Dalla rete: quei libri di memorie recenti

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  • Teo Lorini, “Cosa cambia” di Roberto Ferrucci
  • 20 luglio 2001. “Giornata di scontri a Genova. C’è stato anche un morto…”. Chi non ricorda dove si trovava, cosa stava facendo nell’istante in cui ha sentito per la prima volta la notizia? Poi le immagini nei tg, su internet. L’emergere dei dettagli: un ragazzo, 23 anni, una pallottola nel cranio. La foto, scioccante, della pistola che si sporge dal finestrino della camionetta e punta dritta al volto.

  • BooksBlog.it, Fugitive days: memorie dai Weather Underground
  • Memorie dai Weather Underground, di Bill Ayers […], che è stato recentemente tradotto e pubblicato in Italia da Cox 18 Books. Fugitive Days è una memoria, che racconta del gruppo clandestino dei Weather Underground, che agì negli Stati Uniti a cavallo tra gli anni ‘60 e ‘70, in parallelo al movimento studentesco e a quello per i diritti dei neri. Anni di fermento politico e sociale, anni di contestazione: erano anche gli anni della guerra in Vietnam.

Una campagna pubblicitaria e le immagini usate in modo disinvolto

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Tre segnalazioni su un unico tema: una compagnia telefonica australiana realizza una campagna pubblicitaria, le immagini utilizzate (senza che fosse stata avanzata alcuna richiesta) ritraggono una ragazzina e la foto era stata pubblicata su Flickr all’interno di una galleria realizzata da uno studente, Justin Wong, e rilasciata con licenza Creative Commons.

  • Martin Stabe, AP: Virgin [Mobile Australia] sued by Texas girl:

    Creative Commons Corp was also named in the suit over the Australian mobile firm’s use of a Flickr picture in an advertisement.

  • Brenton Cleeland, Virgin Mobile advertising campaign using Flickr photos:

    A little over a month ago I took a photo of a billboard I saw in Adelaide, Australia (which is part of a national advertising campaign). The reason I took the photo was because the image was credited to a Flickr user, and I thought I would take a photo so (s)he could see the photo in action. I was presuming all along that Virgin Mobile would have at least let the user know the photo was being used in this way.

  • The Australian, Virgin sued by Texas girl:

    People who post photos on Flickr are asked how they want to license their attribution. The youth counsellor chose a sharing licence from Creative Commons that allows others to reuse work such as photos without violating copyright laws, if they credit the photographer and say where the photo was taken. His Flickr page appears at the bottom of the ad.

Aggiornamento del 25 settembre: alcune considerazioni di Bernardo sul merito della questione.

Aggiornamento del 28 settembre: sul sito di CreativeCommons.org viene pubblicato Lawsuit Against Virgin Mobile and Creative Commons – FAQ

Tre metri sotto terra: sepolcrale sarcasmo anti bestseller

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Tre metri sotto terraSi intitola Tre metri sotto terra il libro appena pubblicato da Coniglio Editore e da Jost Multimedia. Scritto da Massimiliano Nuzzolo e illustrato da Giorgio Finamore, si presenta chiaramente come una parodia fin dalla grafica della copertina del successo mocciano. Una parodia giocata su toni molto più cupi, oltre che graffianti. Si legge infatti nella presentazione del libro, che viene definito come un “viaggio sepolcrale”:

Una sorta di Spoon River riveduta e corretta, solo che gli epitaffi di Nuzzolo non prevedono padri affettuosi, mogli devote e figli esemplari, bensì sono fatti di humour nero, di sarcasmo, di spirito grottesco. I 193 epitaffi formano una grande mappa in cui addentrarsi […], sono tasselli di un grande mosaico, di un affresco cimiteriale in cui si muore per pentole a pressione che esplodono, salvavita che non funzionano o su sedie elettriche, incidenti assurdi e incredibili, in una dimensione quasi nonsense, che ironizza sulla morte con intelligenza.

Detto a chiare lettere: voglio scendere

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Voglio scendere - Chiare LettereLa casa editrice Chiare Lettere, pur essendo nata da poco (il primo libro è uscito lo scorso 10 maggio), in questi mesi ha dato alle stampe una serie di libri interessanti e sta puntando molto sul dialogo con i lettori attraverso i blog: ne sono esempi l’osservatorio sull’informazione Tiro Libero e Italiopoli tenuto da Oliviero Beha. Ora, sulla scia delle ultime pubblicazioni, come Toghe rotte a cura di Bruno Tinti con prefazione di Marco Travaglio, e del dibattito emerso dopo il V-Day fuori e dentro la politica, rilancia con Voglio scendere, nuovo spazio in cui troveranno posto interventi, oltre che dello stesso Travaglio, anche Pino Corrias, Peter Gomez e Curzio Maltese:

Provate a immaginare le prime dieci cose da cui vorreste scendere all’istante per non farvi male, per esempio i tacchi della Brambilla, o i cactus di Berlusconi. Oppure provate a immaginare le dieci cose su cui vorreste salire almeno una volta per non sentirvi esclusi, per esempio l’aereo di Mastella, o la Beauty Farm di Fausto Bertinotti.

Noi non lo faremo per voi, ma lo faremo con voi. In forma di inchiostro, si capisce. Provando per quindici minuti al giorno, o dieci, o tre, a misurare l’esistente, dare un’occhiata all’ovvio, mettere in dubbio un alfabeto, smontare un conformismo, magari persino dare una notizia o semplificare una cosa complicata. Esplorare il contrario del contrario.

The War Comes Home: i racconti dei reduci sotto Creative Commons

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The War Comes HomePresentare il volto umano di un conflitto bellico. È lo scopo con cui nasce The War Comes Home per opera del giornalista Aaron Glantz (autore del libro How America Lost Iraq) e del network radiofonico KPFA. Storie di militari che hanno prestato servizio in l’Iraq, ma anche allargamento della discussione a tematiche come i veterani del Vietnam o la guerra di Afghanistan, collaborazioni con il Center for Media and Democracy, testimonianze in merito al recupero e alla riabilitazione dopo i conflitti. Il tutto sottendendo che:

More than 1.6 million Americans have served in the wars in Iraq and Afghanistan. As of August 1, 2007, 67,000 of them had been killed or wounded. In addition, more than 250,000 Iraq and Afghanistan war veterans had been treated at Veterans Administrations hospitals since their return home from combat.

Inoltre, si legge nel comunicato stampa Innovative Multimedia Project Brings the Iraq War Home:

“I was constantly being asked, tell me about freedom, about democracy, why am I being held here, I want answers,” recounts Abu Ghraib interrogator Casteel on Warcomeshome.org. “And the detainees were the ones wanting answers. But that was our job. We were supposed to be finding answers to our questions.”

Da sottolineare in chiusura che i file multimediali che contengono le testimonianze raccolte sono rilasciati con licenza Creative Commons.

Gramos: una petizione alla casa farmaceutica

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Alle attività che Morgan sta organizzando per Gramos, dopo quanto già raccontato, si aggiunge un nuovo punto: una petizione per rivolgersi direttamente alla Orphan Europe, l’azienda farmaceutica che produce il mediciale di cui il bambino ha bisogno. E nel cui testo si legge:

Gramos è un ragazzino kosovaro di dodici anni. Alla sfortuna di essere nato in un Paese ridotto in ginocchio dalla guerra, si è sommata, per lui, la diagnosi di una grave malattia rara: la tirosinemia. I costi altissimi dei farmaci prodotti dalla vostra azienda Orphan Europe, che Gramos deve affrontare ogni mese, sono quanto di più inimmaginabile rispetto al tenore di vita medio nel Kosovo.

La sua famiglia non può, né, probabilmente, potrà mai sostenere tale spesa. Finora Gramos è sopravvissuto ed ha ricevuto cure, ma grazie all’impegno di un’associazione italiana, SOS Infanzia nel Mondo, che è riuscita a portarlo all’ospedale Bambino Gesù di Roma perché fosse diagnosticata la sua malattia.

La sua futura sopravvivenza, ora, dipende strettamente dalla possibilità per lui di curarsi con i vostri farmaci. Vi chiediamo di dare una Vostra testimonianza forte e concreta! Siamo convinti che la Vostra azienda farmaceutica non persegua unicamente la logica del business, ma che Vostro intento primario sia quello di salvare le vite umane. Per questo chiediamo a Voi di tenere conto della situazione di eccezionale drammaticità in cui versano questo bambino e la sua famiglia, e di fornire loro gratuitamente i farmaci di cui Gramos ha bisogno per vivere.

Per chi volesse firmare, il link è qui.

Macchie di silenzio dentro una storia nascosta

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Macchie di SilenzioLa designer Alice Avallone e il giornalista Giovanni Fasanella lanciano un’iniziativa che si articola su due fronti: da un lato si rivolge agli scrittori nati tra il 1970 e il 1980 e dall’altro si concentra sugli anni di piombo e il terrorismo in Italia. Nasce (anzi si evolve) così, all’interno del blog La storia nascosta, il progetto Macchie di Silenzio:

L’idea […] era quella di coinvolgere il web, per far sì che non si dimenticassero gli anni del terrorismo in Italia, e soprattutto far arrivare le testimonianze delle vittime a più persone possibili […]. Nell’agosto 2007 Alice Avallone […] ha iniziato ad indagare più a fondo su come i giovani come lei hanno ricevuto la memoria degli anni del terrorismo in Italia. La sua ricerca sta spaziando dai progetti fotografici ai racconti, dalla grafica alle poesie, dal cinema alla musica, dai saggi all’arte digitale.

Qui si può scaricare un file pdf (940 KB) che racconta i primi cinque mesi di questa esperienza.

Dalla rete: porcate, sicurezza e post-indulto

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  • Pino Nicotri, Anziché del Porco Day, i vari Calderoli farebbero meglio a parlarci delle molte truffe ai danni della Sanità lombarda:

    Nella puntata del 25 luglio vi ho raccontato le prodezze di medici mascalzoni – e relativi accoliti – che lucrano disonestamente perfino sul fenomeno in crescita della anoressia e bulimia, e che la “banda dei medici” onesti, con la quale nel mio piccolo collaboro privatamente e in silenzio, ha iniziato a far vedere i sorci verdi a qualcuno di questi laidi profittatori informando per filo e per segno la magistratura. Grazie al lavoro della “banda” è nato anche il libro “Milano da morire” pubblicato pochi mesi or sono da un collega del Corriere della Sera, dove si racconta del magna magna truffaldino in auge nel sistema sanitario meneghino, in particolare in non poche cliniche e affini a sbafo della Regione Lombardia.

  • Gaspare De Caro e Roberto De Caro, La sventurata rispose. La Sinistra e l’Ordine pubblico (1):

    In un paese civilmente arretrato come l’Italia – un caso imbarazzante per l’Unione Europea sotto molteplici aspetti, non ultimo quello di un galoppante, pervasivo analfabetismo di ritorno che interessa capillarmente tutti gli strati della società con incidenza notevole sulla capacità collettiva di capire ciò che sta succedendo – prevedibilmente le giornate di Genova dovevano eccitare sentimenti scomposti e inadeguati nei confronti di un movimento di protesta nato altrove e per questo sottovalutato, secondo una prospettiva italocentrica che da noi non fa difetto a nessuno, ma della quale il resto del pianeta stenta a condividere la necessità.

  • Sandro Ruotolo, Pene certe e barra al centro:

    Le carceri sono di nuovo piene. Erano 60 mila prima dell’indulto. Sono quasi 45 mila oggi e, in un domani assai vicino, si riproporrà la questione del sovraffollamento. O si costruiscono nuovi istituti penitenziari o si depenalizzano alcuni reati. Ci può essere anche una terza soluzione che comprenda le precedenti due.

Purché non sia qualcosa di qualunque

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Murales en el Darío Salas I - Foto di JI StarkSulla questione V-Day ne lo letto parecchio in questi giorni e ripropongo qui un commento a un post di Lele sull’argomento. Qualche riflessione partendo comunque dal fatto che Lele, così come altri, ha ragione nel sostenere che Grillo non vive la rete, ma la usa (il che di per sé non è una grave accusa, a mio avviso). Ad ogni modo, a Bologna non c’ero sabato scorso, ho visto alcuni video che sono circolati in rete. E una cosa mi ha colpito: sentire termini come “Creative Commons, copyleft, software libero e open source” usati correttamente (mica frequente) e contestualizzati altrettanto correttamente all’interno di discorsi su propulsione della creatività, sostegno alla crescita dell’economia dell’immateriale e risparmio sulle licenze sul software a titolo di reinvestimento in loco. Ecco, questo non è un discorso qualunque (né qualunquista). E non lo è nemmeno citare nome per nome per esempio i parlamentari con sentenze passate in giudicato: lo sarebbe dire “sono tutti ladri” senza distinzione (cosa che peraltro, se non ricordo male, Grillo faceva appena prima di iniziare a fare la lista della spesa a Craxi alla fine degli Anni Ottanta).

Di certo, questi punti non renderebbero minore il biasimo per eventuali notizie distorte – se così sono state davvero – dal comico genovese a proposito dei residui di metalli pesanti su alimenti a causa delle emissioni degli inceneritori. O eventuali altri usi strumentali di informazioni specifiche che possono essere stati fatti [1]. Probabilmente chi la rete la vive, può avere qualche strumento in più per raccapezzarsi meglio. Detto questo, mi fanno specie poi prese di posizione come “non devono esistere i partiti”, che ricorda molto il Ventennio. O come il latrato contro il blog di Mastella che sarà pure un blog poverino e gestito male e senza troppa cognizione di causa, ma mi sembra gratuito come attacco. O ancora lo turpiloquio infiammante e la scontata parodia di Prodi e di Sircana quando Grillo racconta del loro incontro a Palazzo Chigi.

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