Se a Milano con l’assessore alla cultura Vittorio Sgarbi e il suo manuale Cencelli non se la passano bene, a Bologna non è che si respiri aria poi così salubre. Venerdì scorso, Bo-Noir, rassegna di letteratura e cronaca alla sua seconda edizione, ha ospitato una serata incentrata sulla vicenda giudiziaria dei Bambini di Satana, accusati una decina d’anni fa di una serie di reati dai quali non sono solo stati assolti con sentenza passata in giudicato, ma sono anche stati risarciti per un periodo di carcerazione preventiva di 400 giorni.
Però meglio non parlarne. Altrimenti la vicenda finisce in consiglio comunale con un ordine del giorno presentato da Maria Cristina Marri, consigliera dell’UDC che siede nelle fila della lista La tua Bologna. Perché? Perché, come scrive il Resto del Carlino di oggi (articolo non online):
il Comune e i quartieri devono smettere di promuovere iniziative piene di messaggi subdolamente negativi […] in contrasto con i basilari criteri di etica e responsabilità.
Ci si metta poi che (ancora dal quotidiano di oggi):
contro la serata […] è insorta pure l’Associazione nazionale familiari delle vittime delle sette [… i cui ] responsabili scriveranno [oggi] una lunga lettera, “di protesta”, all’assessore alla Cultura Angelo Guglielmi e al sindaco Sergio Cofferati.
Tutto questo polverone per cosa? Per aver spiegato, in un incontro pubblico inserito all’interno delle manifestazioni di Bè Bologna Estate, i motivi per cui si arriva a una sentenza di assoluzione (fatto ribadito ieri in consiglio comunale anche da Valerio Monteventi), quali sono le ragioni per cui le accuse contro l’associazione bolognese non hanno retto al vaglio del tribunale e che tipo di campagna stampa è stata montata ai tempi sul caso. Niente di più.
Dunque, da quando in qua non si possono raccontare certe vicende? E perché, se lo si fa, la scrittrice Grazia Verasani e il registra Riccardo Marchesini, ideatori dell’intera rassegna quest’anno come l’anno scorso, si vedono fatti oggetto di polemiche pretestuose che si riallacciano in modo altrettanto pretestuoso a censure precedenti?
Scrive Grazia a commento della vicenda:
In merito alla polemica sollevata dall’esponente dell’Udc Maria Cristina Marri sulla serata che la rassegna Bo-noir ha dedicato al caso di Marco Dimitri e dei Bambini di Satana, ci preme sottolineare che, responsabilmente e eticamente, abbiamo trattato l’argomento occupandoci esclusivamente della vicenda giudiziaria e basandoci integralmente su atti processuali che, molto prima di noi, hanno “riabilitato” Dimitri da ogni accusa di pedofilia e stupro e risarcendolo dall’ingiusta detenzione di più di un anno di carcere, a dimostrazione della sua innocenza stabilita non da noi ma dalla Legge. Siamo sgomenti per l’evidente disinformazione di chi ci accusa di avere difeso e celebrato le sette sataniche, dal momento che abbiamo solo ripercorso fedelmente la mera vicenda giudiziaria. E ci nasce il legittimo sospetto che la signora Marri non sia stata presente alla serata, se no saprebbe anche che la lettera del ‘nonno di Federico’ (il bambino coinvolto in un’inchiesta il cui dibattimento processuale ha stabilito non esserci stato da parte di Dimitri alcun abuso su minore), è stata pubblicamente e volutamente letta durante la serata di Bo noir. La invitiamo per tanto a leggersi – come noi abbiamo fatto – le migliaia di atti giudiziari che riguardano il caso. Rimarchiamo che non è stato fatto alcun elogio del satanismo e che solo un certo senso dell’umorismo ci salva dal prendere sul serio questi assurdi attacchi. Se abbiamo deciso, dolorosamente e obiettivamente, di riparlare di questa vicenda, è perché abbiamo notato la disinformazione di chi crede o ha creduto che Marco Dimitri non fosse stato assolto da tutte le accuse.