liberta’ di cultura
Bologna: a ottobre due iniziative di dibattito e confronto
StandardDue iniziative diverse ma interessanti a Bologna di qui ai prossimi giorni. La prima si svolgerà dal 10 al 12 ottobre, la segnala Massimo Danieli e si intitola Tre giorni contro la repressione, la normalizzazione e le nuove forme di disciplinamento dei corpi. Attraverso dibattiti, tavole tematiche e assemblee, questi i presupposti da cui partire:
Obiettivo della tre giorni è tentare di trasformare la crisi della rappresentanza, esemplificata dalle ultime elezioni politiche, ma anche dal bilancio fallimentare di una lunga stagione di commistione di parti del movimento LGBT con partiti e istituzioni, in un’opportunità per l’apertura di una nuova fase di movimento. Il Coordinamento Facciamo Breccia, nato nel 2005 come percorso di mobilitazione permanente fondato su autodeterminazione, laicità e antifascismo, ma non come coordinamento esclusivamente lgbtiq, si assume quindi l’onere di promuovere la tre giorni insieme ai gruppi bolognesi che già hanno indetto l’assemblea cittadina da cui è nata questa proposta.
Gli altri gruppi bolognesi di cui si parla sono, oltre a Coordinamento Facciamo Breccia, Antagonismogay, Fuoricampo e Coordinamento Sylvia Rivera e qui si può scaricare il programma (in formato pdf). Di questa tre giorni si può leggere anche sul blog Rete delle Donne di Bologna.
La seconda iniziativa è invece più prossima: fissata per sabato 4 ottobre a partire dalle 10.30, viene segnalata da Marco Trotta ed è organizzata da Bologna città libera. Si tratta di una giornata seminariale e di presentazione di progetti per la città ed è legata alla neonata lista per le amministrative 2009 ideata da Franco Berardi e Valerio Monteventi. In questo caso, ecco i punti di partenza:
L’dea da cui nasce Bologna Città Libera è quella di sperimentare progetti a carattere fortemente simbolico. E partendo da qui suscitare un’onda di resistenza umana, un’onda progettuale e politica che spazzi via la nebbia della solitudine e che riesca a prendere il tempo della danza per trasformare l’ignoranza in comprensione il panico in condivisione della sofferenza e il rumore in ritmo.
Nasce iQuindiBlog. Firmato la repubblica democratica dei lettori
StandardLa repubblica democratica dei lettori – più nota come iQuindici di cui varie volte si è già parlato – di libri e letteratura se ne intende. E dopo aver letto parecchi manoscritti, diversi dei quali sono finiti nella biblioteca copyleft e su Inciquid, i suoi “cittadini” hanno iniziato anche a scrivere. Nasce quindi iQuindiBlog che nel post di debutto racconta:
È che oggi si va in giro e ci si chiede perché ci siano così tante facce tristi, vuote, impaurite, e così poche voci che si levano a reclamare qualcosa di elementare come un diritto. E allora noi abbiamo pensato. Perché questa esperienza è anche politica, come tutto quello che ci circonda. Vogliamo provarci. Vogliamo cercare di porre un piccolo argine al fiume malato della commercializzazione, del revisionismo e della spettacolarizzazione letterario-culturale.
Sei anni fa, quando il nostro progetto è partito, i tempi non erano molto migliori di questi, è vero. Oggi più che mai, però, sentiamo l’esigenza di resistere. Di tentare un salto di qualità. Di rinnovare, anche se in parte, un progetto che resta valido nella sua struttura di base.
A Ravenna torna Giallo Luna Nero Notte
StandardÈ partita a Ravenna l’edizione 2008 di Giallo Luna Nero Notte, rassegna dedicata alla letteratura di genere sulla quale si scrive sulla home del sito dedicato a essa dedicato:
in questo particolare momento storico, sta occupandosi fortemente anche della realtà contemporanea, senza con questo rinunciare a un proprio scopo specifico, “divertire” il lettore. Analogamente dovrebbero fare le manifestazioni e i festival dedicati a questa parte della produzione narrativa.
Tema letterario che fa da sottofondo ai vari eventi in programma sarà il disagio psichiatrico (ci sarà tra gli ospiti per esempio lo psichiatra scrittore Enrico Baraldi, autore di Psicofarmaci agli psichiatri) e il trentennale della legge Basaglia. Per seguire l’evolversi della rassegna, che si chiuderà il prossimo 5 ottobre, è stato aperto un blog apposito e la direzione artistica è sempre quella di Nevio Galeati.
“Pauline” per raccontare il rifiuto della diversità
StandardGiovanni De Martis stava lavorando a questo progetto già da diverso tempo e un primo risultato della collaborazione che era nata era stato Miserabili – Io e Margaret Thatcher per il quale aveva fatto da consulente storico. Il lavoro di questa volta, ideato con lo psicopedagogista Mario Paolini e portato in scena dal celebre attore e autore Marco Paolini, si chiama Pauline. Dalla scheda di presentazione dello spettacolo:
Pauline Kneissler, infermiera, classe 1900 non rappresentò la banalità del male di un burocrate dello sterminio seduto dietro il suo tavolo. Pauline fu il male convinta di essere – fino in fondo – il bene. Dal filo della vita di Pauline si dipana una storia che ha al centro la vicenda dello sterminio di decine di migliaia di uomini, donne e bambini disabili nella Germania nazista. Una tragedia che non ha nulla di irripetibile perché il tema del nostro rapporto di normodotati con la diversità dei disabili è tutto da sciogliere. Tra l’estremo atto di crudeltà nazista e il nostro disagio di fronte alla disabilità dell’altro sta una differenza enorme ma anche la possibilità di rifiutare e il rifiuto è il primo atto che nega l’esistenza dell’altro. Si tratta di un monologo in forma di riflessione su quanto accadde e sui meccanismi che fanno sì che l’intolleranza divenga un atteggiamento socialmente accettabile e per questo scusabile se non apertamente condivisibile da una società che per non riconoscersi malata si accanisce sui più deboli.
Le prime due date sono previste per il 7 ottobre a Trieste, presso il teatro all’interno dell’ex ospedale psichiatrico, e il 9 ottobre a Milano, all’ex ospedale psichiatrico Pini.
A24 Media: piattaforma per videogiornalisti indipendenti africani
StandardWorldChanging racconta la storia della nascita di A24 Media, piattaforma a disposizione di giornalisti, produttori video e organizzazioni non governative africani. L’idea è di Salim Amin, figlio di un celebre fotogiornalista keniota, Mohamed Amin, morto nel novembre 1996 a 53 anni durante il dirottamento dell’aereo etiope si cui viaggiava. Proprio la passione del padre per il racconto per immagini – con cui aveva immortalato alcuni drammatici momenti della storia del suo continente – ha convinto Salim Amin a fornire uno strumento che consentisse ad altri giornalisti di estendere le possibilità di pubblicazione e di promozione dei propri lavori. Nell’articolo che spiega la sua esperienza si legge:
A24 is using a model similar to Public Radio Exchange, a project founded by my Berkman Center colleague Jake Shapiro. PRX showcases audio material from independent producers, making it possible for public radio stations to audition and buy content. A24 does the same thing with video, featuring stories that can be plugged into other station’s newscasts, or the raw material necessary for a network to produce a story with their own talent: the video and script necessary to produce a segment in English or French. A24 hopes to feature material from independent producers and NGOs as well as from broadcast networks – the system is designed so that a Kenyan broadcaster could post content, and a Ghanaian broadcaster could purchase it and run it locally.
Il “Lance Armstrong Livestrong Challenge” e alcune delle sue storie
StandardUna segnalazione va scritta per lo speciale che il Time ha pubblicato intitolandolo Cancer Survivors’ Inspirational Stories: si tratta di dodici schede con altrettante immagini di persone che hanno partecipato al Lance Armstrong Livestrong Challenge di Philadelphia, che si è tenuto lo scorso 14 agosto. Con uno scopo preciso:
The Lance Armstrong Foundation hosts cycling, running and walking events in cities across America to raise money for cancer prevention and research and support the Foundation’s mission to inspire and empower people affected with the disease.
Decode Jerusalem: una guida per capire un conflitto
StandardDi queste guide, ce ne sono due versioni: una in italiano e un’altra in inglese (entrambi i link collegano a due file in formato pdf) e sono rilasciate con la medesima licenza, la Creative Commons. Si intitolano Decode Jerusalem e sono state scritte da due giovani, Bianca Elzenbaumer e Fabio Franz, che hanno studiato Bolzano per diventare operatori di pace internazionali e che dovevano partecipare a un master per futuri mediatori in aree di conflitti organizzato dall’università di Bologna. Così, quando s’è trattato di scegliere dove trascorrere i due mesi di tirocinio, hanno puntato su Gerusalemme e hanno collaborato con l’associazione ICAHD (Israeli Committee Against House Demolitions). Una volta in loco hanno visitato località, scattato fotografie e raccolto informazioni condensandole in una pubblicazione che ha come impostazione di fondo quello del turismo responsabile e come pratica narrativa un percorso nei luoghi del conflitto arabo-palestinese. Peacelink pubblica agli autori una nutrita intervista realizzata da Giacomo Alessandroni. In cui si legge tra l’altro:
Visitare Gerusalemme senza una guida che ti permetta di scovare nella quotidianità i segni dell’occupazione è rischioso nel senso che si corre il pericolo di tornare a casa propria senza aver avuto la possibilità di riflettere su uno dei conflitti più discussi/studiati/seguiti/controversi (e l’elenco potrebbe continuare) della scena geopolitica degli ultimi sessant’anni.
Cronache cilene trentacinque anni dopo
Standard- Peacereporter, Disordini per il 35esimo anniversario del golpe: molti arresti e feriti:
Durante il 35esimo anniversario del golpe del generale Pinochet, che rovesciò il governo del presidente Salvador Allende, a Santiago del Cile sono stati registrati molti disordini. Il bilancio è di 234 persone arrestate e 38 ferite, di cui 29 carabineros. Un ragazzo di 18 anni riporta un grave trauma cranico, e una donna incinta è stata portata in ospedale per ferite da arma da fuoco. Tra le forze d’ordine ferite, tre sono in condizioni critiche. Scontri e disordini sono stati registrati anche in altre cinque regioni del Paese, e 160 persone sono state arrestate. Nelle periferie della capitale le persone hanno preso d’assalto i supermercati. Inoltre la Chilectra, la compagnia fornitrice dell’energia elettrica, ha fatto sapere che durante la notte 148.200 utenti è rimasto senza luce.
Copyleft Festival: ospite Licio Gelli (ma per fantasia e a fumetti)
StandardAncora a proposito del Copyleft Festival, è stato messo online il racconto scritto dall’ensemble narrativo Kai Zen intitolato Notturno Villa Wanda (qui il pdf del testo rilasciato con licenza Creative Commons). Villa Wanda, come si sa, è l’abitazione di Licio Gelli, venerabile maestro della P2, e qui vennero ritrovati gli elenchi degli iscritti alla loggia. Va precisato però che il racconto di Kaizen è frutto di fantasia, anche se il personaggio di Licio Gelli è più che reale, e dalle parole passerà ai fumetti attraverso l’intervento dei disegnatori Scuola Internazionale di Comics.
Sempre dalle penne digitali degli autori del romanzo La strategia dell’Ariete, inoltre, da segnalare sul blog Kaizenology, il post S.I.A.E ◊ M.A.F.I.A in cui ne raccontano un altro, di episodio. Questo però è reale non solo nei personaggi, ma anche negli eventi:
La SIAE ci chiede il pizzo. Il comune di Negrar (VR) deve sborsare ben 300 euro per aver portato in scena (gratuitamente) lo spettacolo della Compagnia Fantasma “I Sentieri di Seth” tratto dal nostro libro La strategia dell’Ariete. Due funzionari SIAE […] hanno assistito alla pièce per poi palesarsi con tanto di distintivo per “difendere” gli interessi degli autori, cioè noi. Noi eravamo presenti. Abbiamo sottolineato che la licenza creative commons di cui ci avvaliamo consente a chiunque di riprodurre, modificare ecc. ecc. (senza scopo di lucro) la nostra opera. Ora, a qualche mese di distanza, la SIAE multa il comune perché dice che La strategia dell’Ariete non è in creative commons e che noi andiamo protetti. Insomma pretendono il pizzo sulle nostre produzioni, che da sempre sono libere di circolare.