I computer contribuiscono a fare cultura e il diritto non riesce a tenere il passo. È stato esplicito Lawrence Lessig nel suo intervento al 23. Chaos Communication Congress di Berlino dal titolo On Free, and the Differences between Culture and Code. Su Google Video sono disponibili i 76 minuti impiegati dal fondatore di Creative Commons (che non è mai stato così in forma, afferma Cory Doctorow) mentre sul blog di Bernardo è possibile leggere qualche ulteriore particolare in merito agli altri interventi.
liberta’ di cultura
We-think: l’onda della creatività collettiva
StandardCharles Leadbeater si è occupato a lungo di Internet e del suo impatto culturale scrivendo saggi come Living on Thin Air e The Pro Am Revolution (quest’ultimo con Paul Miller). Da qualche mese sono online (ancora in versione provvisoria, diventeranno libro l’estate prossima per Profile) i diversi capitoli del suo ultimo lavoro, We-Think: the power of mass creativity.
Si tratta del risultato di un paio di anni di analisi sulla crescita degli approcci partecipativi all’innovazione da parte degli ambiti scientifici, del software libero, delle comunità di videogiocatori e delle aggregazioni politiche. E l’obiettivo perseguito con la pubblicazione delle bozze del libro è stato quello di stimolare gli utenti a fornire opinioni, spunti e dati su cui lavorare senza che, si legge sul sito, questo processo venga arrestato dall’uscita in libreria. Continue reading
Wikinomics e collaborazione
StandardWikinomics: How Mass Collaboration Changes Everything è un libro scritto da Don Tapscott e Anthony D. Williams e uscito a fine dicembre per Portfolio. Su Slashdot ne dà un’anticipazione Peter Wayner che esordisce scrivendo:
The authors have a wiki site at www.wikinomics.com devoted to the book. You can edit the wiki and have your say, but that’s not what they’re asking folks to buy. For the price of the book, you get a well-designed collection of thoughtful anecdotes stitched together by two talented business writers and polished by a good editor. They’ve made a good attempt to cover most aspects of the topic and they do an excellent job of explaining why the ideas are important for CEOs that are struggling to move their business forward.
Insieme al sito di presentazione del libro e al wiki (che porta alla stesura collettiva dell’undicesimo capitolo, Wikinomics Playbook, attraverso i contributi degli utenti), è stato attivato anche un blog dedicato alla collaborazione in rete.
Wikimedia, pubblicità e progetti in rete
StandardMentre è in corso una discussione a più voci su blog ed etica, un dibattito analogo ha preso il via in seno alla Wikimedia Foundation e alla sua campagna di raccolta fondi. Un buon sunto lo fa Mike Linksvayer in merito, più specificamente, alla questione inserzionisti pubblicitari. Uno dei quali potrebbe essere il braccio benefico della Virgin e in proposito lo scrittore e programmatore canadese Evan Prodromou dice:
Non sono in sintonia con questa gente, anzi, mi trovo in sostanziale opposizione. Penso però che l’elevato traffico web generato da Wikipedia sia una risorsa che la Fondazione sperpera. Un traffico simile vale decine se non centinaia di milioni in entrate pubblicitarie ogni anno. È denaro che potrebbe essere utilizzato per diffondere (liberamente e gratuitamente) libretti simil enciclopedie a milioni di studenti e bambini, nella loro lingua, in tutto il mondo. È irresponsabile snobbare questa opportunità.
Mentre il fondatore di Wikipedia, Jimmi Wales, è rimasto ancora fedele al suo concetto di libertà (riassumibile in free as in speech, not free as in beer) e già in passato ha confermato l’apertura alla pubblicità sul Time Online, Linksvayer porta altri due esempi di esperienze efficaci. Continue reading
Online i processi alla banda della Uno Bianca
StandardQuando si cerca di conoscere una storia, ci sono diverse fonti importanti. Una di queste – e forse la più rara – è costituita dalle voci che si avvicendarono in tribunale. Certo, ci sono gli atti processuali, che possono essere consultati e che in diversi casi possono fornire chiavi di interpretazione nuove, diverse o sottovalutate in precedenza. Questo è accaduto per esempio al regista e sceneggiatore Paolo Benvenuti con uno studio su Portella della Ginestra per il suo film Segreti di Stato quando trovò un documento firmato da Mario Scelba e ne provò l’autenticità negata ai tempi del processo in aula.
Più raro invece avere accesso diretto a ciò che venne detto in aula: poterle ascoltare, al di là dei contenuti, aiuta a comprendere un fatto, un periodo, l’atmosfera di contorno. Per la vicenda della banda della Uno Bianca, ora è possibile scaricare le udienze dei processi di Rimini e di Bologna. Radio Radicale, che ha acquisito dal 1978 molto materiale delle più differenti tipologie e sta progressivamente digitalizzando il proprio archivio, ha messo online le registrazioni di questi due processi. Per avere questi file, un ringraziamento particolare va a Diego Galli.
La disponibilità delle udienze è un fatto importante, soprattutto considerando la portata della vicenda: la banda della Uno Bianca, composta dai tre fratelli Savi (due dei quali agenti di polizia) e da altri tre appartenenti alle forze dell’ordine, colpì tra Bologna, la Romagna e le Marche dall’ottobre 1987 al 1994 quando, in novembre, l’intero commando venne arrestato. In quasi otto anni di attività criminale, vennero messe a segno 103 azioni, si fecero 102 feriti e vennero uccise 24 persone. Per rapina, si disse, anche se le motivazioni di lucro non giustificano la violenza con cui la banda colpì tra depistaggi, inchieste sbagliate, comparsate della Falange Armata, trafficanti d’armi dell’Europa orientale o, ancora, analogie con fatti accaduti all’estero. Continue reading
Giaculatorie, regali(e) ed ecologia della creatività
StandardAlcune letture particolarmente interessanti:
- Dalla peste, dalla fame, dalla lebbra e dall’Udc di Miki (Mezzo Mondo nel Blog): avvincente – e divertente – dialogo su giaculatore, parlamentari e badilate
- Microsoft e i blogger, la polemica impazza di Pandemia su regalie, sistemi operativi e forme neanche tanto nuove di marketing virale
- CC’s Future di Lawrence Lessig a proposito di Creative Commons, percorsi lunghi anni ed ecologia della creatività
Animazione sovietica e antimilitarista
StandardКонфликт (Conflict) è uno dei più noti film d’animazione sovietici. A renderlo particolarmente famoso sono stati probabilmente il suo spirito antimilitarista e l’azzeccata allegoria in base alla quale, da un’unica scatola di fiammiferi, ne derivano due schieramenti divisi prima per colore e poi, attraverso una linea tracciata a terra, per appartenenza politica. Pubblicato ora su Google Video, il film è stato realizzato dalla celebre casa di produzione Soyuzmultfilm (la stessa dell’originale Winnie-The-Pooh che in russo fa Винни-Пух) di cui si può leggere una breve storia su Wikipedia.
I divieti di un fonografo del 1907
StandardNon sembra proprio cosa di oggi il fastidio verso chi imita, copia o diffonde e nemmeno cosa di oggi sembrano i “non si deve” scanditi dalle disposizioni previste da licenze, norme su diritto d’autore o strumenti affini.
A suffragio di questa affermazione, Cameron Daigle ha pubblicato su Flickr una fotografia, intitolata The Record Industry’s Piracy Law, che ritrae il cilindro di un fonografo degli Edison Laboratory risalente al 1907. Piuttosto chiaro ciò che succede se non si rispetta ciò che viene riportato su di esso:
upon any breach of said condition, the license to use and vend this record, implied from such sale, immediately terminates
Il fuoco di Bianciardi viene “riaperto” in rete
StandardEttore Bianciardi l’aveva detto e lo ha fatto: non gli piaceva neanche un po’ la piega che aveva preso la fondazione intitolata a suo padre, il grande scrittore Luciano scomparso nel 1971, e così, esaurita la fase dei botta e risposta sui giornali, si è rimboccato le maniche e ha partorito con Marcello Baraghini la sua alternativa.
Alternativa battezzata con il nome di Riaprire il fuoco, dal titolo di un libro di Luciano Bianciardi Aprire il fuoco, e dedicata a un recupero della letteratura che sui giornali raramente ci finisce e che generalmente trova spazio in quasi nessuno – se non nessuno – degli ambiti classici in cui si dibattono le novità editoriali. Con il relativo blog, inoltre, vuole mantenere viva la discussione per arrivare a quello che viene chiamato il libro infinito. Obiettivo?
Non solo per recuperare la vera identità [di Bianciardi], ma anche per cercarne delle nuove, altrettanto critiche verso ogni forma di potere e vessazione e infine per aprire nuovi spazi di libertà, di fantasia e di passione civile, in primo luogo sulla Rete. Uno spazio di libertà per la cultura. Un luogo che dia voce a chi adesso non ce l’ha. Una ricerca di veri nuovi scrittori.
Sistema Cultura Italia: diritti o corporazione?
StandardDa Fronte della comunicazione. Meta-associazione con scopi culturali o gruppo di pressione con fini corporativi? Viene da chiederselo, leggendo la notizia relativa alla nascita di Sistema Cultura Italia (per esteso federazione italiana dell’industria culturale), nuova realtà inquadrata all’interno di Confindustria.
Ne fanno parte a titolo di costituenti Aie (associazione italiana editori), Afi (associazione dei fonografici italiani), Agis (associazione generale italiana dello spettacolo), Anes (associazione nazionale editoria periodica specializzata), Anica (associazione nazionale industrie cinematografiche e audiovisive multimediali), Fimi (federazione industria musicale italiana) e Univideo (unione italiana editoria audiovisiva). Scopi della nuova realtà, si legge in una nota dell’Ansa, sono «la tutela dei diritti e degli interessi collettivi degli associati sul piano nazionale, comunitario ed internazionale; promozione della salvaguardia del diritto d’autore; la lotta alla pirateria». Continue reading