Radio Radicale: ancora a difesa di un servizio pubblico. E per scrivere una storia collettiva

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Della situazione di Radio Radicale si parlava poco tempo fa. Ma le settimane nel frattempo intercorse non hanno cambiato la situazione, semmai l’hanno solo procrastinata. E di certo se servizio pubblico lo era prima, altrettanto lo è ora (tanto che rimane aperta la raccolta di firme). Per capire cos’è successo in questo intervallo di tempo, arriva una mail di aggiornamento. In cui si legge:

La campagna per la salvezza del servizio pubblico svolto da Radio Radicale va avanti. Al Senato, nonostante l’emendamento sottoscritto da oltre 200 senatori di tutti gli schieramenti, si sono limitati ad accantonare i fondi necessari per soli due anni, rimandando il rinnovo della convenzione a un successivo intervento legislativo. La finanziaria è passata ora all’esame della Camera, dove riproporremo l’obiettivo del rinnovo della convenzione per i prossimi tre anni. La storia di Radio Radicale non ha nulla a che fare con le elargizioni di denaro pubblico in forma di favori e clientele. È la storia, che dura da più di trent’anni, di un servizio pubblico che ha segnato la vita del paese. Come hai voluto testimoniare firmando il nostro appello, e come abbiamo tentato di documentare con questo video.

E un capitolo della storia di Radio Radicale la possono scrivere gli ascoltatori dell’etere e gli utenti del web. Per farlo: Radio Radicale: la tua storia.

Radio radicale e la crociata per chiudere un’emittente che il servizio pubblico lo fa

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In qualsiasi modo la si pensi, Radio Radicale è servizio pubblico (insostituibile per me la sezione dei processi. E non lo dico perché per lavoro ci ho a che fare. Anzi, sì, proprio perché per lavoro ci ho a che fare so quanto vale il suo archivio, quotidianamente alimentato). Dunque davvero pessimo segnale ciò che sta accedendo:

Dopo 33 anni […] si è forse sul punto di impedirle proprio questa funzione e proprio nell’attuale contesto della comunicazione e della democrazia in Italia. Perché quante più persone possibili, anche nella classe dirigente, conoscano gli elementi oggettivi di tale situazione, intendiamo urgentemente informare su questo pericolo incombente.

Qui il dossier che racconta perché “salvare un servizio pubblico di informazione, non Radio Radicale” (si può anche scaricare in pdf, 65KB) e qui invece il form per firmare a sostegno della radio (al momento duemila circa le sottoscrizioni).