Schegge contro la democrazia: mercoledì la presentazione e un primo articolo sull’Unità

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Schegge contro la democraziaL’articolo che segue, a firma di Giulia Gentile, è stato pubblicato sul quotidiano L’Unità ieri, 25 luglio, a pagina 2 dell’edizione dell’Emilia Romagna. Riprende alcuni punti contenuti all’interno di Schegge contro la democrazia, scritto con Riccardo Lenzi e in uscita mercoledì prossimo per i tipi di Socialmente Editore. A proposito di dopodomani e del volume, due segnalazioni: il 28 luglio, a mezzogiorno, presso la sede dello Spi-Cgil Emilia Romagna (coeditore insieme allo Spi-Cgil territoriale di Bologna, via Marconi 69) ci sarà la conferenza stampa di presentazione mentre se ne tornerà a riparlare il 31, alle 21, presso la libreria Ambasciatori con Carlo Lucarelli. Qui il pdf (128KB) con il dettaglio dei due appuntamenti.

Istantanea da un giorno qualunque, ad una manciata di ore dalla strage di Bologna. Da un paio di settimane, i terroristi neri Valerio Fioravanti e Francesca Mambro – poi condannati in via definitiva insieme a Luigi Ciavardini come esecutori materiali dell’attentato alla stazione di Bologna – sono ospiti in Sicilia del dirigente del gruppo di estrema destra Terza posizione, Francesco ‘Ciccio’ Mangiameli, che poi uccideranno a settembre dello stesso anno tentando di far sparire il cadavere nel lago romano di Tor de’ Cenci. Per i giudici è a casa di Mangiameli, eliminato per essere diventato un testimone pericoloso della strage, che la coppia dei Nuclei armati rivoluzionari (Nar) incontra un tale Gaspare Cannizzo.
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“Schegge contro la democrazia”: oggi il panorama consente di fare qualche passo di più verso i mandanti

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Schegge contro la democraziaIl testo che segue è a prefazione del libro Schegge contro la democrazia scritto a quattro mani con Riccardo Lenzi, in uscita (sia in libreria che su web) il prossimo 28 luglio. La prefazione è firmata da Claudio Nunziata.

Da quel 2 agosto 1980 la realtà è profondamente cambiata. Nonostante il resto del mondo stia viaggiando nella modernità, in Italia ci si è fermati alla realizzazione del progetto politico di Licio Gelli che, pur nato già vecchio, ha trovato attuazione vent’anni dopo. Un progetto politico autoritario che tenta di azzerare il metodo del confronto democratico, stravolgere i principi affermati nella Costituzione e resuscitare le vecchie nostalgie di ex partigiani monarchici, cattolici tradizionalisti ed ex repubblichini riciclatisi nella giovane Repubblica.

Dopo la parentesi golpista sviluppatasi sotto il patronato della coppia Kissinger-Nixon (1969-1974), fu avviato un progetto di trasformazione autoritaria molto più sofisticato, che la debolezza dei normali strumenti di difesa della democrazia affidati a servizi di sicurezza, oramai inquinati dalle pratiche degli anni precedenti, e a una procura romana non sempre attenta, incoraggiò. I successivi e progressivi passaggi – il sequestro del figlio dell’ex-segretario del Psi, onorevole Francesco De Martino (5 aprile 1977), il sequestro e dell’omicidio di Aldo Moro (16 marzo 1978), l’omicidio del segretario della Dc siciliana Michele Reina (9 marzo 1979) e poi quello del presidente della Regione siciliana Piersanti Mattarella (6 gennaio 1980), la strage di Bologna (2 agosto 1980) e l’eliminazione di buona parte della migliore classe dirigente del Paese che avrebbe potuto costituire un ostacolo o frapporsi alla attuazione del Piano – rappresentano le tappe dell’affermazione del nuovo soggetto politico formatosi dalla alleanza tra i ceti massonici, paramassonici e i mafiosi più spregiudicati.
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“Schegge contro la democrazia”: 2 agosto 1980, le ragioni di una strage nei più recenti atti giudiziari

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Schegge contro la democraziaUn tour de force tutt’altro che concluso, quello che porterà il prossimo 28 luglio all’uscita di questo nuovo lavoro, Schegge contro la democrazia – 2 agosto 1980: le ragioni di una strage nei più recenti atti giudiziari, scritto con il collega Riccardo Lenzi e con la prefazione di Claudio Nunziata, magistrato che a lungo ha indagato sulle stragi in Italia:

La strage alla stazione di Bologna fu il più grave attentato del periodo che va sotto l’espressione «strategia della tensione»: 85 morti e duecento feriti. Per questo furono condannati gli esecutori materiali – terroristi di estrema destra dei Nuclei Armati Rivoluzionari – e i depistatori, appartenenti ai servizi segreti militari e alla loggia P2, a iniziare dal suo capo, Licio Gelli. Ma periodicamente si tenta di introdurre elementi revisionisti che mettano in discussione le poche realtà accertate in sede processuale. Questo libro ripercorre testimonianze, relazioni parlamentari e atti giudiziari arrivando fino all’ultimo processo di Brescia per la strage di piazza della Loggia (28 maggio 1974) e giunge a una conclusione: è vero, mancano i mandanti, ma le responsabilità materiali e gli intralci alla giustizia hanno un’identità. Un’identità già scritta nella sentenze.

Questo libro vuole essere un tributo contro facili revisionismi all’Associazione tra i familiari delle vittime alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980 a trent’anni dalla bomba nella sala d’aspetto di seconda classe. E ancora una volta, per giungere alla pubblicazione, c’è la collaborazione di Socialmente Editore, la casa editrice fondata da Oscar Marchisio, e in particolare di Ornella Pastorelli. Ma c’è anche il concreto supporto di SPI CGIL Emilia Romagna e SPI CGIL Bologna, a nome delle quali Maurizio Fabbri e Bruno Pizzica firmano il documento iniziale.

A partire da fine mese, dunque, Schegge contro la democrazia sarà in libreria e anche su web.