Farmakiller: business, follie e morti in nome della medicina

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FarmakillerDopo i libri di Hans Ruesch su big pharma e relativi danni (spesso consapevoli) sui pazienti, esce in libreria e in rete (con licenza Creative Commons) il volume Farmakiller scritto da Stefano Apuzzo e Marcello Baraghini:

I danni collaterali da farmaci sono la quarta causa di morte in America. Farmakiller è il libro verità sui rischi che corre ogni giorno la nostra salute a causa dei farmaci e della “medicalizzazione” della società. Una denuncia documentata dei danni irreparabili e delle morti causate dalla medicina ufficiale. Un colossale business costruito tutto sulla pelle dei malati e delle persone sane, avvalorato da “camici sporchi” e dalle tante Wanna Marchi della medicina e della scienza che piazzano ogni anno nuovi, inutili prodotti o costruiscono nuove carriere. Chi ne fa le spese siamo noi consumatori e utenti secondo il principio che “la cura è peggio del male”. Un libro indispensabile per chi tiene alla salute propria, delle persone care e non ha alcuna intenzione di “farsi ammalare”.

Qui in formato pdf il testo completo del libro e qui invece la scheda completa.

Peppino Impastato: un’onda pazza che non muore mai

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Onda pazza a cura di Guido Orlando e Salvo VitaleTra pochi giorni (il 9 maggio prossimo, lo stesso giorno del ritrovamento del corpo di Aldo Moro) saranno trascorsi trent’anni dall’omicidio di Peppino Impastato e un bel modo per ricordarlo è il libro Onda pazza – Otto trasmissioni satirico-schizofreniche (Stampa Alternativa, 2008) curato da Guido Orlando e Salvo Vitale della redazione storica di Radio Aut. A prefazione del volume, Vauro ha scritto che Onda pazza non muore mai. Un bel pezzo sulla società e sulla ribellione alla mafia nel 1978. E oggi-

Ho provato a immaginare che quella per Peppino, a distanza di trent’anni dal suo assassinio, potesse essere una “commemoriazione”: invece non può che essere un ricordo. Non solo perché Peppino certamente non avrebbe gradito di essere considerato un eroe, da commemorare, appunto. Ma anche perché le “commemorazioni” si fanno per i vincitori e la battaglia contro la mafia non è stata vinta. Anzi, in questi trent’anni, nonostante molti altri siano caduti nel tentativo di contrastarla, quella battaglia non si è mai voluta combattere.

Non hanno voluto e non vogliono combatterla i potenti della finanza e della politica. Così chi è morto come Peppino è morto solo, sia che indossasse una sciarpa rossa, sia un’uniforme o una toga. E se per i fedeli servitori dello Stato caduti ogni tanto si fa qualche cerimonia in pompa magna è solo per nascondere le complicità dietro l’ipocrisia di uno sdegno inesistente. Per gente come Peppino poi non vale la pena di fare nemmeno quello: perché lui all’impegno dello Stato contro la mafia non ci aveva mai creduto.
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Parabola di un campione: quando lo sport distrugge

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Era mio figlio di Tonina Pantani e Enzo VicennatiDue libri per raccontare la storia di quella che a buona ragione può essere definita una leggenda del ciclismo italiano. Una leggenda che inizia a nutrirsi di un’ascesa folgorante, apparentemente inarrestabile, ma che, dopo il 5 giugno 1999, giorno in cui Marco Pantani viene escluso dal Giro d’Italia, si alimenta anche della caduta, irrefrenanile e sempre più rapida, di un uomo che aveva fatto sognare i tifosi. I libri, usciti a poche settimane di distanza, sono Gli ultimi giorni di Marco Pantani, scritto dal giornalista francese Philippe Brunel, ed Era mio figlio, realizzato da quattro mani dalla madre del ciclista, Tonina Pantani, e da Enzo Vicennati, caporedattore centrale della rivista Bicisport.

Non si sovrappongono, questi due volumi, nel raccontare la storia dello sportivo di Sala di Cesenatico, provincia di Ravenna, ma presentano aspetti complementari di una medesima vicenda. Che non è solo una sfortunata parabola conclusasi in un anonimo residence di Rimini il 14 febbraio 2004 con la morte del campione romagnolo. È anche un resoconto dal dietro le quinte dello star system sportivo: un ambiente fatto sì di grandi soddisfazioni, ma anche di invidie, di denaro abbondante e di trucchi sia da parte degli sportivi che di coloro che dovrebbero evitarli, questi trucchi.
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Cerami: le bandiere dei libri e della pace

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Fiera del Libro di TorinoLo scrittore Vincenzo Cerami ha pubblicato questa mattina una serie di riflessioni a proposito di Fiera del Libro di Torino e proteste contro gli scrittori israeliani. A ospitare il pezzo è il quotidiano Il Mattino e si intitola Le bandiere dei libri e della pace. Online è disponibile solo una parte dell’articolo mentre di seguito viene riportato integralmente per andare ad aggiungersi a considerazioni precedenti sull’argomento.

A Torino sta per cominciare la Fiera del Libro. Quest’anno è dedicata alla tormentata terra di Israele, un’occasione per far circolare le idee, discutere, anche scontrarsi, ma sempre parlando di pace, di una pace che sappiamo difficile da raggiungere. Qualcuno ha colto l’occasione per mettere in scena il proprio dissenso bruciando la bandiera di Israele. Il gesto è stato teatrale, drammatico, esibito da chi non vuole riconoscere a quel territorio la legittimità di Stato.

Il luogo scelto per un gesto così aggressivo è doppiamente sbagliato. Protagonisti della Fiera del Libro sono i libri, per definizione oggetti artistici che contengono verità non ufficiali, sentimenti non codificati, passioni non scontate, verità che la politica fatalmente trascura e che pure raccontano la vita e la morte delle persone.

Tutti sappiamo che gran parte degli scrittori israeliani è molto critica nei confronti del proprio governo, non perde occasione di denunciarne l’impotenza, l’incapacità di agire affinché tutto il territorio mediorientale possa trovare un modus vivendi che con il tempo si trasformi in pace e collaborazione costruttiva. Tuttavia non bisogna dimenticare che la spirale della violenza è mantenuta in vita dal terrorismo inarrestabile e dal fanatismo religioso degli integralisti.
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Una spia comunista chiamata Marilyn Monroe

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Compagna MarilynDanilo Arona la chiama la “maledetta estate del 1962”. E ha i suoi buoni motivi per farlo. Perché, se si forzano un po’ i confini imposti dal calendario, si vede che di fatti neri ne sono accaduti parecchi proprio in quei mesi. Il 31 maggio, per esempio, nel carcere di Tel Aviv viene giustiziato Adolf Eichmann, il comandante maggiore delle unità d’assalto delle SS naziste, specialista in questioni ebraiche e protagonista della soluzione finale ordita dal Terzo Reich: era stato catturato due anni prima da uomini del Mossad a Buenos Aires ed estradato in Israele per essere processato. Inoltre, tra disastri aerei e ferroviari, pochi giorni dopo si assiste all’evasione di tre detenuti dal carcere di Alcatraz: sono Frank Morris, John Anglin e Clarence Anglin che – si dice – affogarono e i loro corpi mai più vennero ritrovati.

Qualche mese dopo (è l’11 ottobre e l’abbiamo dichiarata la violazione di solstizi ed equinozi) esplode la crisi dei missili di Cuba che rischia di trascinare il mondo verso la terza guerra mondiale e dodici giorni più tardi cade l’aereo su cui viaggiava Enrico Mattei, episodio che andrà a nutrire uno dei capitoli neri del recente passato italiano. E si potrebbe andare avanti ancora con l’elenco di eventi chiave risalenti a quel periodo. Eventi che non sempre però sono stati così sinistri: si pensi ai successi riscossi dai movimenti indipendentisti di Burundi e Algeria o alla “nascita” musicale dei Beatles e cinematografica di James Bond.
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McMafia, il crimine globale e una considerazione post-elettorale

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McMafia di Misha GlennyUn paio di giorni fa, su BoingBoing Mark Frauenfelder segnalava il libro McMafia: A Journey Through the Global Criminal Underworld scritto dal giornalista Misha Glenny (Knopf, 2008). Un testo che si annuncia interessante dato che affronta tipologie di reati differenti (traffico di droga, contrabbando di sigarette, criminalità informatica, stoccaggio di scorie nucleari) dimostrando come esistano e quali siano le interconnessioni tra realtà così variegate. Globalizzazione, la chiamano, e anche in questo caso gli effetti dell’era postsovietica mi mescolano a eventi che si verificano nella Gran Bretagna, a Mumbai, nelle campagne colombiane o nelle periferie statunintensi. Per farsi un’idea più circostanziata del libro, qui è stato pubblicato un estratto.

Inoltre, anche se con un po’ di ritardo, segnalo l’intervento di Franco Bifo Berardi su Rekombinant a proposito di diritti, elezioni, politica e media. In particolare:

Lasciamo perdere l’idea di ricostruire la sinistra, perché la sinistra non ci serve. È un concetto vuoto, che si può riempire soltanto di passato. La società non ha bisogno di un nuovo apparato di mediazione politica. Non ci sarà mai più mediazione politica. Il capitale ha scatenato la guerra contro la società. Non possiamo far altro che adeguare ad essa i nostri strumenti e i nostri linguaggi. Non possiamo combattere quella guerra sul piano della violenza, per la semplice ragione che la perderemmo. La società deve costruire le strutture della sua autonomia culturale: dissolvere le illusioni che sottomettono l’intelligenza al lavoro al consumo e alla crescita, curare lo psichismo collettivo invaso dai veleni della paura e dell’odio, creare forme di vita autonoma autosufficiente, diffondere un’idea non acquisitiva della ricchezza. Non abbiamo altro compito. Ed è un compito gigantesco.

Il commissario incantato di Maurizio Matrone

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Il commissario incantato di Maurizio MatroneL’articolo che riporto di seguito è stato pubblicato oggi sulle pagine bolognesi di Repubblica. L’ha scritto Simona Mammano e recensisce un autore che personalmente apprezzo molto (Maurizio Matrone) e un libro che ho letto quando era ancora un manoscritto e che già da allora avevo trovato splendido (Il commissario incantato).

Per scrivere dell’ultimo libro di Maurizio Matrone, Il commissario incantato (Marcos Y Marcos, 2008), devo necessariamente abbandonare la terza persona, che correttamente si usa, ed entrare nel privato dell’autore. Lo conosco da quando siamo entrati in polizia, lavorando per tanti anni in questa stessa città, condividendo esperienze sindacali, ma anche letterarie. Il libro che Matrone ha scritto, pur con le necessarie storie frutto della sua fantasia, contiene tutto il carattere, l’emotività e la genialità di questo artista, che ha avuto il coraggio di fare un mestiere che si pensa non abbia molto a che fare con la fantasia, ma che Matrone ha dimostrato invece essere un luogo comune.

Infatti, nella prima parte, l’autore racconta la sua vita prima di entrare in polizia, con qualcosa di ovviamente romanzato, ma che mantiene intatto l’aspetto bohémienne del nostro futuro poliziotto. Nelle storie raccontate nel libro, il cui sottotitolo è Romanzo d’avventure, l’autore si rivolge a un’amica, Wilma Lanzarini, promotrice del poliziesco a Bologna, piena di idee e con la necessità di fare incontrare ai lettori i loro autori preferiti. È quindi la rossa Wilma, prematuramente scomparsa a cui è titolata un’associazione culturale, la coprotagonista di questo romanzo. E’ a lei che Matrone racconta storie vere e altre inventate, che hanno per protagonista un poliziotto, un commissario sicuramente atipico, come l’autore ha definito nel titolo, passato al ruolo di funzionario per meriti letterari.
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Milanonera passa alla carta e arrivano i nuovi Bianciardini

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I Bianciardini di Leo LonganesiMilanonera è nato un anno e mezzo fa circa come punto d’aggregazione virtuale per gli appassionati di noir e gialli. Ora la “creatura” ideata da Paolo Roversi stringe un’alleanza con la casa editrice Kowalski e diventa un free press gratuito che si chiamerà MilanoNera web press e che sarà presentato il mese prossimo alla Fiera del Libro di Torino. Nello stesso periodo, la rivista si troverà anche nelle librerie del circuito Feltrinelli.

Ma c’è anche un’altra novità. Tempo addietro si era parlato dei Bianciardini, trovata letteraria di Ettore Bianciardi, figlio di Luciano, e di Marcello Baraghini, direttore editoriale di Stampa Alternativa. Dopo i primi cinque (dal numero 0 al 4) firmati da Luciano Bianciardi, arrivano quelli nuovi (numeri 5-8) di Leo Longanesi. In proposito scrive Ettore:

Di lui abbiamo stampato due brevissimi scritti sulla borghesia, quella del suo tempo, ma tanto uguale a quella attuale, due feroci critiche alla borghesia da destra e poi due contributi grafici (Longanesi era anche grafico e pittore): la campagna pubblicitaria della Vespa Piaggio e una serie di suoi “santini” ovvero i volantini pubblicitari dei suoi nuovi libri.

Come fare per procurarseli è spiegato qui.

I ragazzi di malavita che si presero Roma e diventarono antistato

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Ragazzi di malavita di Giovanni Bianconi«Angelo ammazza la morte telefoni a casa».

In origine erano poco più che teppisti di borgata, criminali di piccolo calibro cresciuti nelle periferie romane. Ma i confini della delinquenza di basso profilo vanno loro stretti e decidono di prendersela tutta, la capitale, a qualunque costo. E così, dal quartiere della Magliana, tra alleanze e vendette che finiscono per comprendere la zona di Testaccio e Trastervere, quella di Acilia e Ostia, il Tufello e l’Albertone, cresce e si consolida il nucleo di una delle bande che diventerà centrale nella storia non solo di Roma, ma della nazione. Con Ragazzi di malavita. Fatti e misfatti della banda della Magliana, il libro di Giovanni Bianconi pubblicato in edizioni successive da Baldini Castoldi Dalai fino all’ultima, quella del 2005, si ricostruisce un periodo intricatissimo che travalica i confini della criminalità organizzata. Del resto, non si è mai visto un potente diventare tale senza appoggi e protezioni: accade in politica, in economia, nel mondo dello spettacolo. E accade anche per coloro che nei fatti diventeranno i padroni della città eterna. Del resto, racconta Bianconi:

A New York, i mafiosi della famiglia Gambino riuscivano ad avere in anteprima le trascrizioni delle intercettazioni ambientali fatte dal FBI nelle loro abitazioni, e a organizzare le contromosse; a Roma, nel loro piccolo, quelli della banda della Magliana erano in grado di ottenere i documenti delle inchieste in corso e sapere in anticipo ciò che poliziotti e magistrati avevano in mano.

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Viaggio nel silenzio: il blog accanto al libro di Vania Lucia Gaito

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Viaggio nel silenzioL’autrice è Vania Lucia Gaito, che ha firmato il libro Viaggio nel silenzio, uscito recentemente per Chiarelettere. Le corrispondenze tra libro e il suo neonato blog però non si fermano solo al titolo dato che l’argomento trattato è lo stesso: pedofilia clericale e silenzio dell’establishment religioso. Nel post di presentazione, Gaito in proposito scrive:

Non ci sono sufficienti dati statistici, non è facile coinvolgere le vittime nel denunciare quanto subito. La vergogna, il senso di colpa, la perdita di autostima, rendono difficile metabolizzare l’esperienza drammatica di un abuso, soprattutto se subito in giovanissima età e soprattutto se subito ad opera di un ministro di Dio.E sebbene comunicare e raccontare sia l’unico modo per tentare di guarire le ferite, occorre molto tempo e molto aiuto per riuscire a recuperare quella parte di se stessi e della vita che l’abuso cancella. Questo spazio è un modo per continuare il viaggio che ho intrapreso, un modo per dare voce a quel silenzio, nella speranza che le Gerarchie Ecclesiastiche maturino un atteggiamento meno improntato alla difesa di sè stesse e maggiormente volto alla tutela e alla difesa delle vittime.

Viaggio nel silenzio è l’ultimo blog nato in casa Chiarelettere che ha preso la – interessante – abitudine di affiancare ad alcuni dei suoi titoli (o autori) uno spazio in rete per continuare a parlare di ciò che viene raccontato nel libro corrispondente (Voglio scendere del terzetto Travaglio-Corrias-Gomez è diventata una lettura costante).

Infine, una segnalazione legata sempre a un libro. Questa volta viene pubblicato dalla casa editrice genovese Edizioni Lo Vecchio e gli autori sono due, gli statunitensi Mark Demon e Ray Cipson. Il volume si intitola La guerra di Ponza. La vera cronaca di Ustica, è presentato come romanzo storico e, da ciò che si può leggere, parte da un punto di vista tecnico, essendo gli autori ingegneri aeronautici. Questa il testo che accompagna il libro:
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