Se li conosci li eviti: una mappa di chi parla in parlamento

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Se li conosci li evitiCon l’approssimarsi delle elezioni, arriva in libreria un nuovo volume firmato dalla coppia Marco Travaglio e Peter Gomez (coppia abbondantemente collaudata, considerando i titoli firmati insieme, che partono dal 2001 con La repubblica delle banane per comprendere E continuavano a chiamarlo impunità, uscito in edizione aggiornata dopo essere stato oggetto di attacchi giudiziari da parte di uno dei “principali protagonisti”). Si tratta di Se li conosci li eviti il cui sottotitolo già dice molto sul contenuto del libro, “raccomandati, riciclati, condannati, imputati, ignoranti, voltagabbana, fannulloni del nuovo parlamento”. E sulla presentazione che se ne fa sul sito dell’editore, Chiarelettere, qualche anticipazione, qualcuna meno ignota di altre ma utile da ricordare:

  • “Mi sono battuto fino all’ultimo perché Enzo Biagi restasse alla Rai.” (Silvio Berlusconi, febbraio 2008).
  • “Non penso affatto di presentarmi come leader del centrosinistra.” (Walter Veltroni, gennaio 2006).
  • “Voglio che sia a tutti chiaro che non esiste alcuna possibilità che An si sciolga e confluisca nel nuovo partito di Berlusconi.” (Gianfranco Fini, novembre 2007).
  • “Italia, Italia, vaffanculo!” (Mario Borghezio, luglio 2005).
  • “Veltroni leader del Pd? Non finché io vivo.” (Massimo D’Alema, giugno 2006).
  • “Un uomo, con il mio curriculum, l’avrebbero già fatto presidente della Repubblica.” (Anna Finocchiaro, maggio 2005).

Lansdale e quelle (sur)reali descrizioni della realtà

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La notte del drive-in 3 di Joe R. LansdaleJoe R. Lansdale, anche (e forse soprattutto) nei suoi romanzi più surreali, è sempre riuscito a descrivere perfettamente la realtà dando una lettura che poi non era neanche così tanto metaforica. Accade con il primo episodio della Notte del drive-in quando racconta ciò che accade dentro l’Orbit, il cinema all’aperto in cui rimangono prigionieri gli spettatori mentre sugli schermi passano a ciclo continuo film dell’orrore: un’intuitiva anticipazione di ciò che si verificherà dentro lo stadio di New Orleans durante l’uragano Katrina. Descrizioni del genere non mancano nemmeno nel romanzo La notte del drive-in 3, appena pubblicato da Einaudi. Se forse il richiamo al libro Il segno rosso del coraggio di Stephen Crane è più che accidentale, questo passaggio sembra un’allegoria delle cronache di guerra contemporanee e delle motivazioni che le scatenano:

Quando ci avvicinammo, una nuvola immensa di corvi si levò contro il cielo rosso, e con loro si alzò anche un enorme sciame di mosche.

Il sole morente che prima illuminava le ali dei corvi e i corpi verdi e neri delle mosche, ora splendeva su un mucchio di forme umane. Alcune erano di legno, altre di plastica, altre ancora di metallo. C’erano soldati sbozzati rozzamente, dipinti di nero e rosso, con alti cappelli e sottogola, occhi azzurri e baffi alla Groucho Marx. C’erano soldati di metallo modellati un po’ meglio, con delle chiavette a molla sulla schiena. C’erano anche delle donne, dipinte per sembrare nude, con capelli biondi e rossi, grandi bocche e occhi azzurri spalancati, con dei pomelli rosa per capezzoli e pennellate nere al posto del pelo pubico […]. Aggrovigliati in mezzo a quei corpi finti si vedevano lunghi tentacoli verdi e teste bulbose e occhi enormi e sporgenti. Alieni dall’aspetto gommoso e altri che sembravano fatti di carne, che era diventata grigia e gocciolava liquidi melmosi. Lì nel cielo, intenti a muovere telecamere, a premere tasti, a filmarci come in un reality-show. E ora erano tutti morti.

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Loro raccontano storie e c’è chi è alle prime battute

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We Tell StoriesWe Tell Stories: sei autori (tra cui Mohsin Hamid, autore del romanzo Il fondamentalista riluttante), sei storie, sei settimane. Produzione a due teste tra Six to Start e Penguin Books, al momento propone le prime storie inedite (The 21 Steps e Slice con relativo blog), alcuni classici e competizioni.

Inoltre. Per quanto riguarda altre iniziative letterarie in rete, nasce Dalle prime battute (via False Percezioni).

Vite di poliziotti: il percorso che portò alla nascita del sindacato

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Vite di poliziotti di Sandro MediciCominciavo a sentirmi il «cieco strumento repressivo del potere»; me lo avevo detto Bertrand Russell.

L’anno in cui esce questo libro, Vite di poliziotti, è il 1979: in quei mesi, le Brigate Rosse uccidono a Genova il sindacalista Guido Rossa provocando la reazione del mondo operaio che scende in piazza contro il terrorismo. Quasi negli stessi giorni (è la fine di gennaio) uomini di Prima Linea assassinano a Milano il giudice Emilio Alessandrini. Da Padova, qualche settimana più tardi, vengono ordinati gli arresti di diversi appartenenti ad Autonomia Operaia e Potere Operaio, tra cui Toni Negri, Oreste Scalzone e Franco Piperno mentre l’Italia si prepara alle elezioni anticipate di giugno da cui scaturirà il quinto governo Andreotti.

Proprio in quell’anno – in cui, ancora, Nilde Iotti sarà la prima donna a presiedere la camera dei deputati, Giorgio Ambrosoli pagherà con la vita il lavoro come liquidatore del Banco Ambrosiano Veneto di Michele Sindona e Fabrizio De André, con la moglie Dori Ghezzi, saranno sequestrati in Sardegna – un giornalista che lavora al quotidiano Il Manifesto, Sandro Medici, esce con questo breve e intenso libro-intervista per affrontare un argomento da molti – civili e militari – considerato quasi tabù: la nascita e l’evoluzione del movimento per la smilitarizzazione della polizia che ha portato alla riforma con la legge 128/81. Sono i racconti di due sottufficiali di pubblica sicurezza a tracciare questo percorso. E lo fanno partendo dal secondo dopoguerra per passare attraverso il progressivo inasprimento dell’ordine pubblico e della disciplina interna durante gli Anni Cinquanta.
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“Breve storia dello Stato d’Israele” di Claudio Vercelli

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Breve storia dello Stato d'Israele di Claudio VercelliClaudio Vercelli, oltre a essere un amico, è anche uno di quegli storici che analizzano con attenzione ciò che accade in un determinato periodo e sanno andare molto oltre la semplice compilazione cronologica dei fatti e la consultazione della documentazione ufficiale. Dopo aver pubblicato da queste parti le sue considerazioni sul libro L’accusa del sangue – La macchina mitologica antisemita, segnalo volentieri che è in uscita per Carocci Editore Breve storia dello Stato d’Israele – 1948-2008:

La comprensione delle dinamiche politiche, sociali, economiche e culturali che sono parte attiva nell’evoluzione del Medio Oriente contemporaneo richiede lo studio della storia di quanti ne sono protagonisti. Fin dalla sua nascita lo Stato d’Israele ha costituito un soggetto di primaria rilevanza nella definizione dei mutevoli equilibri del quadro regionale. Tuttavia, scarsa è la conoscenza che si ha delle vicende che sono alla sua origine, nel 1948, e dei successivi sviluppi, fino ai giorni nostri. La fisionomia culturale propria del paese, la sua mutevole composizione sociale, la storia politica ma anche l’evoluzione dell’economia nazionale sono frequentemente omesse nella formulazione di un giudizio sul suo ruolo, soprattutto in rapporto al perdurante confronto con i palestinesi. Intenzione di queste pagine è quindi quella di focalizzare l’attenzione dei lettori sulle peculiarità dello Stato e sulle specificità della società israeliana, offrendo alcune sintetiche chiavi di lettura a beneficio di quanti vogliano meglio cogliere il suo ruolo partendo dalla definizione della sua natura storica.

Per chi volesse leggere qualcosa in rete di Claudio, è disponibile Tanti olocausti (Editrice La Giuntina, 2005).

Jasmina Tesanovic e il processo agli scorpioni

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Processo agli Scorpioni di Jasmina TesanovicFinora Jasmina Tesanovic, già citata più volte, era stata tradotta solo una volta in italiano. Era il 2000 e il libro si intitolava Normalità. Operetta morale di un’idiota politica (Fandango Libri). Forse, per leggere qualcos’altro di tradotto dell’attivista politica serba, occorreva una piccola e nuova casa editrice, le Edizioni XII, che a giorni inizierà a distribuire Processo agli Scorpioni:

cronaca del processo alla banda degli “Skorpion”, gruppo paramilitare serbo macchiatosi di terribili crimini di guerra durante la guerra del Kosovo, tristemente famosi per essere i protagonisti di un video – che ha fatto il giro di Internet – in cui sei prigionieri civili e quasi tutti minorenni vengono giustiziati a sangue freddo dopo essere stati malmenati e insultati.

Qui è possibile vedere un recente intervento dell’autrice balcanica alla LIFT08 di Ginevra mentre la prefazione del libro è stata scritta dal giornalista Luca Rastello, che di quell’area geografica e delle sue traversie già si era occupato. In ultimo, per chi fosse in zona, la presentazione del volume è in programma per il prossimo 20 marzo a Torino, presso la Scuola Holden. Il 12 marzo, invece, si parlerà del libro a Tempi Dispari su Rainews24.

Santanta: “Pavoni e poveracci che stanno morendo di paura”

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Santanta di Danilo AronaCome Danilo Arona faccia a trovare il tempo di scrivere tutto quello che scrive me lo chiedo spesso. Fatto sta che, perfetta organizzazione del tempo o diabolici patti che racconta nei suoi libri, da Perdisa Editore mi è arrivato Santanta, più recente fatica dello scrittore alessandrino (o bassavillese):

È impossibile stare a letto in una notte del genere. Apro la porta ed esco. La sabbia scagliata a tutta velocità provoca dolore, soprattutto sotto le ascelle. Ed è una sabbia che sa di cenere. Nel vento si sentono urla stridule che provengono da un oliveto in alto, oltre la litoranea: pavoni, poveracci, che stanno morendo di paura. E un luccicchio sinistro mi saluta dalla casa vicina. Anche lei, tanto per cambiare, non dorme. E, tanto per cambiare, sta brandendo quella sua maledetta lama con la quale un giorno o l’altro provocherà un casino.

Insomma, quanto prima si passerà alla lettura. E, in ultimo (ma non ultimo), il libro sta dentro la collana Perdisa Pop diretta da Luigi Bernardi.

Libri senza pace: parlare per evitare ancora i roghi

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Libri senza paceDalla Madrid del 1939 alla Bagdad del 2003 per l’iniziativa Libri senza pace. Organizzato dalla biblioteca di Cologno Monzese, la stessa che ha dato un contributo determinante alla nascita della campagna Non pago di leggere contro il prestito bibliotecario a pagamento, l’incontro è fissato per il prossimo 7 marzo e si presenta con queste parole:

Dai giorni della guerra civile spagnola, in cui una generazione bibliotecaria difese palmo a palmo ogni metro di scaffale ancora integro, a quelli del saccheggio della Biblioteca nazionale di Bagdad, passando per il fuoco etnico che mandò in cenere le collezioni di Sarajevo, sembra essersi compiuto un ulteriore passo nella direzione di una violenza che non è più possibile definire semplicemente cieca. Per chi ha a cuore le biblioteche, i beni culturali e la pace, questa iniziativa è l’occasione per pensare a una strategia di protezione che sia anche un’opera di prevenzione.

Parteciperanno lo scrittore venezuelano Fernando Báez (Storia universale della distruzione dei libri), Blanca Calvo, direttrice della biblioteca spagnola di Guadalajara e curatrice della mostra Biblioteca en guerra, e Marco Capolupo, responsabile del progetto La casa dei libri di Bagdad, promosso da Un ponte per. A coordinare il dibattito sarà Massimo Belotti, direttore di Biblioteche Oggi.

Etica criminale: Vallanzasca, il bandito che disse no al terrorismo

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Etica criminale di Massimo Polidoro«Dio dei ladri, uccidimi prima che canti».

Renato Vallanzasca è il simbolo della certezza della pena: compirà cinquantotto anni a maggio e, tra riformatorio e carcere, ne ha trascorsi oltre trentacinque dietro le sbarre. Condannato a quattro ergastoli, per lui – a differenza di molti altri, stragisti compresi – le porte della galera non si riaprono, malgrado la richiesta di grazia recentemente respinta e i benefici di legge che non arrivano mai, tanto da aver fatto lievitare a sessantuno gli anni di reclusione del bandito milanese. La cui vita sembra segnata da un destino criminale fin dall’infanzia, racconta Etica criminale – I fatti della banda Vallanzasca di Massimo Polidoro, quando il Grande Circo Medini pianta le tende alla periferia del capoluogo lombardo, in zona Lambrate, e i fratellini Vallanzasca, Renato e Francesco, proprio non ce la fanno a vedere gli animali maltrattati dentro le gabbie. Così decidono di farli evadere, ma il futuro bandito finisce in questura e capisce, in attesa che i genitori vengano a recuperarlo, che «cinghiate o non cinghiate, ne era valsa la pena».

L’evasione è una costante nella vita del Vallanzasca criminale. Ogni volta che viene arrestato, ci prova e sorride, il “bel René”, perché sa che l’ostacolo tra lui e la libertà è solo temporaneo. Almeno fino all’Asinara, nel 1996, quando da un’ispezione nella sua cella trovano una pistola e un telefono cellulare. Forse è proprio quello il momento in cui finisce la carriera di un personaggio che ha attraversato la storia del crimine italiano facendo di sé una specie di leggenda: imprendibile, temerario, raffinato, spendaccione e passionale. Che ha rapinato e assaltato, si è dato alla macchia e sequestrato tenendo l’ostaggio – l’adolescente Emanuela – in prigioni d’oro perché roba come l’anonima non è neanche lontanamente concepibile. E si è assunto la responsabilità morale degli omicidi commessi dai suoi in azioni o conflitti a fuoco condotti autonomamente, al di fuori delle attività del suo gruppo.
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Ancora Genova 2001: “Noi della Diaz, sei anni dopo”

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Noi della Diaz, sei anni dopo di Lorenzo GuadagnucciDal blog di Lorenzo Guadagnucci, Noi della Diaz, sei anni dopo:

È appena arrivata in libreria (e in molte botteghe del commercio equo e solidale) la nuova edizione aggiornata di Noi della Diaz, che uscì nel gennaio 2002, pochi mesi dopo i fatti di Genova. Questa nuova edizione contiene un’ampia introduzione, scritta da me: da un lato è un aggiornamento sugli sviluppi processuali, dall’altro un bilancio politico dei sei anni e più trascorsi dal tragico luglio genovese. E’ un bilancio non positivo, dia risvolti allarmanti, perciò ho voluto intitolare la prefazione “Democrazia umiliata”.

In appendice c’è l’altra novità rispetto all’edizione originaria: il “diario dal cercere” scritto da Paolo Fornaciari, che fu arrestato il 20 luglio 2001 in via Tolemaide senza alcun motivo, per essere poi pestato dai carabinieri (anche all’interno del Forte San Giuliano, la “Bolzaneto” dei carabinieri, cu sui però non c’è stata alcuna inchiesta della magistratura). il diario di Paolo rende bene lo stato d’animo di tanti cittadini arrivati a Genova per dare anima e corpo a un movimento di protesta e di proposta che pareva destinato a raccogliere grandi consensi, e sorpreso dalla inusitata violenza dello Stato.