Enrique Meneses e le foto di Castro sulla Sierra Maestra

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Enrique MenesesEnrique Meneses è un fotoreporter nato a Madrid nel 1929 che ha lavorato per grandi testate (come Life, Paris Match e Playboy) e attraversato numerosi paesi dal Medioriente all’India passando per il continente americano. Nei suoi viaggi si è fermato anche a Cuba e ha seguito l’evolversi della rivoluzione che nel 1958 Che Guevara e Fidel Castro portarono a compimento contro il regime di Fulgencio Batista. A cinquant’anni da quella storia, Time pubblica le immagini di Meneses riunendole nella galleria Fidel Castro in the Jungle (altre hanno dato vita a libri come Fidel Castro, uscito nel 1966 per Afrodisio Aguado e Castro, empieza la revolución, pubblicato nel 1995 per Espasa Calpe). Il settimanale statunitense, accanto alle immagini scattate in quegli anni, mette online anche l’articolo After 50 Years of Castro’s Cuba, Will the Cold War End?

Infine un’ultima nota su Enrique Meneses, che oltre al leader cubano ha fotografato alcuni dei più celebri personaggi del passato recente. Un po’ come si raccontava poco tempo fa a proposito di Sergio Lepri, che a quasi novant’anni punta sul web per il suo 1943. Cronache di un anno, anche il fotoreporter spagnolo ha scelto uno strumento di condivisione per i suoi scatti: su Flickr infatti c’è un centinaio di immagini suddiviso tra 40 years of international photography e Fidel Castro y Sierra Maestra.

Hulton Archive (Getty Images): promuovere mettendo a disposizione

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Short and Sweet e Getty Images hanno lanciato una sfida: usare le immagini dell’Hulton Archive per creare dei corti attraverso le idee di giovani filmmaker. Un sistema per promuovere un bacino di materiale ricco, disponibile e di materiale estremamente eterogeneo. Altri tre video sono disponibili qui.

(Via Claudio e The Online Photographer)

“Mi Cuba”: racconto caraibico per testi e immagini

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Mi CubaGordiano Lupi della più nota tra le isole dell’arcipelago caraibico settentrionale ha scritto e tradotto diversi testi (per esempio questo). E ora, per le Edizioni Mediane e con il contributo fotografico di Stefano Pacini, esce Mi Cuba, volume recensito un paio di giorni fa TellusFolio.it:

Cuba non è solo una bella mulatta che dimena i fianchi al Tropicana, come non è solo Fidel Castro e i ricordi d’una rivoluzione. Cuba è l’insieme della sua gente, un crogiolo di razze e culture che ha prodotto un modo di pensare e di vivere che caratterizza un popolo. Il libro si apre con un prologo poetico, una sorta di nostalgico saluto alla patria lontana che il poeta Julio San Francisco, esule a Madrid, compie con la lirica L’esiliato (El desterrado). Nei capitoli successivi troviamo una breve storia di Cuba, musica e cultura cubana, santeria e religiosità cubana, Cuba nelle pagine dei narratori, il racconto dell’Avana di Alejo Carpentier, Cuba nel cinema di Andy Garcia, la cucina cubana, un reportage narrativo lungo le strade della Cuba quotidiana e la storia di quarantonove anni al potere di Fidel Castro. Non poteva mancare un capitolo su Yoani Sánchez, eroica blogger cubana.

Il blog di Yoani Sánchez è Generación Y e qui si può scaricare il pdf con le prime sedici pagine del libro di Gordiano.

Un fotoreportage per sostenere l’assistenza medica in Honduras

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La Moskitia, Gracias a DiosVia ultimo:

“Le popolazioni indigene hanno pari diritto di godere del livello più alto possibile di salute mentale e fisica e quindi hanno il diritto all’accesso a tutti i servizi sociali e sanitari senza alcuna discriminazione sulla propria terra”. Così si legge nella Dichiarazione dei diritti dei popoli indigeni, eppure nella Moskitia honduregna nel Dipartimento di Gracias a Dios il tasso di mortalità neonatale è di 22 morti su 1000 nascite e il tasso di mortalità infantile è di 77 su 1000. Il libro La Moskitia, Gracias a Dios – una sonrisa para los Miskitos, di Nanni Fontana, che sarà presentato presso Caminadella Dolci, in via Caminadella 23 a Milano, sabato 20 dicembre dalle ore 17.30. I proventi della vendita del libro serviranno ad acquistare una clinica mobile, un’imbarcazione con personale medico attrezzata per fornire assistenza sanitaria di base agli indios Miskitos in Honduras.

Da qui può essere scaricato un estratto del volume fotografico realizzato in collaborazione con Imagine Onlus.

Nonostante la vostra cortese ospitalità: 30 anni di legge Basaglia

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Nonostante la vostra cortese ospitalita'Nonostante la vostra cortese ospitalità è una mostra fotografica che verrà inaugurata a Bologna il prossimo 15 dicembre e che sarà visitabile fino al 20 gennaio (Ala Collamarini dell’Accademia di Belle Arti). Specifico l’argomento, riassunto nel sottotitolo dell’esposizione: dalla chiusura dei manicomi alla tutela della salute mentale oggi. Iniziativa concepita all’interno del trentennale della legge 180/78, quella che viene ricordata anche attraverso il nome del suo artefice, Franco Basaglia, e curata dall’artista Tomaso Mario Bolis e dal docente di storia della fotografia Claudio Marra, ecco come viene presentata la mostra:

Persi definitivamente gli edifici che contenevano i manicomi e le loro scenografie e cancellate la perentorietà, l’unicità, la sicurezza e l’istituzionalità dell’ospedale psichiatrico, la sfida della fotografia è quella di riuscire a dare immagini efficaci del disagio mentale tra noi. La fotografia comunica al di là degli stereotipi il disagio che, nonostante la grande rimozione, sicuramente non è scomparso, ed esplora nuovi luoghi, nuove esperienze di vita, lo spazio conquistato per la piena espressione delle persone.

Accanto agli scatti più recenti, un’area dell’esposizione è dedicata ad immagini storiche dell’istituto Roncati.

(Via OltreGomorra)

Fotogiornalismo e tecnologie: la guida di Black Star

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Photojournalism, Technology and EthicsLiberamente scaricabile dalla rete in formato pdf, il testo Photojournalism, Technology and Ethics: What’s Right and Wrong Today? realizzato e messo a disposizione dall’agenzia Black Star mette a confronto tre ere del fotogiornalismo – passata, quella recente fino al ventesimo secolo e ciò che potrà forse essere nel futuro prossimo – e cerca di delineate un rapporto corretto tra ricorso alla tecnologia e genuinità di un’immagine. Che – raccomanda la guida – non va alterata nel momento in cui si racconta per fotografie perché, come scritto nell’indice, le “nostre foto devono sempre raccontare la verità”.

Con un’impostazione verso l’informazione dal basso non sempre condivisibile – i toni verso i contenuti self made spesso tornano a sottolineare talvolta il refrain dell’autorevolezza della fonte e della qualità del contenuto – il testo risulta comunque interessante anche per cui si avvicina alla fotografia da una prospettiva che non è quella di un fotoreporter di professione. Di fatto, oltre a raccomandare di evitare gli artifici del fotoritocco se si vuole conservare la genuinità della realtà che si ritrae, racconta dell’approccio di fotografi celeberrimi come Robert Capa e fa una cronistoria della manipolazione fotografica con relative controversie anche legali.

L’archivio fotografico di Life sta andando online

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Canadian troops in their trenches during World War IUn archivio fotografico che parte dalla seconda metà del XIX secolo e arriva a oggi. Lo segnala Lsdi quando scrive che va online l’archivio di Life. O almeno ci sta andando. E quando si dice l’archivio, si intende proprio la quasi totalità delle fotografie della celebre rivista, quando il progetto sarà ultimato: nel momento in cui tutto sarà digitalizzato e in rete, ci saranno 10 milioni di immagini, pari al 97 per cento dell’intero patrimonio, disponibili attraverso un accordo tra Google e Time Inc. L’archivio digitale viene suddiviso per annate e per argomenti ed ecco che racconta di quanto c’è a oggi Lorenzo Di Palma su TheInquirer.it:

La collezione di immagini digitalizzate comprende foto e incisioni prodotte per Life Magazine a partire dagli anni ’70 e riporta “in vita” immagini storiche – scattate da maestri della fotografia come Alfred Eisenstaedt, Gjon Mili e Nina Leen – altrimenti destinate a un polveroso archivio.