pubblicato da Nicola Pesce Editore, non ho ancora deciso quali parti leggere giovedì prossimo. Al momento ho segnato alcune pagine: il racconto che Zanna fa dei suoi viaggi e del motivo per cui decide di partire ogni sabato sera, il “bad trip” che Fra’ compie per sbaglio dopo un inconsapevole scambio di bicchieri, il percorso in auto che i due ragazzi fanno ritrovandosi alle spalle tre veicoli della polizia e l’aggressione finale tra fumi chimici subita da Luca e Fra’.

Ad ogni modo, da un punto di vista complessivo, il libro di Eliselle scorre via rapido e avvicente: due ore e mezzo per ritrovarsi all’interno di un gruppo di neanche ventenni che vivono in provincia. Le dinamiche all’inizio sembrano quelle tipiche di una compagnia che deve sfangare il fine settimana e che consacra il sabato sera alla trance da discoteca. Il tutto che sembra consumarsi tra trasgressioni verso le imposizioni delle famiglie, fisse tardo adolescenziali, la voglia di affrancarsi come persone diventando però un elemento in più di un mucchio solo all’apparenza selvaggio. Continue reading

“Mi guardava. Gli sparai”

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La banda della Uno BiancaDa FdC. Tra domani mattina e domenica, si terranno a Zola Predosa, in provincia di Bologna, le cerimonie per commemorare un ventunenne, Massimiliano Valenti, morto il 24 febbraio 1993 per mano dei fratelli Savi. L’omicidio avviene nell’ultima fase della carriera criminale della banda della Uno Bianca, quella che forse più si avvicina a ciò che in tribunale i Savi sosterranno di essere stati, semplici rapinatori. Gli assalti alle banche ci sono (tra il febbraio ’92 e l’ottobre ’94 gli istituti di credito colpiti sono venti, quasi un terzo delle rapine compiute in totale) e i quattrini portati via pure (un miliardo e 200 milioni circa, più della metà di quanto metteranno insieme in quasi otto anni).

Ma in sei casi il bottino sarà pari a zero mentre i morti ammonteranno a tre e i feriti a dieci. E poi ci sono ancora episodi di violenza cieca, ingiustificata, che fanno tornare alla mente gli agguati ai carabinieri di Castelmaggiore e del Pilastro, i tiri al piattello sui rom e gli immigrati o il duplice omicidio nell’armeria bolognese di via Volturno. Casi come quello di Ubaldo Paci, direttore della Cassa di Risparmio di Pesaro, freddato il 24 maggio 1993 mentre alle 8 del mattino stava per aprire la filiale. A fare fuoco contro di lui è Fabio Savi che, dopo averlo raggiunto al petto da distanza ravvicinata, fa per andarsene a mani vuote ma, pochi passi dopo, torna indietro per un inutile colpo di grazia alla tempia. E come per la morte di Massimiliano Valenti. Continue reading

Valerio Verbano, il caso è chiuso

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Valerio VerbanoVerbano, il caso è chiuso è un articolo pubblicato su Aprile Online e ripreso da Information Guerrilla circa la conclusione delle nuove indagini sulla morte di Valerio Verbano, assassinato a Roma esattamente 27 anni fa da tre persone che si presentarono all’ora di pranzo a casa sua, immobilizzarono i genitori e lo giustiziarono con una 7,65 silenziata dopo averne atteso il rientro da scuola.

La vittima aveva 19 anni, frequentava il liceo scientifico Archimede e militava in Autonomia Operaia. I tre che gli spararono, invece, stavano nella formazione neofascista NAR dei fratelli Fioravanti, Francesca Mambro e Alessandro Alibrandi. Un omicidio consumato negli scontri tra opposti estremismi alla fine degli anni di piombo? Anche se c’è chi vorrebbe credere a questa ipotesi, le modalità dell’agguato non sembrano giustificarla.

Pare invece c’entrare un dossier che il ragazzo aveva messo insieme sull’eversione di destra – e sui NAR nello specifico – nei mesi prima di morire e che era stato sequestrato dalla magistratura quando, nell’aprile ’79, era stato arrestato con l’accusa di fabbricazione di materiale esplosivo. Dopo la morte dello studente, il suo lavoro finisce nelle mani di un magistrato, Mario Amato, che – dopo la sparizione dei documenti e la loro altrettanto misteriosa ricomparsa – si trova di fronte a una fonte di informazioni importante sul movimento fascista e sulla sua logistica tra Montesacro, la Valmelaina e altri quartieri capitolini. Continue reading

Alla ricerca di una leggenda

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Massimo Polidoro, una delle anime del Cicap (Comitato italiano per il controllo delle affermazioni sul paranormale), da un annetto ha un blog sul quale dà conto di notizie riguardanti misteri vari su cui lavora o ha lavorato. Ora, tralasciando le polemiche che ogni tanto infuocano qualche newsgroup sull’eccesso di scetticismo e scientismo verso tutto ciò che viene ascritto all’ambito dell’esoterico (e per fortuna che diverse indagini hanno portato a smascherare qualche trucco), Polidoro lancia un appello alla Rete: Cercasi leggenda tutta italiana chiedendo:

Riusciamo a trovare una bella leggenda italiana da indagare? Mi spiego. Altri paesi hanno personaggi o storie leggendarie davvero molto intriganti, che spesso si basano su fatti storici verificabili per poi, magari, ingigantirsi in vicende solo immaginarie. Ma, di fondo, c’è comunque qualcosa su cui si possono fare verifiche e indagini. Per esempio, Dracula in Romania o Robin Hood e Re Artù in Inghilterra. Che leggenda o personaggio leggendario italiano potrebbe dare vita a un’inchiesta storica (può essere anche un personaggio realmente esistito su cui, poi, si sono costruite leggende)? Casanova? Cagliostro?

I primi commenti qualche suggerimento lo hanno fornito: Raimondo di Sangro principe di San Severo, gli sbilfs e i misteri di Collemaggio.

Branchi patinati per vendere mutande

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Gender-based violenceDa FdC. Non è che ci capisca molto di campagne pubblicitarie, della loro nascita ed evoluzione, ma credo che ci sia un limite oltre il quale non andare. Soprattutto se si cerca un escamotage sensazionalistico per vendere mutande. Concordo infatti con Kim Gandy, presidentessa della National Organization for Women, che commenta negativamente l’exploit di una casa di moda, D&G, in cui un branco è ritratto mentre, con sguardo variabile dall’apatico al compiaciuto, assiste a quella che sembra avere tutta l’altra di una violenza.

Branco e braccata sono ovviamente belli, magri, abbronzati, lucidati con l’olio, scarpe e vestiti di gran moda fornendo un immaginario che per nulla c’entra con una realtà composta da ben altri elementi. Ma il succo dell’immagine non cambia: una donna stesa a terra, i polsi bloccati e occhi puntati di lato non lasciano scaturire alcuna sensazione di consensualità. Continue reading

Ostilità culturale da sottoscrivere

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Dice Massimo Mantellini:

Leggo su PI questa frase di Francesca Giudice, presidente di BSA:

“È un momento molto difficile, questo, per la tutela della proprietà intellettuale nel nostro paese. Perché a fronte di un tasso di pirateria – stimato da IDC al 53% – che ci situa vicino a un non invidiabile primato in Europa, riscontriamo un diffuso atteggiamento di ostilità culturale nei confronti della legge vigente”.

In effetti l’ostilita’ culturale esiste e speriamo aumenti ancora.

Affermazione da sottoscrivere.

Manituana si avvicina

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Manituana - Wu MingÈ online Manituana, il sito collegato al nuovo libro di Wu Ming, che uscirà per Einaudi il prossimo 20 marzo. È possibile vedere il trailer e leggere i racconti ammutinati scritti in questi mesi come

“racconti di avvicinamento”, o “prolegomeni”. Non si trattava di semplici “anticipazioni”, ma di racconti “laterali”, germogliati sul legno del tavolo durante le riunioni. Incompiuti e inconclusivi, erano capitoli ribelli, riottosi, ammutinati. Materia narrativa sfuggita dalle mani. Condividevano con l’opera principale intersezioni di immaginario.

E dopo l’esordio del libro, si passa al livello 2.

Software per sceneggiatori: usate Creative Commons

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Sull’edizione odienza di Affari e Finanza di Repubblica, si parla di un programma e relativa comunità che vi ruota attorno dedicati ad autori, sceneggiatori e filmmaker. Multilingua, multiplot e multimoltoaltro, il software si chiama Celtx e il suo payoff è “free to be creative”. Ok, ma visto che i contenuti possono essere maneggiati collaborativamente attraverso questa piattaforma, come tratteranno in termini di diritto d’autore ciò che i singoli scrivono? E arriva una buona notizia perché c’è chi si è posto il problema ed ha anche risposto nella sezione Terms of use. Alla voce “copyright”, infatti, si legge:

1. We claim no intellectual property rights over the material you use or create using the Software or which you publish to the Celtx Server or Celtx Project Central. Your profile and any materials uploaded remain yours.

[…]

6. We encourage users to contribute their creations to the public domain or consider licensing their creations under a Creative Commons license.

Detto questo, il software è proprietario e gratuito. Inoltre, un po’ come fanno in molti, è stato attivato un blog ad hoc.