Già tempo addietro si era parlato di TV senza frontiere, la direttiva in corso di revisione da parte del parlamento europeo in materia di raccolta pubblicitaria (qui le disposizioni vigenti e qui invece una spiegazione). Il pericolo sembrava scampato, ma – appunto – sembrava. Perché su Articolo 21 si legge l’articolo Direttiva europea “TV senza frontiere”. Primo round a favore dei monopoli privati in cui parla di un emendamento introdotto in prima lettura destinato ad ampliare quasi tutti i tetti pubblicitari e a introdurre il product placement all’interno di film e trasmissioni televisive. Inoltre bocciato un altro emendamento che vietava spot su alimenti insalubri durante gli spettacoli per minori per coprire – si motiva – i costi di produzione. Il testo votato, comunque, non è ancora definitivo ma lo attende nel 2007 un non breve iter di approvazione e restano da chiarire gli effetti che le nuove disposizioni potrebbero avere sui video in rete.
liberta’ di cultura
Il Cyber-Freedom Prize 2006 a Guillermo Fariñas Hernández
StandardReporter senza Frontiere nei giorni scorsi ha assegnato il Cyber-Freedom Prize 2006 al giornalista cubano Guillermo Fariñas Hernández, a capo dell’agenzia di stampa Cubanacán Press, in sciopero della fame per mesi (dallo scorso febbraio fino ad agosto) affinché fosse concesso a tutti i cubani il diritto di accesso alla rete. Si legge sul sito di RSF:
“El coco” only ended his hunger strike on 31 August after a brush with death and the loss of 15 kilos. He is continuing his work at Cubanacán and has become one of the leading voices among Cuban opposition journalists. He also still keeps the foreign media up to date with human rights violations in his country and in particular passes on information about intimidation and harassment of independent reporters.
La notizia dell’inizio dello sciopero della fame di Guillermo Fariñas Hernández e della sua premiazione è rimbalzata abbondantemente nella blogosfera. Alcuni dei post italiani:
Lulu Blooker Prize 2007
StandardTorna il Lulu Blooker Prize, nuova edizione del premio indetto già lo scorso anno da Lulu.com. La logica del premio è quella del blog che si fa libro e che in Italia trova qualcosa di simile – ma non identico – in Scritto Misto. Sta di fatto che Lulu.com ormai da tempo ha profuso sforzi per internazionalizzarsi e localizzare i primi servizi in diverse lingue. Dunque male non sarebbe avere un premio in alcuna di queste lingue, oltre che in inglese. Per chi vuole partecipare invece all’edizione anglofona, lo può fare per le categorie fiction, non-fiction e comics e ha tempo fino al 15 gennaio prossimo per sottoporre i propri manoscritti.
Lello Voce: l’epica della ricerca sotto Creative Commons
StandardScrittore, poeta, musicista e molto altro ancora. Definire poliedrico un artista come Lello Voce non solo è corretto, ma è quasi doveroso di fronte a un utilizzo così articolato e coerente di strumenti espressivi differenti. Trentanove anni, napoletano che vive a Treviso, ha un curriculum da urlo e l’interpretazione della realtà nel sangue. Ma tutto questo forse lo interpreterebbe come un tradimento, a leggere questa intervista, se apponesse lucchetti che trasformano ciò che crea in mero prodotto commerciale. E avanti allora con le licenze Creative Commons.
Poesia, letteratura, critica, inchieste, sceneggiature. Il tuo curriculum è eterogeneo e ricco di esperienze. Come ti sei avvicinato a ciascuno di questi ambiti e che percorso hai seguito?
Sono tutti aspetti legati a quello che per me è un bisogno primario: comprendere il reale e se possibile, con i miei modi, con i miei stili, comunicarlo. Credo di essere fondamentalmente un poeta, uno che lavora, per essere precisi, mescolando le sue parole e la sua voce alla musica e alle immagini. Ma anche le mie altre attività sono collegate a tutto ciò, che si tratti di scrivere un romanzo, o intervenire su un quotidiano, o invece organizzare un festival letterario. La scommessa è sempre quella: scoprire una piega inedita, scomoda, inaspettata del reale e comprenderne il senso.
Il testo completo dell’intervista è disponibile sui siti di Permesso d’Autore e di Creative Commons Italia.
“Ok, so I’m wrong”. E in molti con lui
StandardDal blog di Lawrence Lessig, una strana sovversione delle leggi di natura in difesa del full copyright. «Confesso di essermi sbagliato. Se gli artisti possono sottoscrivere petizioni dopo la loro morte, perché mai non possono registrare nuovi brani cinquant’anni fa?». Di seguito il suo post originale:
For almost 10 years now, I’ve been waging a war against retrospective term extension. My simple argument has been that copyright is about creative incentives, and you can’t create incentives retrospectively.
I now see I am apparently wrong.
As reported yesterday, there was an ad in the FT listing 4,000 musicians who supported retrospective term extension. If you read the list, you’ll see that at least some of these artists are apparently dead (e.g. Lonnie Donegan, died 4th November 2002; Freddie Garrity, died 20th May 2006). I take it the ability of these dead authors to sign a petition asking for their copyright terms to be extended can only mean that even after death, term extension continues to inspire.
I’m not yet sure how. But I guess I should be a good sport about it, and just confess I was wrong. For if artists can sign petitions after they’ve died, then why can’t they produce new recordings fifty year ago?
Fumetti al femminile
StandardVia BoingBoing. Fumetti liberamente consultabili e scaricabili. Con un unico punto di comune: sono creati da donne. Si tratta del sito-comunità GirlAMatic.com, coordinato principalmente da Lisa Jonte, che firma anche la maggior parte degli editoriali, e che pubblica al momento oltre trenta serie differenti di strisce. Alcune delle quali hanno ricevuto riconoscimenti piuttosto importanti come la nomination agli Eisner Awards nella categoria Talent Deserving of Wider Recognition. Da vedere Bold Riley and the Witch in the Wild di Leia Weathington.
Dove nascono le idee?
StandardL’8 dicembre prossimo, all’interno della fiera della piccola e media editoria Più Libri – Più Liberi, si terrà il forum Dove nascono le idee?, momento di incontro per discutere di “come si alimenta la creatività tra pagine elettroniche e di carta”. Il preparazione del forum, è partito anche un blog per iniziare a porre quesiti, avanzare ipotesi e confrontarsi sul tema. In particolare, al momento, interessanti mi sembrano le 112 domande di Giulio Mozzi: un post di soli punti interrogativi e pochissime affermazioni per andare a stanare concetti legati alla comunicazione, alla (inter)relazione tra autori-blogger e lettori e lo stato dell’editoria italiana.
Causa Comune – L’informazione tra bene di tutti e proprietà
StandardPhilippe Aigrain è l’autore di un libro splendido, Cause Commune, che ho finito di tradurre poco tempo fa. Pubblicato in lingua originale dall’editore parigino Editions Fayard, nella primavera 2007 sarà disponibile per i tipi di Stampa Alternativa in italiano con il titolo Causa Comune (pagine web in preparazione) sia in libreria che in rete con licenza Creative Commons. Per chi volesse farsi un’idea dei contenuti del libro, ha due possibilità al momento: leggersi la versione francese, scaricabile dal sito creato da Philippe, oppure iniziare ad assaggiarne la presentazione in italiano.
Causa Comune – L’informazione tra bene di tutti e proprietà
Hanno tentato di mettere sotto chiave le varietà di riso coltivate in Estremo Oriente e hanno denunciato agricoltori “colpevoli” di essersi ritrovati loro malgrado con raccolti OGM per cause ambientali. Vorrebbero che le formule matematiche fossero di quasi esclusivo utilizzo di poche realtà tecnologiche che, con la scusa di fare innovazione, impongono monopoli a scapito di concorrenti, consumatori e cittadini. Spacciano logiche sanitarie incentrate sulla somministrazione di medicinali a tutto beneficio dell’industria farmacologica ignorando il diritto all’accesso a cure fondamentali per tutti e negando le strategie per la prevenzione delle malattie. Chi sono? Sono le corporation e i governi compiacenti che combattono i beni comuni informazionali. Continue reading
Creative Commons e artisti Uk: giovani, avanguardisti e pratici
StandardNon solo creatività nella realizzazione delle proprie opere, ma anche nell’utilizzo del diritto d’autore e dei canali di distribuzione. Dice questo un recente report, UK Artists, Copyright and Creative Commons, redatto all’Arts Council England e da OpenBusiness.cc e rilasciato con licenza Creative Commons. È il resoconto di uno studio semestrale da cui si desume che l’utilizzo del copyleft tra gli artisti britannici deriva da molteplici ragioni. Innanzitutto la percezioni di un’eccessiva complessità nella gestione del “tutti i diritti riservati” a fronte di una maggiore praticità delle licenze copyleft. Inoltre questa modalità risulta più presente tra le avanguardie culturali e tra i più giovani facendo registrare, nel solo Regno Unito, oltre 140 mila siti in regime Creative Commons.
Infine, un ringraziamento a Wu Ming per la segnalazione sull’ultimo numero di Giap.
Addio al Professor Bad Trip
StandardScrive Giuseppe Genna nell’articolo Have a wonderful trip, grande Professor Bad Trip a proposito dell’artista scomparso sabato scorso:
Con il Professor Bad Trip, senza fare facile retorica (sempre più rischiosa nei momenti di lutto), non evapora per niente la forza di un segno che ha inciso la memoria di almeno 25 anni. Se ne va un artista che, nelle sue contaminazioni e nella sorprendente resa del suo immaginario disparato eppure coerente, è stato il nostro Keith Haring, soltanto un po’ più profondo di quest’ultimo. La perdita, in termini umani e artistici è enorme. Ma appunto adesso si misura, con la storia e con il tempo, la decisività del geniale lavoro di Bad Trip: e lo scrivente è pronto a mettere la mano sul fuoco del tempo e a sostenere che, da esso, come un’araba fenice l’opera del “Professore” uscirà indenne – siamo, cioè, a livelli d’arte, non di pubblicistica.
Altre parole si possono leggere seguendo questi link: