Quando la crisi cambia le rotte delle migrazioni

Standard

La crisi, i migranti e vecchie rotte verso il continente americano. Questa storia la racconta Sara Chiodaroli su Peacereporter. Le carrette dell’oceano atlantico puntano sia a nord che a sud e i viaggi – che si interrompono e che vengono pagati dai 2.500 ai 7 mila dollari – generano bilanci drammatici.

Dal mese di marzo a oggi sono state intercettate cinque imbarcazioni che portavano a bordo migranti provenienti da Eritrea, Etiopia, Ghana, Somalia, Nigeria, Cina, Bangladesh e Nepal, successivamente messi in stato di detenzione in attesa di rimpatrio o di richiesta di asilo. Il 13 marzo cinquanta migranti sono stati soccorsi dal Servizio Marittimo al largo delle coste del Nicaragua, dopo essere stati abbandonati in alto mare dai ‘coyotes’ colombiani che li avevano condotti a bordo di un peschereccio salpato dalle coste della Colombia, promettendo di lasciarli in Honduras. Tuttavia il viaggio via mare era cominciato ben quaranta giorni prima, dalle coste africane, dopo aver pagato circa 2.500 dollari ai trafficanti locali. Secondo i dati statistici della Direzione Generale per l’Immigrazione del Nicaragua, negli ultimi quattro anni erano stati rimpatriati dal paese centro americano solo nove cittadini di origine africana; questo sbarco ha rappresento quindi un evento straordinario, considerando anche le difficoltà diplomatiche con i rispettivi consolati, per lo più assenti sul territorio nicaraguense per disporre le operazioni di rimpatrio.

E questa è solo una delle storie raccontate nel reportage di Sara Chiodaroli.

Una risata è l’arma segreta di Stalin: il diorama di Terminator

Standard

Laughter is Stalin’s Secret WeaponSconfiggere l’esercito nazista costruendo un soldato-macchina come Terminator. Se l’è immaginato un modellista russo che ha calato la fantascientifica arma protagonista del film di James Cameron in un contesto inusuale. E dall’immaginazione è passato ai fatti costruendo un diorama: l’ambientazione è quella di un campo militare dell’Armata Rossa, l’arco temporale quello dell’invasione dell’Unione Sovietica e Neatorama, che riporta il link alle immagini riprendendolo da Metafilter, dice che il lavoro si chiama “Laughter is Stalin’s Secret Weapon” (la pagina in cui sono pubblicate le fotografie del diorama è scritta in cirillico). Un lavoro davvero ben divertente e curato nei particolari: dalle uniformi ai dettagli, come il cibo dei soldati sul tavolo e gli attrezzi usati per costruire il terminator contro Hitler.

Diario di un fotografo da Roma nei giorni del G8

Standard

Il diario di un fotografo dalle strade di Roma in giorni di G8. I testi sono di Emiliano Mancuso e le foto di Marta Sarlo:

Nella giornata del 7 luglio ho fotografato i blitz e le mobilitazioni dei cosiddetti no-global a Roma, che nelle edizioni on-line veniva descritta come una città sotto assedio tra caos, sassaiole, lacrimogeni. Il giorno seguente le cronache hanno continuato a gettare benzina sul fuoco narrando le gesta dei black bloc. Tutto falso. I black bloc vivono soltanto nella fantasia dei cronisti e forse negli incubi della polizia. Le iniziative del movimento sono state sporadiche e inefficaci specialmente per lo scarsissimo numero dei manifestanti. Il movimento è morto, e lo dimostrano le poche migliaia di persone accorse a L’Aquila per la protesta del 10 luglio. Cinquemila contro le trecentomila di Genova, in forte dissidio con i comitati aquilani che non volevano un corteo nazionale nelle zone terremotate. Ecco come è andata.

(Via Francesco Mosca)

Sciopero anti ddl-Alfano: qualche resoconto dalla rete

Standard

A proposito dello sciopero di ieri contro il ddl Alfano, un po’ di resoconti:

  • Alessandro Gilioli su Piovono Rane, 14 luglio, gente di buon umore:

    Questa cosa che si è fatta oggi, con tutti i suoi limiti, è stata un bel messaggio libertario venuto da un posto libertario come la Rete. Un messaggio che può attraversare fette di società, di media, perfino di Palazzo.

  • Roberto De Giorgi di AgoraMagazine, Internet: La democrazia sotto schiaffo

    Un rapporto predisposto da un gruppo di studio che ha operato nella facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Napoli di Federico II, coordinato dal prof. Roberto Mastroianni, sostiene che – se definitivamente approvato – il disegno di legge Alfano sulle intercettazioni, provocherebbe gravi violazioni alla libertà d’informazione, comportando al tempo stesso una forte compressione al diritto di cronaca ed una limitazione del diritto dei cittadini ad essere informati.

  • Repubblica, La Rete imbavagliata dal ddl Alfano protesta

    E la protesta dei blogger non si ferma qui: è stata annunciata anche la costituzione della ‘Consulta permanente per il Diritto alla Rete’ con “l’obiettivo di aprire un tavolo di confronto tra il mondo della Rete e la politica che tenga conto della libertà di espressione e di informazione e soprattutto delle necessità di chi la Rete la vive ogni giorno come utente e cittadino”.

La donna ideale e la sagace satira di Vibrisse

Standard

La donna idealeIn un periodo in cui l’immagine femminile, oltre che opinabile quando si parla del corpo delle donne, è anche considerata per la sua auspicabile orizzontalità al mondo del potere (ma mica solo quello), il bollettino di letture e scritture curato da Giulio Mozzi, Vibrisse, ha avviato la pubblicazione di una serie di retoriche radunate sotto la dicitura La Donna Ideale.

E così signori venghino a vedere la donna ideale (nell’era televisiva) o la d.i. (messa in sicurezza), quella (da montare) con relativi suggerimenti per i problemi di assemblaggio, la d.i. (secondo Giacomo Biffi) o la d.i. (formula) o l’evergereen (gonfiabile) (che m’ha fatto tornare in mente il quasi omonimo racconto di Joe R. Lansdale – Love Doll: A Fable il titolo originale – contenuto nell’antologia Maneggiare con cura). Ne viene fuori una graffiante satira sulla concezione della donna per luoghi comuni che passano attraverso rappresentazioni pubblicitarie, boutade, segreti desideri sbandierati in giro e stereotipi di genere vario. Soprattutto di ‘sti tempi – e ci si riaggancia all’inizio – in cui, citando Stefano Di Michele sul Foglio, pare che il dramma [sia] alle porte.

La rete è un diritto, non c’è legge che tenga

Standard

Diritto alla ReteSi avvicina il giorno per protestare contro i bavagli legislativi alla rete, in codice il primo si chiama diritto alla rete e sempre il codice il secondo è il ddl Alfano. Il giorno è il 14 luglio, martedì, e in termini più prosaici di parla di sciopero dei blogger. Che prevede una manifestazione a Roma, in piazza Navona (a partire dalle 19), a cui ci si deve presentare facendo attenzione a un particolare: si deve andare imbavagliati. In alternativa, si può partecipare “da remoto” in doppia modalità. La prima prevede quanto segue:

L’idea funziona così: inviate a Diritto alla Rete una vostro foto imbavagliati (attenzione: bavaglio di stoffa, pezzo di lenzuola, ecc, per essere tutti sincronici!). Noi prepareremo uno slideshow o un video con sottotitoli in inglese. Tutti imbavagliati in Italia, una notizia che rischia di fare il giro del mondo.

La seconda opzione (non alternativa alla prima):

  • 1 – pubblica sul tuo blog il logo col megafono che vedi a lato: scarica il logo e pubblicalo
  • 2 – Titolo del post: “Oggi sciopero”
  • 3 – Pubblica la tua foto col bavaglio, se puoi.
  • 4 – Segnala il link a Diritto alla Rete per le nuove adesioni. Scrivi ad esempio: “Adesione all’appello di Diritto alla Rete contro il DDl alfano che imbavaglia la Internet italiana”.

Giorgio Ambrosoli a trent’anni di distanza

Standard

  • Giorgio Ambrosoli, ucciso per aver fatto «politica in nome dello Stato», Orazio Carabini sul Sole 24 Ore:

    Era stato nominato commissario della Banca privata italiana, cuore dell’impero di Sindona, nel 1974, dal governatore della Banca d’Italia Guido Carli. Era un professionista milanese, non molto in vista, e aveva già gestito la liquidazione della Sfi, una finanziaria vicina a Giuseppe Pella, un pezzo grosso della Dc.
    Cresciuto in un ambiente conservatore, aveva militato nell’Unione monarchica e nella Gioventù liberale. Chiamato a dipanare la matassa del crack Sindona, non fece sconti a nessuno. Il finanziere siciliano era protetto da Giulio Andreotti e dalla sua corrente Dc, aveva stretti legami con il Vaticano dove, all’epoca, imperversava Paul Marcinkus con il suo Ior, con la mafia, con la massoneria più torbida, quella P2 di Licio Gelli che fu scoperta solo parecchi anni dopo. Ma Ambrosoli non si fece mai intimidire e completò il suo lavoro nonostante gli avvertimenti e le minacce.

  • Della vicenda se ne può leggere nei libri Un eroe borghese di Corrado Stajano e Qualunque cosa succeda di Umberto Ambrosoli. E vederne nel film di Michele Placido che si intitola come il volume di Stajano, qui la scheda.

    L’opinabile tema legato al corpo delle donne

    Standard

    The beauty of women - Foto di Daniel Horacio AgostiniSe il contenuto è opinabile, lo si dica solo dopo averlo visto, il documentario Il corpo delle donne. Vederlo non è operazione complessa, dato che sta per intero online. No, perché la definizione dell’aggettivo opinabile mi sembra abbastanza chiara: “discutibile, controverso”. Il film di Lorella Zanardo mi sembra che più che discutibile debba far discutere. E invece si provi a dare un’occhiata al suo post di oggi La trasmissione viene momentaneamente interrotta?:

    Da stamane chi si vuole collegare al sito www.ilcorpodelledonne.com si trova l’accesso sbarrato da un avviso: “Alcuni lettori di questo blog hanno contattato Google poiché ritengono che il contenuto del blog sia opinabile”. Quali sono i contenuti opinabili? È ancora possibile portare avanti una critica educata e circostanziata nella società in cui viviamo? Siamo fiduciosi di potervi dare risposte rassicuranti al piu’ presto: ci siamo attivati per capire da Blogger chi e perché ci vuole oscurare.

    Se ne parla anche su Lipperatura mentre per leggere una chiacchierata con Lorella Zanardo si veda l’intervista realizzata da Luigi Milani.

    Se n’è andato Beppe Cremagnani, autore di “G8/2001” e molto altro

    Standard

    Del documentario G8/2001 – Fare un golpe e farla franca si era parlato varie volte da queste parti. E anche di uno dei suoi autori, Beppe Cremagnani, che, stroncato da un infarto, se n’è andato. Su Peacereporter il ricordo del giornalista e scrittore:

    Nato a Milano nel 1951, Giuseppe Cremagnani, da tutti conosciuto come Beppe, si è laureato in Giurisprudenza all’Università Statale di Milano. Ben presto ha intrapreso la carriera di giornalista passando attraverso innumerovoli esperienze. Giornalista e autore televisivo, ha lavorato a la Repubblica e a l’Unità ed è stato autore di numerose trasmissione televisive: Milano, Italia; Il laureato; Inviato speciale; La nostra Storia; Ragazzi del 99; Vento del Nord; L’elmo di Scipio. E’ stato consulente della trasmissione «Che tempo che fa» e collaboratore con «Diario». Con la Luben Production, una delle sue ultime passioni, ha realizzato importanti film-documentari sulle cronache, tristi, delle vicende italiane degli ultimi anni: oltre a “G8/2001 fare un golpe e farla franca”, “Quando c’era Silvio”, “Uccidete la Democrazia”, “L’Ultima Crociata” e “Gli imbroglioni”.