Una tragedia negata: gli anni di piombo nella narrativa italiana

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Una tragedia negata di Demetrio PaolinDa Vibrisselibri, Una tragedia negata – Il racconto degli anni di piombo nella narrativa italiana di Demetrio Paolin:

Un’approfondita analisi sulla narrativa ispirata agli anni di piombo. Sono due, in particolare, i fili conduttori che legano i testi presi in esame in questo saggio. Due aspetti nodali che l’autore ha individuato, portato alla luce e sui quali ci invita a riflettere: l’assenza della figura del nemico e la conseguente negazione della cifra tragica nei sanguinosi eventi che caratterizzarono il periodo in questione. In tutti i libri che Paolin analizza la scelta della lotta armata viene declinata all’interno di un ambito familiare, quasi a voler annullare o «disinnescare» la violenza contenuta in quei fatti di sangue.

Da qui, si può scaricare il pdf del libro, che sarà in libreria a partire dal mese prossimo per le edizioni Il Maestrale, da qui la storia della copertina e da qui invece il work in progress del libro.

Rivista “Testimonianze”: Internet, le legge e il controllo

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Rivista TestimonianzeSegnalazione interessante che arriva dal Firenze Linux User Group:

Chi definisce la libertà su Internet, gli stati, le multinazionali o gli avvocati?

La rivista Testimonianze ha realizzato un numero monografico su Internet, raccogliendo articoli che trattano diversi aspetti del rapporto tra libertà e controllo sulla rete. Un tema non facile, che deve essere considerato alla luce di conoscenze che spaziano dal campo tecnico, al giuridico fino a quello sociale. La limitazione della libertà di espressione in Internet, infatti, può essere ottenuta attraverso delle leggi o attraverso delle tecnologie che proteggono interessi particolari (come quelle che proteggono le opere coperte da copyright). Anche i motori di ricerca, nel selezionare i primi risultati tra i possibili, possono attuare una pragmatica forma di censura.

Il Firenze Linux User Group – Flug organizza un incontro con alcuni degli autori che con esperienze e preparazioni diverse, animeranno un dibattito incentrato sui temi della regolamentazione, dell’accesso alle informazioni e del controllo di Internet. Parteciperanno:

  • Davide De Grazia, curatore della rivista e autore
  • Enrico Bisenzi, Luisa Brunori, Anna Carola Freschi, Leonardo Maccari, autori

Mercoledì 12 dicembre, ore 17:30, Fiera del Commercio Equo e Solidale, Piazza Annigoni, Firenze (davanti al mercato di S. Ambrogio).

Testimonianze: <http://www.testimonianze.org
EquoTendone: http://www.villaggiodeipopoli.org/
Firenze Linux User Group: http://firenze.linux.it

Uno bianca: i fili di una vicenda durata oltre sette anni

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Uno bianca e trame nere - Cronaca di un periodo di terroreAggiornamento del 28 novembre: l’articolo uscito ieri su Repubblica Bologna. Qui la prima parte e qui la seconda.

Da oggi è il libreria Uno bianca e trame nere. Cronaca di un periodo di terrore, pubblicato da Stampa Alternativa. D’accordo con il mio editore, è stato rilasciato con una licenza Creative Commons e dunque la sua versione elettronica è disponibile per il download qui (da qui invece si può scaricare la copertina e a breve verrà messo online anche su Libera Cultura, il sito che riunisce le pubblicazioni di Stampa Alternativa rilasciate sotto Creative Commons). Di seguito, invece, riporto la prefazione che Andrea Purgatori ha scritto in apertura libro:

Un Paese che s’accontenta della verità giudiziaria è un Paese che ha scelto di convivere con le ombre, i fantasmi, gli scheletri negli armadi. Che rifiuta di specchiarsi nella propria memoria e dunque si adatta a subire il costante ricatto di quelle forze oscure che, attraverso l’uso “istituzionalizzato” della violenza, ne hanno determinato le svolte più traumatiche.

La vicenda della Uno bianca – 103 azioni criminali, 24 vittime, 102 feriti – comincia nel 1987 e si conclude nel 1994 con l’arresto dei sei componenti della banda, cinque dei quali sono poliziotti in servizio. Processualmente, viene definita e archiviata come una storia di rapinatori assassini. Ma anche in questo caso la verità giudiziaria non è sufficiente a risolvere l’enigma di fondo che tuttora avvolge l’esistenza e le feroci imprese compiute dai tre fratelli Roberto, Fabio e Alberto Savi e dai loro complici.

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Controversi, il sito dedicato alla poesia libera

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La biblioteca multimediale ad accesso libero Classici Stranieri cresce e il suo creatore, Valerio Di Stefano, dà vita a un progetto speculare, Controversi, giovanissimo sito-blog interamente dedicato alla poesia italiana e straniera che al momento ha pubblicato post su Dante Alighieri, Giosuè Carducci, Ugo Foscolo, Giacomo Leopardi e Miguel de Unamuno. Come gli altri progetti di Valerio, anche Controversi ospiterà al suo interno materiale sotto pubblico dominio e composizioni (o notizie su composizioni) pubblicate più recentemente, ma con una licenza che ne permette la libera ridistribuzione.

Non rassegnata stampa: tra satira, video e Creative Commons

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Filippo Giardina e Mauro Fratini di Non Rassegnata Stampa hanno ragione:

L’ottimo riscontro di pubblico avuto sul sito è coinciso con una disarmante indifferenza da parte di media, giornalisti e anche presunti web-paladini della libertà (evito di fare nomi per non incorrere in una caduta di stile). Ci farebbe piacere sapere che cosa ne pensi.

In una mail con cui presentano la loro iniziativa su web nata quasi un anno fa (e per la precisione il 13 dicembre 2006), hanno prodotto non una e nemmeno due né tanto meno tre puntate, ma novantaquattro puntate di una specie di sit-com così descrivibile:

una rassegna stampa satirica ambientata in una cantina e trasmessa sul web sfruttando le nuove tecnologie che permettono una forma di espressione libera e senza censura […]. I temi, di stretta attualità, vengono trattati con una libertà sicuramente non riproducibile dalla tv tradizionale. [Dunque] è satira visceralmente libera.

Da sottolineare che le puntate sono rilasciate con licenza Creative Commons. Questa, forse, può essere l’occasione di recuperare con materiale che, da quello che ho visto, è effettivamente buono.

Wikipedia in Francia non perseguibile per i suoi contenuti

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Ne parlano tanto male che sporgono querele, ma poi se le devono rimangiare. E magari pagare pure le spese processuali. Peccato che al momento tutto questo sia diventato giurisprudenza solo in Francia, ma è pur sempre un esempio a cui guardare con interesse. Perché qui, infatti, Wikipedia ha sfangato un’accusa di diffamazione e violazione della privacy rimbalzando al mittente anche le richieste di danni (69 mila euro). Ne parlano due articoli, di questo fatto: l’edizione britannica della Reuters con Wikipedia cleared in French defamation case e l’Inquirer.net con Wikipedia wins landmark privacy lawsuit in France.

In pratica, alcuni contenuti pubblicati sulla versione francese della più nota enciclopedia collaborativa e ritenuti offensivi non possono essere penalmente o civilmente addibitabili ai responsabili del server perché questi non hanno un ruolo di editor. Inoltre le politiche editoriali esistono, sono chiare e dunque – ancora – la loro violazione non è in carico a Wikipedia stessa. Esplicitamente ha dichiarato infatti Emmanuel Binoche. il giudice chiamato a pronunciarsi su questa vicenda:

Web site hosts cannot be liable under civil law because of information stored on them if they do not in fact know of their illicit nature.

Per chi volesse leggere altro in merito, trova diversi articoli sull’argomento.

E, seppur non direttamente, in qualche modo è collegato anche questo testo di Cory Doctorow, How Big Media’s Copyright Campaigns Threaten Internet Free Expression:

But the Internet is not cable television. Net-based hosting outfits — including YouTube, Flickr, Blogger, Scribd, and the Internet Archive — offer free publication venues to all comers, enabling anyone to publish anything. In 1998’s Digital Millennium Copyright Act, Congress considered the question of liability for these companies and decided to offer them a mixed deal: Hosting companies don’t need to hire a million lawyers to review every blog post before it goes live, but rights holders can order them to remove any infringing material from the Net just by sending them a notice that the material infringes.

Postsingular: cyberpunk in chiave Creative Commons

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Postsingular di Rudy RuckerRilasciato con licenza Creative Commons il libro Postsingular, uscito in libreria il mese scorso (qui per scaricare le versioni pdf e html). Scritto da Rudy Rucker, profilico scrittore che dalla matematica è passato al cyberpunk, è un romanzo incentrato sul tema delle nanotecnologie che sfondano anche nel mondo dell’intangibile. Dalla presentazione del libro, si legge:

A mad scientist decides it might be a good idea to create a giant virtual reality simulation that is running a copy of Earth and of most of the people in it. Fine, but in order to create this simulation, the mad scientist plans to grind our planet into a zillion supercomputing nanomachines called nants.

Ultrageek Ond Lutter and his autistic son Chu find a way to block the nants—but then Ond can’t resist infesting Earth with a congenial breed of quantum-computing nanomachines called orphids.

Su Amazon il libro si può acquistare qui mentre sul sito dell’autore si annuncia che è in corso di realizzazione il sequel, Hylozoic.

π-Videoblog: diritti d’autori creativi

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π-Videoblog - Diritti d'autori creativiDiritti d’autori creativi è il titolo della più recente puntata di π-Videoblog, iniziativa di divulgazione elettronica curata da Christian Biasco e di Francesca Terri con il supporto di Arcoiris.tv. Si legge dalla sinossi:

Tre sono le angosce di un artista: che la propria opera venga plagiata; che venga sfruttata da parte di altri; che venga modificata e trasformata in qualcos’altro. Come difendere i diritti sulle proprie opere? Due sono gli argomenti centrali di questa puntata: il funzionamento del metodo Copyzero per la certificazione della paternità di un’opera, in alternativa al deposito presso la SIAE (uso della firma digitale con marca temporale) e le licenze Creative Commons come interessante soluzione per il rilascio dell’opera.

Pubblicate tutte con licenza Creative Commons, le puntate precedenti di π-Videoblog comprendono:

Creativi e concreti in tempi di cultura digitale

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Creative Business in the Digital EraPer opera di Open Rights Group nasce Creative Business in the Digital Era. Basato al momento su un wiki, il progetto parte con questi scopi:

we’ll be putting together the course and teaching material for the Open Rights Group’s project on open-IP business models. We’re going to examine how people are experimenting with new ways to run businesses based on IP, whether that is the author who gives away his book under Creative Commons licences, or companies that share their intellectual property via an API, or musicians who let you choose how much you want to pay for their music.

Esperimento interessante, considerando la quantità (e qualità) di realtà che ormai si muovono in ambiti in cui libertà di cultura e interoperabilità sono il fondamento ideale e fattivo (alcune di queste realtà sono elencate nella pagina Communities del progetto). Per cui volesse partecipare, qui si trovano altre informazioni mentre il post omonimo presenta e spiega che:

This project is about the real world, not theory, and we want people to walk away from the course with a good understanding of what others are doing and feeling inspired to do something innovative themselves. Which means we also need to know about failures. Who has tried an open-IP business model and failed? What did they do? Why didn’t it work?

Anthroptic: guardare, riconoscere e scrivere

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AnthropticCarlo segnala un progetto che suona assai interessante. Si tratta di Anthroptic, ideato dall’artista Ethan Ham e dallo scrittore Benjamin Rosenbaum. L’idea è molto semplice:

It consists of a set of stories that were inspired by photos from Flickr.com. Each photo is one in which a facial recognition software program sought to identify a face.

Una descrizione più esaustiva del progetto si trova qui e da sottolineare che i risultati del lavoro di Anthroptic vengono rilasciati con licenza Creative Commons così come lo sono le foto prese da Flickr.com che vengono “drammatizzate” da Rosenbaum. A questo punto inizi il viaggio con il prologo e prosegua con le fotografie.

Solo una domanda: se questo progetto fosse italiano, sarebbe considerato attività editoriale? No, perché, con i tempi che corrono c’è da stare attenti e va a finire che ai navigatori si prova a fargliela d’estate quando anche loro, sciagurati, vanno in vacanza.