Save the Internet – sottotitolo Join the fight for Internet Freedom – è una campagna per preservare la neutralità della Rete consentendo al maggior numero possibile di voci di esprimersi senza vincoli, imposizioni o boicottaggi dei grandi network dell’informazione. Numerose le firme al momento raccolte che comprendono anche quella dei R.E.M.. Utile il blog del progetto.
Author: Antonella
Una rete di poesia
Standard«Libera cultura – il progetto per la pubblicazione di libri elettronici inediti rilasciati con licenza Creative Commons e per la ripubblicazione dei Mille Lire di Stampa Alternativa» è il titolo dell’intervento che si svolgerà il prossimo 16 giugno a Genova, all’interno del XII Festival Internazionale di Poesia. Poesia, certo, nel programma della manifestazione. Ma anche tanta rete. Il 15, infatti, interverrà anche Richard S. Stallman, fondatore del Progetto GNU e di Free Software Foundation, alle 18 presso la Biblioteca Berio per parlare di «Copyright vs Community». Il giorno successivo si discuterà di blog, libertà di cultura e trusted computing mentre il 17 giugno, dalle 17 alle 19, presso il museo del mare, prenderanno parola Juan Carlos de Martin (Creative Commons), Marco Calvo (Liber Liber) e i responsabili di Wikipedia Italia.
Per maggiori dettagli:
XII Festival Internazionale di Poesia
Programma del 15 giugno
Programma del 16 giugno
Programma del 17 giugno
Media 1.0 vs. Media 2.0 (Lasica a Parigi)
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Quella che segue è la traduzione italiana dell’articolo JD Lasica présente son livre “Darknet” apparso su Internet Actu. JD Lasica è autore del libro Darknet: Hollywood contro la generazione digitale per i tipi di Unwired Media.
Insieme all’imminente edizione italiana, Darknet sta per uscire anche in Francia (per M2 Edizioni). Nel suo recente tour nei due Paesi, JD Lasica è intervenuto a una presentazione parigina da cui sono tra l’altro emerse interessanti differenze tra ‘Media 1.0’ e ‘Media 2.0’. Le note che seguono, prese dal vivo, propongono la sintesi del suo intervento.
«Sono cinque anni che gestisco un blog e ciò ha portato a interessarmi al difficile incontro fra i media personali (We Media) e i media tradizionali. Oggi quest’ambito è il centro della mia attività. I Media 1.0 sono discendenti, centralizzati, chiusi. L’informazione è pesantemente filtrata. Si indirizzano a consumatori passivi: questi media sono spinti verso il publbico, non lo coinvolgono. Non cercano il feedback dai lettori, al contrario, ciò per loro è una perdita tempo. I Media 2.0 sono il prodotto della rivoluzione dei media personali. Qui è il pubblico a diventare il contenuto. È il regno della conversazione: si vuole commentare, valutare, raccomandare. I valori-chiave sono le storie individuali, le esperienze, l’implicazione o il coinvolgimento. Che li si chiami grassroots media, citizen media, contenuti auto-prodotti, media partecipativi… Si tratta della stessa tendenza.
L’articolo completo: Media 1.0 vs. Media 2.0 (Lasica a Parigi)
Letteratura del nuovo millennio
StandardMentre Specchio, il supplemento settimanale del quotidiano La Stampa, esce oggi con l’inchiesta «La fine del copyright?» di Terry Marocco su copyleft, Creative Commons e cultura italiana (di cui però al momento non c’è una versione online), ci sono un paio di iniziative in tema che meritano di essere segnalate. La prima è il DVD di Classici Stranieri, oltre 1600 titoli da poter scaricare, stampare e leggere.
La seconda è un’altra inchiesta curata Davide Bregola, Il grande romanzo italiano del XXI secolo, una raccolta – come scrive l’autore – di «testimonianze di scrittori su come sarà e cosa sarà il romanzo nel XXI secolo. Ne è nata un’inchiesta pubblicata periodicamente sul blog. Mentre conducevo l’inchiesta sul romanzo prendevo appunti e tenevo le fila del discorso, così ne è nato una specie di saggio che tiene conto di tutte le suggestioni e riposta alcuni degli interventi».
In Asia, dalle parti del Tibet, li chiamerebbero Tulpa
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Delle Cronache di Bassavilla di Danilo Arona si è già più volte parlato su questo blog (e anche altrove). Sulla sessantesima Cronaca, Le strade della paura, non manca mai l’immancabile presenza di Melissa (cercata anche ieri notte sull’autostrada A13, in direzione Bologna. Danilo, all’altezza della stazione di servizio di San Pelagio, un camion ha sbandicchiato senza però conseguenze per nessuno. Almeno di visibile), ma anche di piedi scalzi, cavalcavia, sassi, cani e boschi.
Vengono chiamati coincidenze, certi fatti. E magari è così. Non c’è altra spiegazione, ci si affretterebbe a dire. A leggere Danilo Arona – e ne ha scritte – si inizia però a guardare a determinati episodi in modo differente. Facendosi anche solo una domanda. Per questo, non si può che dirgli grazie, dovunque stiano di casa coincidenze e misteri e qualunque sia la strada per arrivarci.
RevolutionOS II al Vag61
StandardRevolutionOS II al Vag61 il primo giugno prossimo. Con Arturo di Corinto.
Fahrenhe.it: superare le intermediazioni
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«E sull’una e sull’altra riva del fiume c’era l’albero della vita che dava dodici specie di frutti, rendendo il suo frutto per ciascun mese; e le fronde dell’albero erano per la guarigione delle genti». Sono le parole di Guy Montag, il protagonista del romanzo Fahrenheit 451 di Ray Bradbury e dodici è il numero dei componenti del nucleo da cui è partito il Fahrenhe.it Group per concentrarsi, partendo dalla letteratura, sulla produzione culturale in tempi di connessione. E lo ha fatto effettuando una chiara scelta iniziale: l’applicazione della Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 2.0. L’intervista che segue, composta coralmente dal Fahrenhe.it Group, rappresentato da Alessio Caradossi, spiega nascita ed evoluzione di un progetto che parte in ambiente universitario per proseguire al di fuori degli ambienti accademici.
Come nasce il vostro progetto? Qual era l’idea originaria e come si è evoluta nel corso del tempo?
Il nostro progetto nasce come gruppo di studio per la cattedra di sociologia del lavoro alla facoltà di Scienze della Comunicazione a La Sapienza di Roma. Nel 2003/4 abbiamo partecipato alle lezioni del professor De Masi e l’esame consisteva in una ricerca di gruppo. L’idea originaria era quella di studiare due gruppi letterari (scelti liberamente) che lavorassero in connettività. Abbiamo scelto i Wu Ming (il noto gruppo bolognese nato da una costola del Luther Blisset project) e il Global Novel, unione artificiosa di famosi scrittori provenienti da diverse parti del mondo, uniti da una casa editrice greca attorno alla scrittura di un romanzo. Al termine dell’esame alcuni di noi hanno deciso di far tesoro dell’esperienza maturata e di mettere in pratica quello che si era studiato, scrivendo collettivamente dei racconti.
Il testo integrale dell’intervista su Permesso d’Autore: Fahrenhe.it: superare le intermediazioni
Chi ha visto i satanisti?
StandardSembrava una storia chiusa, almeno fino a quando non ci sarà un rinvio a giudizio e una sentenza. Sul luogo in cui è stata uccisa Patrizia S., decapitata e abbandonata all’altezza di una stazione di servizio a Tor Bella Monica, periferia di Roma, ci doveva per forza essere anche lui, il marito, sul quale fin dall’inizio si sono addensati i sospetti degli inquirenti malgrado l’uomo lui abbia sempre negato qualsiasi coinvolgimento. E abbia anzi rimbalzato le accuse verso altri – e apparentemente ben più oscuri – lidi: prima sui Bambini di Satana, poi sulle Bestie di Satana e infine su un fantomatico mago nero. Gli investigatori hanno storto il naso di fronte alla “pista satanista” e per una volta la stampa – chi più e chi meno – non si è gettata a pesce morto sulla cupa ipotesi. Il rinvenimento di tracce di DNA del marito di Patrizia S. poi sembra aver indirizzato una volta per tutte le indagini.
Tutto finito? Macché. A riprorre diabolici risvolti ci ha pensato lunedì scorso la trasmissione televisiva di RaiTre Chi l’ha visto. Che, con tre settimane di ritardo, torna a parlare dell’omicidio di Roma mettendolo in relazione al «mondo delle sette». I Bambini di Satana, che con Patrizia S. ci avevano avuto a che fare (la donna, ricordiamolo, era stata brevemente iscritta all’associazione nel 1993, ne era stata allontanata per aver fornito dati falsi, aveva disertato l’aula nel processo del 1997 a Marco Dimitri e agli altri imputati, assolti nel giugno di quell’anno, e aveva denunciato nel 1999 il satanista per minacce e un giro d’usura risultati poi inventati), hanno pubblicato una Lettera aperta a “Chi l’ha Visto?” in cui si afferma che «spesso la corsa al sensazionalismo supera anche i reati più crudeli […]. Quando si ha in mano il potere informativo, l’informazione su territorio deve essere pulita, supportata dai fatti e non […] da isterismo».
Del resto, la vicenda giudiziaria dei Bambini di Satana è stata scandita dall’isterismo mediatico negli anni in cui sono stati sotto processo diventando per l’opinione pubblica – e ancora prima per chi la “informava” – responsabili di un po’ tutto: dai graffiti sui muri del centro di Bologna alle Madonnine di gesso che facevano sbandare i carabinieri in automobile passando per i fatti più turpi che l’immaginazione possa concepire. E mentre Fox Crime annuncia un documentario esclusivo sulle Bestie di Satana per il prossimo 2 giugno, altra vicenda che dovrebbe far riflettere è quella raccontata nel libro di Mara Leveritt Devil’s Knot: The True Story of the West Memphis Three, storia di tre bambini che in Arkansas, nel 1993, sono stati assassinati e la responsabilità è stata addossata ad altrettanti ragazzini in odor di satanismo per aver avuto, tra l’altro, qualche poster dei Metallica e i romanzi di Stephen King.
Salutari plagi
StandardNuovi plagiaristi, i migliori plagiaristi, aggregatori umani. Sono i blog e i blogger, secondo una lettura che dà del fenomeno Plagiarism Today riprendendo una serie di considerazioni pubblicate anche su altri siti. Nell’articolo The ‘New’ Plagiarism, la tendenza è sempre più quella della citazioni, dei collage, dei contenuti che nascono in un posto per rimbalzare verso decine di altri. Forti, anche, della progressiva adozione di licenze Creative Commons, questi sistemi di (ri)pubblicazione, così come il file sharing, stanno rendendo il “tutto i diritti riservati” se non obsoleto, almeno poco etico. Inoltre «se l’etica del mondo dei blog è stata costantemente abusata per profitti altrui, autori di alta qualità saranno almeno un po’ stimilato a mettere online i loro lavori». Insomma, uno strumento, altro che un reato.
Altre letture (più o meno) in tema di plagiarismo:
Dal Libro di San Precario: teoria e pratica del copyleft
Standard«Dal Libro di San Precario: teoria e pratica del copyleft» è il titolo di un seminario che si terrà a Roma il prossimo 26 maggio ed è organizzato da Astra19 all’interno di un corso di formazione in professioni editoriali. A partire dalle 16, presso la sede di via Capraia 19, si parlerà anche di Permesso d’Autore insieme a Monica Mazzitelli ed Ermanno Pandoli de iQuindici e a Giuseppe Graneri, autore del libro Blog Generation. Per maggiori informazioni: astraeditoria[at]yahoo.it.