“I cinesi non muoiono mai”: inchiesta sugli immigrati asiatici in Italia

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I cinesi non muoiono maiPochissimi giorni fa è uscito per i tipi di Chiarelettere un libro dal titolo particolare, I cinesi non muoiono mai, scritto dai giornalisti Raffaele Oriani e Riccardo Staglianò. Già si capisce qual è il focus dell’inchiesta che va Torino a Matera senza tralasciare la provincia – gli immigrati che arrivano dal paese asiatico – e nella scheda di presentazione si aggiunge:

Rappresentano il 5 per cento del totale degli immigrati regolari. Poca cosa. Eppure li vediamo ovunque nelle nostre città. Aprono negozi, bar, ristoranti, interi quartieri sono diventati piccole Chinatown. Un’impresa straniera su sette è cinese. La prima generazione di immigrati oggi ha i figli che frequentano l’università. Ma allora li guardavamo con curiosità, ora con paura. L’Italia è cambiata. Sono accusati di tutto: prostituzione, riciclaggio di denaro sporco, traffico di rifiuti, sfruttamento di bambini. Ma siamo sicuri che sia veramente così? Vale la pena conoscerli da vicino e raccontarli. Dietro una quantità industriale di luoghi comuni (“i cinesi non muoiono mai”, “nei ristoranti servono carne di cane” eccetera), le storie e le testimonianze raccolte in questo libro rivelano un popolo ottimista, che vede un futuro davanti a sé e ha voglia di costruirselo.

2 thoughts on ““I cinesi non muoiono mai”: inchiesta sugli immigrati asiatici in Italia

  1. Sarà anche un luogo comune ma qualche anno fa il TG3 Piemonte fece un servizio sulla comunità cinese in Piemonte… una parte del servizio mostrava Barge e Bagnolo: due paesi (vicinissimi al mio tra l’altro) che, in proporzione alla popolazione, hanno/avevano la più alta percentuale di cinesi del Piemonte.
    Inquadrarono anche chiaramente l’unica lapide del cimitero contenente le spoglie dell’unico cinese morto (era stato ucciso in un incidente stradale). Chiesero, sempre nel servizio, spiegazioni al sindaco che non ne seppe dare.

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