Un fumetto su Karl Koch

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Uccidere un hacker di Andrea FerraressoSu Libera Cultura si segnala la pubblicazione elettronica di un fumetto, Uccidere un hacker, realizzato da Andrea Ferraresso e rilasciato con licenza Creative Commons. È la cronaca di ciò che presumibilmente accadde prima del giugno 1999, quando Karl Koch, del tedesco Chaos Computer Club e conosciuto nel cyberspazio con lo psedonimo di Hagbard-Celine, venne ritrovato senza vita nei boschi tra Hannover e Wolfsburg.

Non era uno sconosciuto, Koch, era stato negli Anni Ottanta uno dei protagonista della scena dell’hacking europeo insieme ad altri due hacker, Pengo e Markus H. Di loro si erano occupati la stampa, erano stati tra i protagonisti del libro uscito nel 1990 The Cuckoo’s Egg, scritto da Clifford Stoll, e di 23 di Hans-Christian Schmid e Michael Gutmann. Una storia mai del tutto chiarita, tra passione, malattia e servizi segreti.

Per scaricare libri, si usi il software che dicono loro

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Il SaloneEddai. Un’iniziativa che avrebbe potuto essere apprezzabile si rivela invece la solita roba fatta senza tenere conto degli utenti nel loro complesso. Accade che Mondadori lanci la sezione dedicata agli ebook: non si scaricano gratuitamente – e questo può star bene -, si acquistano a un prezzo inferiore a quello dei libri cartacei venduti in libreria. Anche se poi gli 8 euro per Gomorra di Roberto Saviano o gli 11 per Inchiesta su Gesù di Corrado Augias e Mauro Pesce non sono prezzi così popolari. Ma non è delle politiche commerciali dell’editore di Segrate che si vuole discutere. È del formato dei volumi elettronici. Continue reading

O.Design: l’imperativo della creatività condivisa

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O.Design Il progetto è piuttosto giovane, ma non per questo ha le idee poco chiare. Anzi. Si chiama o.Design, è costituito da una comunità di designer e progettisti e ha come obiettivo, oltre alla presentazione delle proprie realizzazioni, qualcosa di più ambizioso e di ancora poco noto in Italia: andare verso un design condiviso. Dunque, lo schieramento dei pensatori davvero liberi, composto da scrittori, musicisti, artisti, si arricchisce di un nuovo fronte.

Un progetto sul design in chiave libera. Come nasce: come è stata formulata l’idea e come si è evoluta prima di arrivare sul web? Da che considerazioni di base siete partiti?

Il progetto o.Design nasce dalla necessità di mettere in contatto vari soggetti che abbiano in comune l’interesse verso un metodo di progettazione collaborativo. Per un designer non affermato, è molto difficile mettersi in luce, essendo il campo del design appannaggio di pochi specialisti, restii a condividere il loro sapere.

L’idea di base è nata dall’osservazione di una tradizione radicata di auto-costruzione di manufatti, che oggi viene rivalutata da una certa parte del design e aggiornata alle tecniche attuali. L’osservazione dei modelli open source viene traslata al mondo del design attraverso la progettazione condivisa e i wiki. Questi principi di base sono stati già applicati a realtà variegate come il progetto Thinkcycle del MIT, in cui si progetta collettivamente attraverso forum, oggetti che successivamente vengono anche coperti da brevetto e prodotti industrialmente. Un altro esempio di questo tipo è Instructables al cui interno sono presenti tutorial realizzati dagli utenti, che successivamente sono sottoposti al giudizio degli altri.

Il testo completo dell’intervista è disponibile sui siti di Permesso d’Autore e di Creative Commons Italia.

Segreti e simboli dei Rosacroce: le tavole storiche

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Segreti e simboli dei RosacroceArgomento affascinante, quello dei segreti e dei simboli dei Rosacroce tra il XVI e il XVII secolo, soprattutto se si ha la possibilità di consultare materiale dell’epoca. Il titolo originale della collezione è in tedesco, Geheime Figuren der Rosenkreuzer, e le tavole sono state scansite e pubblicate dalla University of Wisconsin Digital Library per essere archiviate all’interno della History of Science and Technology Collection (che contiene diverse altre collezioni di notevole interesse).

Delle tavole dei Rosacrose se ne parla anche su BibliOdyssey e su Boing Boing. In merito al diritto d’autore, si dice che:

Images, text, or other content downloaded from the collection may be freely used for non-profit educational and research purposes, or any other use falling within the purview of “Fair Use”.

È censura? No, è violazione del diritto d’autore

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Casa Pannella e la polemica con Radio RadicaleSarebbe in errore chi volesse tirare in ballo posizioni da editto bulgaro in tempi di centro-sinistra. E soprattutto di Internet. Eppure accade che la violazione di una licenza d’uso apposta a materiali liberamente disponibili e riutilizzabili in rete venga scambiata per una stroncatura politica.

Ecco i fatti. Un blogger, Daw, scarica dal sito di Radio Radicale i contributi audiovideo di un acceso e colorito scambio di opinioni tra Marco Pannella, Daniele Capezzone ed Emma Bonino alla vigilia del recente congresso che ha visto un avvicendamento alla segreteria del partito. Il materiale viene rimontato e ne diventa un filmato di satira, Casa Pannella: protagonisti ne sono i tre esponenti politici che vengono inseriti in un contesto di travagliato e irridente menage familiare. Fin qua nulla di male: piaccia o meno il risultato, è legittimo.

Il testo completo di È censura? No, è violazione del diritto d’autore

Il rapporto sull’11 settembre è un libro a fumetti

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The 9/11 Report: A Graphic Adaptation è l’adattamento a fumetti del 9/11 Commission Report. Autori sono Sid Jacobson ed Ernie Colón che a conclusione del volume – disponibile online (su Amazon invece qui) – danno un giudizio sulle azioni del congresso e del presidente degli Stati Uniti. Ne esiste anche la traduzione (su IBS) in italiano senza che però ne sia stato pubblicato il corrispettivo in rete.

Alla ricerca del ghost writer di Shakespeare

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The Shakespeare ChroniclesThe Shakespeare Chronicles è una specie di noir scritto da Jamie Boyle, docente al Center for the Study of the Public Domain della Duke Law School ed esponente di Creative Commons. Lo storia è incentrata su un’indagine volta a scoprire chi è il vero “padre” delle opere del grande drammaturgo. Dice l’autore nella presentazione del libro:

A novel that is part literary mystery, part historical detective story, built around an obsessive search for the true author of Shakespeare’s works. Stanley Quandary is a professor of English and a very ordinary man. But then he starts to have the strangest, most realistic dreams, dreams that seem to solve one of the greatest mysteries of all time, to expose a conspiracy of silence that is over 400 years old. They even suggest a way to win back his estranged wife. Of course, he might be going insane…

Per chi volesse leggerlo, non c’è che l’imbarazzo nella scelta di formato, supporto e costo. Un capitolo la settimana sarà pubblicato gratuitamente sul sito di Boyle. Chi volesse invece acquistare l’ebook, può farlo a un dollaro e mezzo su Lulu.com nella pagina ad hoc mentre chi non rinuncia al volume ha a disposizione una doppia opzione: la versione paperback e quella rilegata. Il tutto rilasciato sotto Creative Commons, of course.

Il romanzo di kai zen sarà copyleft

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kai zen : ensemble narrativoSu kaizenology, la newsletter periodica di kai zen : ensemble narrativo, si legge che si è arrivati alla fase di editing del loro prossimo romanzo, il cui titolo provvisorio è Al-Hàrith. Il libro uscirà nei primi mesi del 2007 pubblicato da Mondadori per la collana Strade Blu. Su trama e contenuti, ovviamente, non si può ancora dire nulla, ma un’ottima notizia già disponibile è che il libro sarà rilasciato con una licenza copyleft. Il primo per la casa editrice di Segrate.

Una sorpresa, inoltre, considerando l’editore, il quale – per tramite della direzione editoriale – aveva dichiarato la primavera scorsa a Specchio, il supplemento della Stampa, di non essere interessato a questi ambiti ai quali, si aggiungeva, non serve un editore dato che possono pubblicare autonomamente. A maggior ragione, complimenti a kai zen.

Quella volta che incontrammo gli alieni

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We Met The Space PeopleErano gli Anni Cinquanta e le sorelle Helen e Betty Mitchell da Saint Louis (Missouri) un malaugurato pomeriggio entrarono nel bar sbagliato. Qui infatti – sostennero le due signorine Mitchell – incontrarono delle creature umanoidi e dall’esperienza che ne seguì trassero un libretto, We Met The Space People, pubblicato originariamente nel 1959 per la Saucerian Books, casa editrice del West Virginia specializzata in ufologia e altri argomenti abbastanza particolari tanto da essere diventata una specie di cult per gli appassionati del mistero.

Ora quello stesso libro è disponibile su Manybooks.net, sito piuttosto articolato che mette a disposizione per il download libri sui quali sono sono scaduti i diritti d’autore o che sono stati scritti per essere diffusi liberamente in rete (ce ne sono anche in italiano). Molteplici i formati disponibili.

Atlanti anatomici: online le tavole storiche

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Jacopo Berengario da CarpiTavole tratte da atlanti anatomici che vanno dal XIV al XIX secolo. Sono pubblicazioni ormai passate sotto pubblico dominio di diversa origine riunite da Historical Anatomies on the Web, progetto nato per mettere a disposizione degli utenti scansioni di buona qualità tratte dalle proprie collezioni. Per la maggior parte, le immagini sono di origine europea, ma se ne trovano anche di asiatiche: Persian Anatomical Illustrations (Iran o Pakistan, pubblicata tra il 1680 e il 1750), Jushikei hakki (Shi si jing fa hui. Japanese & Chinese) (Giappone, 1716) e la più antica, Tashrih-i badan-i insan. [Anatomy of the Human Body] (Iran, 1390 circa).

Diversi gli atlanti italiani e ce n’è anche uno bolognese: Isagogae breues, perlucidae ac uberrimae in anatomiam humani corporis compilato da Jacopo Berengario da Carpi nel Cinquecento e illustrato da Ugo da Carpi.