Oort-Cloud: piattaforma per scrittori di fantascienza

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Via Cory Doctorow, la presentazione di Oort-Cloud – The Future of Science Fiction and Fantasy Publishing, iniziativa di Richard Adler e Paul B. Hartzog:

For writers, Oort-Cloud offers…

  • A place to share experiences in writing, publishing and help one another in dealing with the challenging decisions associated with copyright.
  • A place to reach out to readers, develop stronger ties to them, find new ones, and keep them up-to-date about new and coming works.
  • A place to learn what ideas and issues readers are interested in.
  • A place to help readers understand the issues concerning writers, especially in light of intellectual property issues.
  • A place to share opinions about trends in science-fiction and encounter new ideas that might inspire new creativity.

Wikipedia: un film e ancora sulla pubblicità

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Wikimedia FoundationTruth in Numbers: The Wikipedia Story è un documentario che dovrebbe essere ultimato per la fine di quest’anno e la cui uscita è prevista per il giugno 2008. Tramite una piattaforma wiki, si può contribuire con idee, proposte per il montaggio, nominativi di persone da intervistare. Per arrivare a risultato specifico:

an intimate study of the rise of Internet technology and one man’s (and one hundred million volunteers’) quest to provide free knowledge to the entire world. Jimmy Wales created the collaborative online encyclopedia that anyone can contribute to and edit freely utilizing ‘Wiki’ technology. Wikipedia is one of the most important websites alive today. “We built the 17th [now 9th as of 1/08/07] most popular website on the internet worldwide, how have we done this? It’s you, you’ve done it, I’ve done it we have all done it as volunteers, to me that’s an amazing thing”, Jimmy Wales. Both widely praised and criticized in the media for its user-created encyclopedic, potentially inaccurate, and highly controversial “anyone-can-edit” structure, Wikipedia has quickly become one of the most talked about digital movements of out time.

Al momento è possibile vedere il primo trailer del film e il making of delle riprese effettuate a Beijing, in Cina.

In merito invece alla già discussa questione della pubblicità di Wikipedia, Jimmy Wales torna a parlarne su Ars Technica affermando che:

I can’t say if I would ever support something like that, but I can say that I currently maintain the same position I always have: I am opposed to it.

Questo malgrado l’allarme lanciato di recente sulla crescita del progetto e sul sto sistema di finanziamento di cui si può leggere (in italiano) su Blogs4Biz qualche resoconto partendo da qui e qui.

Brigate ovunque

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[Update] Bierre vendesi su Wittgenstein cita un articolo di Filippo Facci con molti altri titoli e giornali in argomento.

Interessante post di Carlo Felice Dalla Pasqua su Reporters, Le Brigate Rosse erano ubique, in cui mette a confronto tre edizioni di altrettante testate giornalistiche: E Polis Milano, Il Padova (questi due appartenenti allo stesso gruppo editoriale) e LaStampa.it. Le immagini si commentano da sole:


Del resto, si sa che lo spettro del brigatismo si palesa guarda caso spesso alla vigilia di momenti più o meno delicati. E per essere uno spettro efficace, come vuole la tradizione, che sia dovunque è il minimo.

A questo proposito, risultano interessanti gli articoli Vicenza. La strategia della tensione delle ultime ore pubblicato su Carta e Brigate Rosse? Ma quanta fantasia di Marco Cedolin.

Free Cultural Works: definizione collaborativa

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Arrivata alla prima versione stabile, la 1.0, ecco la definizione di Free Cultural Works così come raggiunta dal progetto avviato da Erik Möller. Il quale ha deciso di lavorare in questo senso per derimere l’ambiguità collegata all’espressione “free content” utilizzata all’interno dei progetti afferenti alla Wikimedia Foundation:

This document defines “Free Cultural Works” as works or expressions which can be freely studied, applied, copied and/or modified, by anyone, for any purpose. It also describes certain permissible restrictions that respect or protect these essential freedoms. The definition distinguishes between free works, and free licenses which can be used to legally protect the status of a free work. The definition itself is not a license; it is a tool to determine whether a work or license should be considered “free.”

Prima di ogni altro, leggere

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Ettore è un provocatore e, fedele alla sua indole, lancia una provocazione dal suo blog partendo da una domanda: che cos’è il diritto d’autore? La sua risposta suona pienamente condivisibile:

è il diritto dello scrittore ad essere letto, il diritto che la propria opera diventi patrimonio dell’umanità, che tutti, se lo vogliono, la possano leggere, apprezzare, disprezzare, condannare, osannare, farne quello che vogliono, ma avendola potuta leggere

[Update] E mentre su Riaprire il fuoco si tenta di avviare il dibattito di cui sopra, alla tivvù passa uno spot pubblicitario che non solo veicola concetti falsi, ma pure ormai obsoleti nella loro totale inattenbilità. Per spacciare non so quale bufala, si dice testualmente:

Hacker, cacciatori di dati, nemici della tua idea. Come puoi proteggerla?

Sembra anacronistico, se si pensa che nel 2000 già si potevano leggere articoli come questi:

Il Giurì condanna e blocca lo spot BSA
Microsoft e BSA sotto accusa
Bloccato lo spot “anti-pirateria” della BSA

Quel pasticciaccio della Bassa Modenese

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Le tre streghe di Johann Heinrich FüssliQuel pasticciaccio della Bassa Modenese di Augusto Cortelloni, avvocato cattolico ed ex senatore dell’Udeur, si concentra su un evento specifico per sviluppare un discorso più ampio: il caso di don Govoni, parroco emiliano finito nella seconda metà degli Anni Novanta nel mirino della magistratura per presunti abusi su minori non senza un riferimento esplicito a pratiche sataniche. Stroncato nel 2000 da un infarto quando il pubblico ministero in primo grado chiese una condanna a quattordici anni di reclusione e riabilitato ex morte nei successivi gradi di giudizio (tanto che pochi giorni fa è stata intitolata alla sua memoria una casa di accoglienza), la vicenda del religioso – come quella dei Bambini di Satana – sottolinea che in casi del genere gli abusati sono di due tipologie: oltre coloro che vengono ingiustamente (carte giudiziarie alla mano) imputati e privati del diritto al nome, ci sono anche i minori, strumentalizzati per fini non chiari e comunque loro stessi vittime. Continue reading

Chiude il laboratorio ESP di Princeton

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Princeton Engineering Anomalies Research“In 28 anni abbiamo raccolto tutti i dati di cui avevamo bisogno. Ora non c’è ragione per continuare e duplicare il lavoro già fatto”. Lo dice al New York Times il settantaseienne Robert G. Jahn dall’inizio a capo del Princeton Engineering Anomalies Research (Pear), laboratorio definito come “imbarazzante” da diversi ambienti scientifici. Perché qui si sono studiati i fenomeni etichettati con l’acronimo ESP (Extra Sensorial Perception).

Quando si è diffusa la notizia, si è pensato che entro la fine di febbraio il centro avrebbe chiuso i battenti perché finalmente qualcuno aveva deciso di porre fine – e tagliare i viveri – a esperimenti che troppo spesso sono stati attribuiti all’ambito della fantascienza e del paranormale. E invece no. Nell’articolo A Princeton Lab on ESP Plans to Close Its Doors, si legge invece che Jahn e la sua equipe avrebbero deciso in autonomia, dopo aver raccolto per anni attorno a sé personaggi noti (e generosi) come Keith Jarrett e Laurance Rockefeller. E per il futuro? Dice l’ex capo del Pear:

It’s time for a new era, for someone to figure out what the implications of our results are for human culture, for future study, and — if the findings are correct — what they say about our basic scientific attitude.

Scrivere insieme la storia afro-americana

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Unidentified Free Black Woman, ca. 1852.BlackPast.org – Remembered & Reclaimed nasce come progetto dell’università di Washington per concentrarsi sugli ultimi sei secoli di storia afro-americana e finisce presto per valicare le aule accademiche affacciandosi alla rete con l’obiettivo di espandersi.

Attraverso la costruzione di un’enciclopedia collaborativa e l’apporto di un centinaio abbondante di volontari (tra cui docenti di diverse università, storici indipendenti, documentalisti), sono al momento in lavorazione African American History e African American History in the American West.

Inoltre i documenti prodotti sono messi liberamente a disposizione di chi li consulta e appaiono già piuttosto nutriti gli archivi del progetto.