I Siciliani Giovani: Gennaro Ciliberto, la storia di un testimone contro la camorra che da tre anni vive senza protezione

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Gennaro CilibertoSenza le sue parole, all’origine dell’indagine, l’udienza davanti al giudice per le indagini preliminari di Monza non si sarebbe conclusa con un processo a carico di tutti e cinque gli imputati. Gennaro Ciliberto, testimone di giustizia contro la camorra, fin dall’inizio aveva indicato loro, alcuni con precedenti per associazione camorristica e che in questa vicenda sono accusati in concorso tra loro per reati come attentato alla sicurezza dei trasporti e falsità in atto pubblico commesso da pubblici ufficiali. La storia che racconta l’uomo, che da professionista onesto ha detto no a qualsiasi forma di connivenza con la criminalità organizzata, è quella di una passarella pedonale a Cinisello Balsamo, in provincia di Milano, i cui “lavori di saldatura delle parti metalliche [sono stati] gravemente mal eseguiti” al punto da determinare “il rilevante pericolo di deformazione e di crollo”. Le parole provengono dalla richiesta di rinvio a giudizio firmata lo scorso 2 settembre dal pubblico ministero Franca Macchia e il processo inizierà il 17 marzo 2014. Una novantina di giorni che tuttavia a Ciliberto sembrano troppi. È lui infatti che, oltre a dare il via a questa inchiesta, ne ha fatte avviare quattro inchieste e che da tre anni attende di essere inserito nel programma di protezione dei testimoni di giustizia.

“Non lasciatemi solo”, è quanto ripete da tempo il quarantunenne napoletano già a capo della sicurezza sul lavoro del cantiere. “Non riesco più a tutelarmi da me, posso solo attendere che arrivi il sì alla mia salvaguardia”. Qualcosa, in questo senso, sembra muoversi. Dopo anni e decine di pagine di verbali riempite con le sue dichiarazioni, i segnali ci sono. Giuseppe Pignatone, dal marzo 2012 al vertice della procura di Roma, dichiara: “Stiamo istruendo la sua pratica, speriamo di concludere in tempi brevi”. E dello stesso avviso, secondo quanto afferma il testimone, sono le indicazioni giunte dalla segretaria di Filippo Bubbico, viceministro dell’Interno e presidente della Commissione centrale per la definizione e l’applicazione delle speciali misure di protezione. Indicazioni in base alle quali il caso di Ciliberto sarebbe tra i primi in esame e una risposta potrebbe giungere a giorni, forse già dopo l’8 dicembre.

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Lea Garofalo: ergastolo in primo grado ai sei accusati del delitto della testimone di giustizia

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Lea Garofalo

Dal sito del Fatto quotidiano, sei ergastoli per l’omicidio di Lea Garofalo, la testimone sciolta nell’acido:

Sei ergastoli per l’omicidio di Lea Garofalo, la testimone di giustizia sequestrata a Milano nel 2009, poi uccisa e sciolta nell’acido in un terreno di Monza. Lo ha deciso la Corte d’Assise di Milano che oggi ha condannato al carcere a vita l’ex compagno della donna, Carlo Cosco, e gli altri 5 imputati. Accolte integralmente le richieste del pm Marcello Tatangelo.

I giudici della Prima corte d’Assise hanno condannato Carlo Cosco e il fratello Vito a 2 anni di isolamento diurno, mentre Giuseppe Cosco, Carmine Venturino, Rosario Curcio e Massimo Sabatino a un anno di isolamento diurno. I danni patiti dalle parti civili, hanno stabilito i giudici, verranno determinati in separata sede. Come provvisionale, però, gli imputati dovranno risarcire la figlia della vittima, Denise Cosco, per 200 mila euro, e il Comune di Milano per 25 mila.

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