A proposito dell’incendio dell’Hotel Balkan di cui si parlava poco tempo fa nel post La storia del Narodni Dom o il battesimo dello squadrismo, scrive Dario Bazec:
Secondo quanto scrive Boris Pahor, che alla data dell’incendio del Balkan aveva 7 anni, il fatto avvenne all’inizio della notte e cioè circa alle ore 21. Tenuto conto che secondo l’ora solare il sole tramonta a quella data circa alle 19.30 e poi c’è il crepuscolo di circa un’ora o un’ora e mezza il fatto avvenne circa a quell’ora indicata. C’è ancora un particolare da osservare: Boris Pahor afferma che l’incendio divampò proprio quando la mamma stava mettendo a letto lui e sua sorella. La testimonianza è attendibile perché Pahor dimorava in via Commerciale 28, a 400 metri dal Balkan. Inoltre secondo le consuetudini di allora, i bambini andavano a dormire verso le 21. Non c’era né televisione, né radio, né altre distrazioni.
Rimane da chiedersi cosa facesse la folla sobillata dai fascisti dalle 17.30 alle 21. Mi pare che tre ore e mezzo sono tante; tanto più che bisogna tener conto che Piazza Unità non è molto distante da Piazza Dalmazia, dove si trovava il Balkan. Quindi si può dedurre che non si trattava di tutta la folla che manifestava in Piazza Unità, ma da un ristretto gruppo di fascisti.
A parte il “Primorski Dnevnik”, nessun quotidiano ha intervistato Boris Pahor. Il fatto mi sembra poco men che scandaloso. Anche perché, senza tema di essere smentito, è la prima volta nella storia dell’umanità, almeno quella scritta, che un testimone oculare possa riferire di fatti, peraltro tragici, accaduti 90 anni prima. Altre fonti dirette non esistono, anche perché la magistratura non ha indagato sull’incendio. La “vulgata” che circola è abbastanza sospetta, anche perché manipolata dai fascisti.
Per parlare di questa vicenda, si era partiti dalla ricostruzione pubblicata da Giuseppe Casarrubea sul suo blog.