- Heise.de, German Wikipedia receives state funding
For the first time, the German edition of the open Internet encyclopedia Wikipedia will be receiving state funding. Germany will be setting aside part of its budget to improve information about renewable resources in Wikipedia.
- Micheal Geist, Podcasting Legal Guide for Canada
Creative Commons Canada, led by Andy-Kaplan Myrth and Kathleen Simmons, have published a legal guide for podcasting in Canada.
- Creative Commons weblog, Ground Report TV Launches
GroundReport.TV, a streaming citizen journalism news channel online, needs your help! They are looking for CC-licensed documentaries and video news content to broadcast on the channel as well as people interested in reporting live from around the world.
liberta’ di cultura
Creative Commons in noir: concorso letterario di Stampa Alternativa
StandardStampa Alternativa bandisce il concorso letterario Creative Commons in Noir aperto ad autori italiani e stranieri per racconti noir in lingua italiana rilasciati con licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate. Al concorso sono ammessi testi inediti per scrittori al loro esordio letterario e già affermati. Per l’invio delle opere valgono le seguenti regole: ogni partecipante può concorrere con un unico testo della lunghezza massima di 10 mila caratteri (spazi inclusi) e in calce a ogni racconto va riportata la seguente dicitura: “Questo racconto è rilasciato con licenza Creative Commons-Attribuzione-Non commerciale-Non opere derivate 2.5 Italia”.
Termine ultimo per la presentazione dei racconti è il 31 ottobre 2007 e la partecipazione è gratuita. I dieci racconti selezionati verranno poi raccolti in un Millelire speciale che potrà anche essere scaricato dalla rete. Infine il regolamento completo del concorso è disponibile qui.
L’intenzione di Vibrisse Bollettino
StandardVibrisse Bollettino riprende le pubblicazioni e a raccontare la ripartenza è il suo ideatore, Giulio Mozzi, che presenta un’intenzione quanto mai velleitaria:
La cosa che vorrei fare con vibrisse nei prossimi mesi, diciamo nel corso del prossimo anno, è: tentare una descrizione del campo letterario italiano contemporaneo. Si tratta di un’intenzione quanto mai velleitaria.
Per “campo letterario italiano contemporaneo” intendo: l’insieme delle relazioni che sono in atto tra i soggetti che hanno che fare con la letteratura, in Italia, oggi: lettori, scrittori, editori, funzionari editoriali, agenti letterari, critici, giornalisti, tipografi, autori di programmi televisivi, librai, grossisti, promotori, insegnanti di ogni ordine e grado, vetrinisti, dirigenti di catene di librerie, eccetera. Scrivo “eccetera” perché mi sembra il caso di essere, almeno all’inizio, inclusivi piuttosto che esclusivi.
Conversazioni sulla creatività
StandardScopo di Conversations about Creativity – Working artists share what works è quello di dialogare con un ampio parterre di personaggio per indagare il loro approccio al lavoro e le modalità con cui coltivano professione e passione. Scrive in proposito l’autore, Cecil Vortex:
I’d always thought art was about sitting around, waiting for inspiration to strike. As a result, I did a lot of waiting and not that much creating. But it turns out, art and inspiration don’t have to (entirely) work that way. You don’t have to just wait. There are actual techniques you can use — habits that help drive inspiration, ways to tackle a blank page and to catch ideas as they spark through the day. Why didn’t anyone tell me that before? Like, when I was 140?
Anyways, hoping not to lose any more time, I began to gather up a personalized set of these techniques — what seemed to work for me. And then I started to wonder, what techniques have other artists come up with?
The result of that question is this here brand-new cv.com feature: “Conversations about Creativity.” Over the next several weeks, you’ll be hearing from dancers, poets, computer graphic effects artists, illustrators, stand up comics, musicians, and a host of other creative professionals about how their creative process works, how they deal with dry periods, and what they do to stay productive, keep their work fresh, and generally tap their personal woosh.
Where are the Joneses: commedia a più mani sotto Creative Commons
StandardAutori multipli e racconti di guerra
StandardAncora sui testi multiautore. Leggendo di Modus Scrivendi, a cui hanno partecipato i collettivi di scrittura Ippolita (Luci e ombre di Google, Open non è free), Laser (Il sapere liberato) e KaiZen (La strategia dell’Ariete), compare il link a Scrittura Industriale Collettiva che si autodefinisce un “metodo di scrittura a più mani” con tre obiettivi: promuovere la scrittura collettiva a prassi letteraria, scrivere un romanzo aperto e creare una comunità di lettori e autori «attenti all’innovazione e sensibili al tema della condivisione del sapere».
Se il romanzo aperto è in fase di partenza, lo scorso marzo ha iniziato a prendere vita il romanzo SIC #1 (sei autori più due direttori artistici) e la sezione racconti annovera al momento Il Principe (otto mani), Un viaggio d’affari (quattordici mani) e Racconto SIC #3 (ancora quattordici mani). Forum e blog completano l’insieme degli strumenti mentre tra i link si finisce su una tesi di laurea: l’autore è Beniamino Sidoti e il titolo è Scrivere insieme. Semiotica delle scritture collettive.
In ultimo, mentre Ippolita ha creato Riso, una piattaforma wiki per scrivere in modo collaborativo con una licenza BSD, e parteciperanno lunedì prossimo a Le forme del sapere nella rete, volevo citare un post pubblicato su False Percezioni, anche se non legato all’argomento in oggetto: l’intervista a Jasmina Tešanović, attivista tra l’altro di Donne in nero e autrice di Diary of a Political Idiot – Normal Life in Belgrade, racconto al femminile di una città sotto le bombe. In proposito, dice nell’intervista:
Although I am a professional, I would never identify with media in Serbia, or even more the writers, whose egos were too big for them to hit the streets and talk to the people. I am still on those streets and in the courts for war crimes, taking notes of the stories that are our history.
Lessig: una lettura degli ultimi anni e di quelli futuri
StandardDal blog di Lawrence Lessig, Required Reading: the next 10 years:
The bottom line: I have decided to shift my academic work, and soon, my activism, away from the issues that have consumed me for the last 10 years, towards a new set of issues.
[…]
First, and most importantly, I am not leaving Creative Commons, or the iCommons Project. I will remain on both boards, and continue to serve as CEO of Creative Commons. I will speak and promote both organizations whenever ever I can — at least until the financial future of both organizations is secure. I will also continue to head the Stanford Center for Internet and Society.
[…]
Finally, I am not (as one friend wrote) “leaving the movement.” “The movement” has my loyalty as much today as ever. But I have come to believe that until a more fundamental problem is fixed, “the movement” can’t succeed either. Compare: Imagine someone devoted to free culture coming to believe that until free software supports free culture, free culture can’t succeed. So he devotes himself to building software. I am someone who believes that a free society — free of the “corruption” that defines our current society — is necessary for free culture, and much more. For that reason, I turn my energy elsewhere for now.
Sistemi diversi per la scrittura collaborativa
StandardÈ ottimista Josh Catone quando titola Six New Ways To Write The Next Great Novel riferendosi ad altrettante piattaforme per la scrittura collaborativa perché la piattaforma è solo un mezzo. Ma su un elemento ha ragione: scrivere a più mani può essere un sistema divertente e aiuta a non perdersi dietro i ritardi ai propri piani di lavoro. Dunque passa in rassegna Novlet, Ficlets, A Million Penguins (di queste tre si era già parlato qui e qui), Potrayl, NaNoWriMo e Unblokt. E conclude:
You probably won’t see the next Dario Fo or Seamus Heaney emerge from any of these writing experiments. But they all offer a fun outlet for creativity and an interesting take on writing fiction. And something started on any one of these sites could easily become the basis for a more refined and polished piece of prose.
Ne aggiungerei un’altra, più recente e in lingua italiana, che ha solo una brutta falla: avere un’interfaccia totalmente in Flash che non rende agevole navigazione né utilizzo dei form. Stante questa premessa, il progetto è interessante e si chiama Tigri di Carta. Non è un progetto collaborativo in senso stretto, ma è finalizzato alla creazione di una fiction per il web chiamando a raccolta potenziali sceneggiatori e attori che, da un incipit, procedano con la costruzione della storia e/o si “arruolino” per interpretare una parte insieme ad Alessandro Haber e Rocco Papaleo.
In ultimo, da citare il Livello 2 di Manituana. E i fincipit di eio, progetto molto sui generis e molto divertente.
OurSpace: la valenza dell’approccio partecipativo
StandardOurSpace – Resisting the Corporate Control of Culture di Christine Lynn Harold analizza il fenomeno del culture jamming concentrandosi in particolare sugli aspetti – e sugli effetti – della politica e dell’attivismo soprattutto nell’ambito digitale. Se non è disponibile la versione elettronica del libro (è stato pubblicato solo il quinto capitolo, Inventing Publics: Kairos and Intellectual Property Law), è stato però creato un wiki al quale si chiede di contribuire con “idee, link, contrapposizioni e provocazioni” in merito alle tematiche attorno alle quali si articola il libro:
It is a different type of opposition that offers a genuine alternative to corporate consumerism. Exploring the revolutionary Creative Commons movement, copyleft, and open source technology, Harold advocates a more inclusive approach to intellectual property that invites innovation and wider participation in the creative process.
Dibattiti politici USA: la CNN verso Creative Commons
StandardBarack Obama lo aveva chiesto e Lawrence Lessig aveva ripreso la posizione espressa dal candidato alle presidenziali americane: dibattiti politici rilasciati con licenze libere. Un’emittente-colosso ci ha sentito e così CNN plans to release upcoming debate footage under Creative Commons (qui l’annuncio ufficiale). La notizia non è freschissima (risale a un mese fa), ma è stata più recentemente aggiornata aggiungendo nuove adesioni alla proposta e mettendo d’accordo per una volta repubblicani e democratici che proprio in questi giorni stanno avviando una serie di confronti pubblici.