Ritratti dalle banlieue parigine: quando la street art racconta più di un pezzo di cronaca. Via WoosterCollective.com.
scatti
Dissacrante storia dei falsi fotografici: in discussione anche i miti
StandardBreve storia degli inganni fotografici: è un articolo con relativa galleria pubblicati dal New York Times. A firmarlo è Larry Rohter che recensisce il libro Shadows of Photography di José Manuel Susperregui, un ricercatore che sembra destinato a sollevare qualche dibattito. Infatti, partendo dalla ripresa che fa del libro Exibart:
il docente del dipartimento di comunicazione audiovisiva dell’Universidad del País Vasco, si dice certo di poter documentare che l’immagine del miliziano Federico Borrell Garcia morente sia stata realizzata a Llano de Banda, una zona di campagna vicino al piccolo villaggio di Espejo, Spagna del sud, circa 25 miglia da Cerro Muriano e quindi lontano dal fronte di guerra, dove invece la storiografia colloca la scena.
Un angelo solitario che vive ai margini di un bosco
StandardIl monumento delle scarpe sul lungo Danubio
Standard
In memoria delle vittime degli eccidi nazisti nella capitale ungherese. La storia del monumento e degli eccidi si può leggere alla voce di Wikipedia Shoes on the Danube Promenade.
Budapest: occhi su una tromba d’aria
StandardPhotographers in Conflict: dall’altra parte dell’obiettivo
Standard
Photographers in Conflict è una pubblicazione che nasce all’interno del festival internazionale di fotogiornalismo Visa pour l’Image in Perpignan (si tiene a Perpignan, nel sud della Francia) da un’idea che ha avuto una coppia di addetti ai lavori, Goran Galic e Gian-Reto Gredig:
Dopo Abu Ghraib e lo tsunami, un gruppo di trentadue fotografi è stato invitato dai due artisti in uno spartano studio verniciato di nero. Lo scopo: catturare il ritratto [di chi aveva seguito quelle e altre storie] e fare loro anche interviste video. Isolando i fotogiornalisti e piazzandoli di fronte alle loro macchine, Galic e Greding invertono la relazione di potere asimettrica tra fotografo e soggetto ed esplorano l’auto-percezione dei fotografi.
Per vedere i risultati di quanto realizzato, una dozzina di scatti è disponibile online così come alcuni dei video realizzati. La versione cartacea del progetto è stata pubblicata da Kodoji Press di cui altro bel libro – sempre fotografico – è Reality and fiction, opera della tedesca Katja Stuke.
(Via Ultimo)
Scatti dalla Grande Guerra: e ora si cerca di ricostruirne la storia su web
Standard
Il quotidiano inglese The Indipendent pubblica un’esclusiva che arriva dagli anni della prima guerra mondiale: quasi trecento fotografie scattate a Warloy-Baillon, in Francia, probabilmente da un amatore e ritrovate poco tempo fa. Nel lungo articolo che accompagna le immagini, si racconta che probabilmente quello fu l’ultimo scatto per la maggior parte di loro: a una quindicina di chilometri dal paese, che si trova nel dipartimento della Somme, c’era il fronte che vedeva i soldati di alcune nazioni della Triplice Intesa contrapporsi agli eserciti degli imperi centrali. Una linea di fuoco che nel giro di pochi mesi – dal luglio al novembre 1916 – causò un milione di morti tra i diversi schieramenti.
Le immagini sono state conservate da due abitanti della Somme: Bernard Gardin, sessantenne con la passione per la fotografia, e Dominique Zanardi, un ristoratore della zona. I quali, ritrovate per caso le lastre, le hanno fatte restaurare e ne hanno fatto una copia digitale. Ma non hanno molte delle risposte alle domande che quelle fotografie hanno sollecitato. Neanche dopo che sono state sottoposte all’analisi di storici specializzati in quel periodo. Per esempio non si sa come si chiamasse nessuno degli uomini ritratti, sono tutti sconosciuti, e altrettanto sconosciuti sono i civili che in alcuni casi compaiono accanto a loro: bambini, a volte, oppure donne dallo sguardo intimidito. E così un redattore del giornale britannico, Jack Riley, si è rivolto ai lettori e alla rete per chiedere aiuto nel ricostruire la storia delle fotografie e dei suoi personaggi.
La battaglia di Stalingrado torna sotto forma di diorama
Standard
C’è da rimanere affascinati da alcune attività in cui si inciampa in rete durante qualche percorso imboccato partendo da tutt’altro argomento. Come WWII Stalingrad 1942, il diorama della battaglia di Stalingrado: il fronte di guerra ricostruito nei minimi dettagli e le immagine pubblicate su Flickr. L’autore si dichiara un appassionato di storia e della trilogia del Signore degli anelli (da cui scrive di aver tratto un altro diorama).
Gli aggiornamenti di questo set fotografico andranno così ad aggiungersi a uno precedente, quello di Dolls and Murder, già segnalato in precedenza.
Insopportabile pressione: quanto l’asfalto è troppo vicino
Standard
Con un precedente. E a questo punto diventa ricerca. Per quanto ancora agli albori.
La vita a Rebibbia raccontata per immagini
Standard
Il blog Prison Photography, dedicato alla “pratica della fotografia nei luoghi di carcerazione”, pubblica un estratto del reportage realizzato da Luca Ferrari, italiano ma da tempo emigrato in Gran Bretagna, all’interno dell’istituto di detenzione romano di Rebibbia. Le immagini sono state scattate nel corso di un periodo che va dal 2001 e al 2003 e il reportage completo può essere visto sul sito del fotografo all’interno della sezione “works”. Cliccando inoltre su ognuna di queste fotografie, è possibile leggere la storia delle persone che vengono ritratte: frammenti di passato, motivi dell’arresto, timore e speranze dopo il periodo trascorso dietro le sbarre.
(Via Ultimo)

