Addio a Francesca Dendena dell’Associazione vittime della strage di Piazza Fontana

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Dal blog di Aldo Giannuli, un ricordo di Francesca Dendena, dell’Associazione vittime della strage di Piazza Fontana scritto da Francesco Barilli:

L’avevo incontrata nel marzo 2009, a casa sua. Era già ammalata, ma combattiva come sempre. “Devo partire da un aneddoto di quarant’anni fa, quando andammo a recuperare la macchina di mio padre. Già allora incontrammo alcuni giornalisti e a me – forse per esuberanza giovanile – venne spontaneo dire: mai più… Una cosa del genere non dovrà più succedere. E io, dicevo a me stessa, avrei dovuto impegnarmi affinché un’esperienza così terribile non dovesse capitare ad altri”.

Quel giorno dovevo intervistarla per il libro che stavo curando con Matteo Fenoglio sulla strage, che sarebbe uscito pochi mesi dopo (“Piazza Fontana”, ed. BeccoGiallo). Le avevo fatto leggere la prima bozza della sceneggiatura, e nel fumetto aveva notato una citazione dell’intervista che mi aveva concesso nel 2005, a pochi giorni dalla sentenza “tombale” della Cassazione (un verdetto che, pur riconoscendo le responsabilità della destra eversiva, aveva mandato assolti gli imputati). Proprio la vicinanza temporale a quella sentenza aveva portato Franca a parole amare: “Se penso a questo, al dolore dei parenti delle vittime, a tutte le battaglie fatte per avere giustizia, viene spontaneo dire: hanno vinto loro, quelli che hanno voluto le stragi…”. Nel marzo 2009, rileggendo quelle parole, aveva commentato: “dovevo essere proprio demoralizzata, in quel periodo!”.

Era la figlia di Pietro Dendena. Qui un’intervista che Barilli fece a Francesca Dendena.

Dall’Ovra alla riforma del 2007: storia di apparati dello Stato

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Come funzionano i servizi segreti di Aldo GiannuliDi certo Aldo Giannuli un effetto lo ottiene, con il libro Come funzionano i servizi segreti – Dalla tradizione dello spionaggio alle guerre non convenzionali del prossimo futuro, pubblicato poche settimane fa per Ponte alle Grazie. L’effetto primo è quello di sfogliare le pagine dei giornali e guardare il piccolo schermo televisivo con (se possibile) maggior scetticismo di prima.

Il motivo è presto detto e lo spiega bene l’autore nelle pagine del volume: il peso che gli apparati di intelligence hanno avuto e hanno tutt’oggi sul sistema dell’informazione mainstream è molto più esteso di quanto non si possa pensare. Che questo peso sia però poco recepito a livello di opinione pubblica trova una duplice spiegazione: da un lato, si deve guardare nell’intrinseca natura di un struttura di sicurezza, che deve far parlare poco di sé; dall’altro, invece, l’azione dei servizi segreti rimane un ambito poco sondato perché gli storici e gli accademici se ne sono occupati in via marginale.

Sbagliando, precisa Giannuli. È infatti opinione diffusa che non sia possibile conoscere modalità operative e analitiche dei servizi proprio per la loro compartimentazione rispetto al resto della società. Ma questa impenetrabilità è solo apparente: se la pubblicistica è infatti poco fitta (un’opera di analogo spessore è I servizi segreti in Italia. Dal fascismo alla seconda Repubblica di Giuseppe de Lutiis, uscita per Editori Riuniti nel 1998 e non più in commercio), c’è altra documentazione che si può studiare. In primis gli atti giudiziari che, ripercorrendo singole vicende, come lo stragismo degli anni di piombo, indicano in modo piuttosto dettagliato come i servizi abbiano giocato il proprio ruolo. Un ruolo non sempre a garanzia dei cittadini.
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“A parole, in breve”, seconda puntata: “Come funzionano i servizi segreti” di Aldo Giannuli

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Come funzionano i servizi segreti di Aldo GiannuliSu GNUFunk Radio andrà online giovedì sera alle 20.20 (e in replica una settimana più tardi) la seconda puntata di A parole, in breve, che recensisce il libro Come funzionano i servizi segreti (Ponte alle Grazie, 2009) di Aldo Giannuli:

Un libro che fornisce un’introduzione completa, appassionante, progressiva e persino, sotto molti aspetti, pratica a tutti gli aspetti della moderna attività d’intelligence. Attingendo a molteplici esempi tratti dalle attività dei servizi italiani, statunitensi, israeliani, inglesi, francesi, tedeschi, cinesi, vaticani ecc., Aldo Giannuli, conduce il lettore in una strabiliante rassegna delle «missioni»: dall’ABC della manipolazione informativa e delle veline ai giornali, passando per l’omicidio e il rapimento, fino ai ben più complessi e inquietanti scenari della lotta al terrorismo, dei progetti eversivi, della guerra finanziaria, psicologica, culturale e delle altre guerre non convenzionali. Ma Giannuli fa anche di più, ci fa scoprire i tanti modi in cui i servizi già oggi praticano «guerre a bassa intensità»: guerre invisibili e distruttive in cui nessun governo può fare a meno di investire risorse crescenti. Dunque nel cuore di ogni Stato, per democratico che sia, esiste chi non agisce in base alle leggi, ma gode di una licenza al «tutto per tutto», spesso servendo gli interessi di fazioni politiche, grandi imprese, poteri forti. Fatto sta che, come dimostra Giannuli, i servizi «sono ormai un gorgo che risucchia sempre nuovi ambiti: la cultura, la comunicazione, la scienza, l’economia, la finanza, il commercio, l’immigrazione, la dimensione cognitiva». Siamo già al Grande Fratello? Ed esiste un antidoto a questo stato di cose?

Il brano che accompagna questa puntata si intitola They’re Building A Wall, è contenuto nell’album For The Moment di David Rovics ed è rilasciato con una licenza Creative Commons BY-NC-SA.

La puntata sarà ascoltabile e scaricabile da Archive.org.

S’avvicina l’anniversario di piazza Fontana ed è dibattito sul doppio Stato

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Il dibattito sul doppio Stato. In corso sul sito di Aldo Giannuli. Perché, scrive l’autore:

Nonostante manchino ancora molti mesi al 40° anniversario di piazza fontana, la marcia di avvicinamento verso quell’importante data è già cominciata. Libri, articoli, provocazioni e polemiche si contano già numerosi, alcuni di più alto profilo, altri di basso e un po’ patetico livello…