Ennio Martignago: “Sosteniamo WikiLeaks, non facciamoci obnubilare dal gossip mediatico”

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WikiLeaksScrive lo psicologo e psicoterapeuta Ennio Martignago:

Lo staff di giornalisti “militanti” capeggiato dallo stesso Julian Assange, che da quando ha cominciato a diventare fastidioso per i servizi segreti statunitensi si è proditoriamente scoperto essere un violentatore ricercato, ha messo le mani su documenti che svelano gli intrecci diplomatico economici che porterebbero a nudo molte fra le principali dinamiche della dittatura mafiosa internazionale nota ai più come “Democrazia”.

È la definitiva fine, per chi ci credesse ancora, dell’età dell’innocenza degli Stati: si aprirà il coperchio della scatola di Pandora e si scoprirà la materia di cui sono fatti gli incubi? Sarà più probabile una persecuzione, l’oscuramento del sito, l’inibizione dei routing, altre persecuzioni giudiziarie, killer di Stato per le strade… Sono disfattista? Non credo proprio.

Che cosa possiamo fare noi altri, maggioranza silenziosa? Non perdiamo di vista WikiLeaks, non facciamoci obnubilare dal gossip mediatico (dal calcio, allo sciacallaggio sui delitti, alla prostituzione delle celebrità…) e continuiamo senza sosta a seguire le vicende, gli aggiornamenti di prima mano! Dentro potrebbero esserci proprio tutti i livelli, da quelli delle mafie, quelle russe, le cinesi e le nostrane, agli affari, dalle Isole Vergini, al Lussemburgo agli accordi dei Marchionne del mondo.

Anche perché, per chi dice per esempio che Report continua a fare un lavoro impeccabile a cui però non segue nulla, almeno sulla vicenda Finmeccanica qualche mareggiata l’ha sollevata. E in proposito si può dare un’occhiata a ciò che pubblica L’Espresso.

(Via Vittorio Pasteris, che peraltro fa giustamente notare che c’è anche chi, in argomento WikiLeaks, ha iniziato a straparlare)

Nuovi venti “bulgari” su chi fa informazione

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Dopo Annozero, Report, scrive Agoravox raccontando di ipotetici editti bulgari che si profilano all’orizzonte. Infatti:

Report citata a giudizio per la puntata su Catania, dall’editore Ciancio, che porterà la trasmissione ad un lungo processo civile. E non è finita qui per Report. La puntata sulla Social card non è piaciuta a Tremonti, che tramite il suo consigliere Angelo Maria Petroni (nominato dal tesoro), ha chiesto di visionare la cassetta e “inviato al giudizio del Comitato etico dell’azienda“.

Da notare che, come accade spesso, quando qualcuno si sente diffamato, passa alle vie civili, saltando quelle penali, per avere soddisfazione. Perché, in questo caso, la soddisfazione – almeno economica – arriva prima. Un po’ come racconta Sabina Guzzanti nel video a fianco che chiudeva la puntata di ieri sera della trasmissione di Santoro. In quelle parole, affidate alla satira, c’è un pozzo di verità verso chi fa informazione, a prescindere dallo strumento che si usa.