GialloLuna NeroNotte: la letteratura di genere torna in Romagna per l’ottava volta

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GialloLuna NeroNotte

Parte il 1 ottobre e si conclude il 12 l’edizione 2010 (l’ottava) di GialloLuna NeroNotte – Festival del giallo e del noir italiani tra Ravenna e Forlì:

Proseguendo nell’indagine sulla letteratura di genere, il festival GialloLuna NeroNotte […] lo sguardo sulla narrativa “di paura”, o gotica, partendo dai vampiri, simbolo “nobile” dei non-morti. Il tutto presentato al pubblico attraverso incontri con gli autori, mostre, concerti, cene con delitto, conferenze, iniziative editoriali di solidarietà che […] prenderanno vita in vari luoghi.

Il programma è questo e a breve saranno online anche i luoghi. In ultimo (but not least) una delle menti dietro a questo festival è davvero uno spettacolo.

Bram Stoker, i vampiri e la storia del cinema di genere

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The Dark ScreenFranco Pezzini e Angelica Tintori sono gli autori del libro The Dark Screen. Il mito di Dracula sul grande e piccolo schermo (Gargoyle Books, 2008) che attraversa, con chiave saggistica ma tono narrativo, la storia del cinema per seguire la figura dei miti vampirici e la loro rappresentazione tra ruoli e personaggi. Infatti:

A più di un secolo dalla sua prima apparizione, il mito di Dracula mantiene intatto il proprio fascino, ispirando di continuo nuove produzioni cinematografiche e televisive basate sulle sue gesta: dalle molteplici e più diverse trasposizioni della vicenda originaria ai numerosi sequel, fino a storie del tutto autonome, attraverso una lunga serie di maschere interpretative di cui Max Schreck, Bela Lugosi, Christopher Lee, Klaus Kinsky, Gary Oldman sono solo i nomi più noti. Quali i motivi di un successo così clamoroso e longevo?

A rispondere ci provano i due autori: Pezzini in qualità di studioso dei rapporti tra letteratura, cinema e antropologia; Tintori avvalendosi della sua esperienza di soggettista e sceneggiatrice (ha lavorato tra l’altro per alcune serie della Bonelli). La prefazione del libro è stata scritta dal critico cinematografico Alberto Farina, che dice:

In questo lavoro davvero monumentale, l’opera di Stoker non è solo la pietra di paragone di tutti i film che ne sono stati tratti [ma] è evidente che ogni deviazione o modifica rispetto alla fonte originale ha avuto una sua ragione precisa nel contesto storico in cui è stata decisa e proprio per questo può rivelarsi, a un esame attento, estremamente significativa.