Lessig, la riforma della politica e la candidatura al Congresso

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Draft LessigAlcuni mesi fa il fondatore di Creative Commons lo aveva in qualche modo annunciato e da pochissimo è nato Lessig 08 – Change Congress. Se sulla candidatura l’ultima parola arriverà il prossimo primo marzo, intanto ne parla Bernardo Parrella partendo da quanto scritto sul New York Times e su Wired e dice:

Lawrence Lessig, the Web legal scholar, said Wednesday that he was mulling a campaign for the House of Representatives, a move that could pit the Internet icon in a race against a Democratic loyalist. Mr. Lessig would run for the seat left vacant by the Feb. 11 death of Representative Tom Lantos, who represented the 12th District of California for nearly 14 terms. The district, south of San Francisco, runs straight through the heart of Silicon Valley, where Mr. Lessig is considered a celebrity, though one who wears glasses and uses phrases like “net neutrality”.

Nel nome della letteratura: Israele, la Fiera del Libro e le polemiche

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Per aderire, è sufficiente lasciare un commento al post Nel nome della letteratura sul blog di Loredana Lipperini. L’appello è presente anche su Nazione indiana e Il Primo Amore.

Israele ospite della Fiera del Libro di Torino 2008

Con queste firme esprimiamo una solidarietà senza riserve nei confronti degli organizzatori della Fiera del Libro di Torino, nel momento in cui questo evento di prima grandezza della vita letteraria nazionale viene attaccato per aver scelto Israele come paese ospite dell’edizione 2008. L’appello a cui aderiamo s’intende apartitico, e politico solo nell’accezione più alta e radicale del termine. Non intende affatto definire uno schieramento, se non alla luce di poche idee semplici e profondamente vissute.

In particolare, l’idea che le opinioni critiche, che chiunque fra noi è libero di avere nei confronti di aspetti specifici della politica dell’attuale governo israeliano, possono tranquillamente – diremmo perfino banalmente! – coesistere con il più grande affetto e riconoscimento per la cultura ebraica e le sue manifestazioni letterarie dentro e fuori Israele. Queste manifestazioni sono da sempre così strettamente intrecciate con la cultura occidentale nel suo insieme, e rappresentano una voce talmente indistinguibile da quella di tutti noi, che qualsiasi aggressione nei loro confronti va considerata un atto di cieco e ottuso autolesionismo.

Raul Montanari

Genova 2001: la memoria è un ingranaggio collettivo

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Scontri al G8 di Genova nel luglio 2001Il giornalista Roberto Laghi, sul suo blog, scrive che “la memoria è un ingranaggio collettivo”. Lo scrive all’interno di un post intitolato E intanto muoiono i partigiani in cui fa riferimento alla notizia della scomparsa del comandante partigiano ravennate Bulow, all’anagrafe Arrigo Boldrini, per lungo tempo presidente nazionale dell’Anpi.

Ma Laghi fa riferimento anche a un altro “ingranaggio collettivo”. Quello che si è spontaneamente innestato dopo i fatti avvenuti nei giorni del vertice del G8 di Genova, nel luglio 2001. Fatti che proprio grazie a un volàno corale non sono passati sotto silenzio né allora né negli anni successivi. Quell’estate, per strada, si rivissero episodi che si pensavano relegati da un quarantennio alla storia e a modalità di gestione dell’ordine pubblico risalenti a eventi come quelli per esempio di Reggio Emilia, quando il 7 luglio 1960 gli scontri tra i manifestanti e le forze dell’ordine portarono alla morte di cinque operai. O, nello stesso anno ma pochi giorni prima, e precisamente il 30 giugno, il capoluogo ligure, città medaglia d’oro alla Resistenza, vide aprirsi il congresso organizzato dal Movimento sociale italiano e i cittadini scendere in piazza per protestare contro il partito che direttamente discendeva dal Ventennio della dittatura fascista.

Genova 2001 è stato uno dei momenti in cui più esplicitamente si è arrivati a negare la democrazia in questo paese attraverso la repressione del diritto di manifestazione. Un momento che, grazie alla pervasività della tecnologia e della digitalità, oggi può essere testimoniato in molti modi. A iniziare dalle immagini e dai video. E poi ci sono i processi di cui si può diffusamente leggere e sentire.
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Freedom of Expression®: dopo il libro in arrivo il film con Naomi Klein

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Freedom of Expression®: Resistance and Repression in the Age of Intellectual PropertyDi Freedom of Expression®: Resistance and Repression in the Age of Intellectual Property, il libro su cui il suo autore, Kembrew McLeod, era riuscito a farsi riconoscere come depositario dell’espressione che dà il titolo dal volume, si era parlato un po’ di tempo fa. Ora, invece, il gruppo di FreeCulture@NYU dà notizia della presentazione del film tratto dal lavoro di McLeod, che sarà presentato ufficialmente a fine mese.

La voce narrante è quella di Naomi Klein, già nel pieno della promozione di The Shock Doctrine, mentre le interviste che accompagnano il documentario della durata di 53 minuti sono, tra gli altri, a Lawrence Lessig (Stanford Law e CreativeCommons.org), Carrie McLaren (Illegal Art Show) e Mark Hosler (Negativland). Disponibili in rete i trailer del film così come le informazioni per acquistare il DVD e il materiale messo a disposizione online (su diritto d’autore, creatività e tentativi censori o repressivi attraverso il copyright) è stato rilasciato con licenza Creative Commons.

Involuzioni del diritto d’autore e doppi controlli sui videogiochi

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Valerio Di Stefano di ClassiciStranieri.com pubblica l’articolo Il degrado della cultura e la cultura degradata: involuzione del diritto d’autore in rete per fare il punto su un “topolino rachitico e inadeguato”, cioè il disegno di legge 1681 che, con due soli articoli, trasforma la SIAE in ente pubblico economico e si mette a legiferare sulla circolazione in rete di libere pubblicazioni. E scrive Valerio in proposito:

Il disorientamento del legislatore e, conseguentemente, della Comunità che nella rete si occupa di dare una maggiore visibilità ai contenuti liberi mediante la loro diffusione gratuita (unico requisito chiaro della norma, e ribadito dalle espressioni “a titolo gratuito”, e “solo nel caso in cui tale utilizzo non sia a scopo di lucro”), si accresce quando chiarisce che queste riproduzioni debbono essere effettuate “per uso didattico o scientifico”. E, naturalmente, quando il legislatore non si preoccupa minimamente di chiarire quello che intende con questa espressione, ma passa la patata bollente al Ministro per i beni e le attività culturali (Pietro Folena, sul suo blog scrive che “noi avremmo voluto scriverli direttamente nella norma, ma abbiamo accettato una mediazione”). La formula è lugubre e sinistra perché, oltre a non dare alcuna indicazione su ciò che si può fare e ciò che non si può fare, limita l’utilizzazione del materiale ai soli scopi didattici e scientifici, non allargando, ad esempio, la possibilità di farne uso da parte di biblioteche on line, enciclopedie e risorse di consultazione.

Sempre in tema di rete, si dia un’occhiata qui e alla relativa petizione. Argomento?

Il Disegno di Legge n. 3014 in materia di tutela dei minori nella visione di film e videogiochi, attualmente all’esame del Commissione Cultura della Camera, propone di creare un Comitato nazionale con il compito di “controfirmare” la classificazione del videogioco attribuita a livello europeo dal sistema PEGI. L’Italia potrebbe diventare l’unico paese in Europa, dove viene imposto un macchinoso sistema di doppia valutazione dei giochi.

Il fair use e la dichiarazione dei documentaristi

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  • Center For Social Media, Documentary Filmmakers’ Statement of Best Practices in Fair Use:

    Documentary filmmakers have created, through their professional associations, a clear, easy to understand statement of fair and reasonable approaches to fair use. Fair Use is the right, in some circumstances, to quote copyrighted material without asking permission or paying for it. It is a crucial feature of copyright law. In fact, it is what keeps copyright from being censorship. You can invoke fair use when the value to the public of what you are saying outweighs the cost to the private owner of the copyright.

  • Qui il link per scaricare l’intero documento in formato pdf.

North Wind: serie a fumetti da libreria e da rete

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North WindNorth Wind è una serie a fumetti (cinque gli episodi in programma) pubblicata dai BOOM! Studios in collaborazione con MySpace e messa a disposizione in rete – contemporamente all’uscita dei singoli albi – per essere letta online o per essere scaricata (qui il primo episodio). “Un’interessante approccio alla distribuzione digitale”, si legge nella pagina di presentazione, e Cory Doctorow, commentando la scelta su BoingBoing, aggiunge:

Yes, a few cheapskates might opt to substitute downloads for singles. But those cheapskates are likely either retired people, students, or other people of limited means — and if they come into money (say, by graduating and getting a job), they’ll be back with their wallets. In the meantime, it’s not as if the people who buy their issues in Mylar bags are going to give up on collecting — Action Comics #1 has been floating around online since the mid-Nineties and the value of the physical object hasn’t dropped as a result.

Online documentario radiofonico sulla libertà di stampa

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Press For FreedomSi intitola Press For Freedom il documentario audio in quattro puntate che il giornalista e docente londinese Roy Greenslade ha realizzato per il canale radiofonico della BBC. Si parte con Government control e i casi di Anna Politkovskaya (uccisa a Mosca dopo aver indagato sulla violazione dei diritti umani in Cecenia), Ali Fedhil (iracheno, interviene a proposito dei condizionamenti politici nel suo paese) e Peta Thornycroft (corrispondente che rischia il carcere in Zimbabwe). La seconda parte affronta il tema Freedom of the internet concentrandosi su blog e informazione mainstream. Si passa quindi, in terza istanza, a Building democracy e il relativo ruolo delle radio per concludere, da ultimo, con Established democracies, il loro grado di stabilità e del relativo margine d’azione della stampa. Per ognuno di questi temi, è possibile scaricare la puntata in formato mp3.

Infine due segnalazioni: l’inizio di Loredana Lipperini che è tornata Ancora dalla parte delle bambine e Gli altri non siamo noi di Sorelle d’Italia.

In rete i libri di Giulia Ghini e Antonio Montanari Nozzoli

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Alcune segnalazioni a libri disponibili in rete per il download. Estremamente diversi tra di loro, sono, ciascuno per il proprio ambito, una lettura interessante:

  • Giovanna e la tempesta verticale di Giulia Ghini, storia ambientata a Bologna tra segreti rimossi, dimensioni parallele che si incontrano, medicina occidentale e trasformazioni della materia. Letto ancora in bozza dopo che Giulia me l’aveva inviato l’estate scorsa, ora è stato pubblicato su Lulu.com, rilasciato con licenza Creative Commons e acquistabile anche su carta;
  • ricordi, nostalgia e tenacia sono invece gli elementi alla base di Anni Cinquanta – I giorni della ricostruzione visti da un bambino. 1948-1953 di Antonio Montanari Nozzoli. Pubblicato per la prima volta nel 1995 da Guaraldi di Rinimi, Antonio lo ha reso disponibile nei giorni scorsi sul suo blog, da dove l’ho potuto scaricare e leggere;
  • Si sta come a Natale, curato Ramona Corrado e Gaja Cenciarelli per Vibrisselibri e, come per i volumi precedenti, scaricabile dalla rete (qui il link per il download). Ventuno testi per raccontare la (impossibile) immunizzazione di fronte alle feste comandante e per contribuire almeno un po’ a conoscerne aspetti diversi e per certi versi contrastanti.

L’abito di Don Zauker in rete e sotto Creative Commons

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Don ZaukerScoperto Don Zauker, sul cui sito, rilasciati con licenza Creative Commons, sono disponibili lo spettacolo-talk show, i video e le tavole. Ma chi è Don Zauker?

Esorcista in un mondo in cui Dio e il Diavolo non esistono (cioè il nostro), Don Zauker è un fumetto sulla totale mancanza di senso critico che caratterizza molte persone, di fronte alla religione e alla Chiesa in particolare. Don Zauker è arrogante, manesco, ignorantissimo, egoista, bugiardo; è l’incarnazione dei peggiori vizi dell’uomo e non fa assolutamente niente per nasconderlo. Ma peggiori di lui sono le persone che gli concedono credito, che lo venerano e ne giustificano il comportamento, inchinandosi non davanti alla persona, ma al vestito che porta. Perché l’abito FA il monaco, questo Don Zauker lo sa.

Da non dimenticare: questa è opera (pluripremiata) dell’Règia Associazione Paguri. E grazie a Chris per la segnalazione.