Si intitola Scriptorum ed è la biblioteca di False Percezioni, il blog dell’eclettico Luigi Milani. Da sottolineare due aspetti. Il primo – ovviamente – riguarda i racconti (consiglio quello di Annamaria Tanzella sulla violenza alle donne). Il secondo – parimenti importante – la licenza sui contenuti, per i quali è stata scelta una Creative Commons. Per quanto mi riguarda, finisce tra gli RSS da leggere.
Author: Antonella
Cerami: le bandiere dei libri e della pace
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Lo scrittore Vincenzo Cerami ha pubblicato questa mattina una serie di riflessioni a proposito di Fiera del Libro di Torino e proteste contro gli scrittori israeliani. A ospitare il pezzo è il quotidiano Il Mattino e si intitola Le bandiere dei libri e della pace. Online è disponibile solo una parte dell’articolo mentre di seguito viene riportato integralmente per andare ad aggiungersi a considerazioni precedenti sull’argomento.
A Torino sta per cominciare la Fiera del Libro. Quest’anno è dedicata alla tormentata terra di Israele, un’occasione per far circolare le idee, discutere, anche scontrarsi, ma sempre parlando di pace, di una pace che sappiamo difficile da raggiungere. Qualcuno ha colto l’occasione per mettere in scena il proprio dissenso bruciando la bandiera di Israele. Il gesto è stato teatrale, drammatico, esibito da chi non vuole riconoscere a quel territorio la legittimità di Stato.
Il luogo scelto per un gesto così aggressivo è doppiamente sbagliato. Protagonisti della Fiera del Libro sono i libri, per definizione oggetti artistici che contengono verità non ufficiali, sentimenti non codificati, passioni non scontate, verità che la politica fatalmente trascura e che pure raccontano la vita e la morte delle persone.
Tutti sappiamo che gran parte degli scrittori israeliani è molto critica nei confronti del proprio governo, non perde occasione di denunciarne l’impotenza, l’incapacità di agire affinché tutto il territorio mediorientale possa trovare un modus vivendi che con il tempo si trasformi in pace e collaborazione costruttiva. Tuttavia non bisogna dimenticare che la spirale della violenza è mantenuta in vita dal terrorismo inarrestabile e dal fanatismo religioso degli integralisti.
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Dalla rete: eventi misteriosi e hotel abbandonati
Standard- Frikoo, 15 Historical Events That Fascinate Us:
Since the time of the ancient Egyptians thousands of years ago, there have been many secrets that we today are just beginning to learn about, or that we still don’t have answers for. The secrets of the Great Pyramids, famous shipwrecks, the lost city of Babylon, hidden treasures of the Incas, lost jewels, the secrets of the Vatican, and many more mysteries of our history continue to fascinate people from around the world.
- ProTraveller, 16 Abandoned & Decaying Hotels From Around The World:
Abandoned hotels range from decrepit to like-new and exist everywhere from remote parts of the globe to modern urban cities. Following are some of the most interesting of those spots that serve as reminders that even the best laid plans don’t always work out over time.
Se ne va Sbancor, raccontò l'”incubo americano” e la guerra umanitaria
StandardSbancor, su Carmilla (via Giap). Un addio. Qui alcuni dei suoi scritti.
Era – e per quel che ci riguarda rimane – collaboratore di Carmilla, autore di libri (“Diario di guerra”, 2000, e “American Nightmare”, 2003), mediattivista e militante anarchico, esperto di economia e finanza, persona appassionata. Suoi interventi sono apparsi, oltre che su questo sito, su Rekombinant, Indymedia e Giap.
Anatomical Theatre: gli interstizi tra arte e medicina
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Cere, artefatti ma anche campioni originali conservati in modo tale da preservarli dalla distruzione. Sono modelli anatomici sani e patologici compresi nella mostra fotografica Anatomical Theatre che riunisce ciò che viene conservato in musei medici europei e statunitensi e che risale a un periodo compreso tra il sedicesimo e il ventesimo secolo. Autrice delle immagini è la fotografa newyorkese Joanna Ebenstein che mette insieme così gli scatti fatti nei suoi viaggi (qui l’elenco completo dei musei che comprende anche il Museo Delle Cere Anatomiche “Luigi Cattaneo” di Bologna). Così Ebenstein descrive il suo lavoro:
These artifacts were created to teach medical and surgical students in a time when cadavers were difficult or illegal to come by. These preserved objects—be they skeletal, actual human remains, or depictions of the body in various forms of media—were invaluable teaching aids—portable, durable and easy to understand […]. They reveal the artistic hand and aesthetic sense of their creators with a surprising and sometimes macabre beauty. And, once we acknowledge these as objects created by individuals making aesthetic choices, it is easy to take the next step and speculate on their nature as art objects.
Su Flickr sono state pubblicate le foto dell’installazione allestita a Birmingham, in Alabama, mentre sul sito del progetto fotografico è disponibile una galleria di immagini completata dal blog Morbid Anatomy.
Baraghini: Torino, i Bianciardini e la letteratura israeliana
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Quando per essere fuorilegge ci vuole un centesimo. Lo racconta in un agguerrito articolo Marcello Baraghini di Stampa Alternativa a Tuttolibri, il supplemento del quotidiano La Stampa. Il pezzo non illustra però solo origine ed evoluzione dei Bianciardini, nati con gli scritti di Luciano Bianciardi a cui di recente si sono aggiunti quelli di Leo Longanesi, ma spiega anche perché dissente da chi dissente con la scelta della Fiera del Libro di Torino di ospitare gli scrittori israeliani. I quali, dice:
sono la sola forza salvifica rispetto a ciò che sta succedendo, non scappano dal ruolo critico senza il quale le società muoiono…
E Marcello spiega, in una della due Lettere 22, perché è arrivato ad abbracciare questa idea:
Pensate un po’ che la persona che mi dette questa idea fu il primo ambasciatore di “Al Fatah” in Italia. Io dopo aver collaborato alla redazione e alla diffusione di “Vietnam Informazioni”, il bollettino delle forze di liberazione vietnamite, fui chiamato a fondare ed a diffondere “Al Fatah”. Accettai, senza pensarci su e così frequentai assiduamente l’ambasciatore, che era anche poeta, scrittore e innamorato delle arti, della musica soprattutto. Solo l’arte e la letteratura, mi diceva, possono avere quel ruolo decisivo che armi, guerra e ragion di stato non riescono ad avere. Non ci fu molto tempo per approfondire, perché una mattina l’ambasciatore, mentre tornava a casa dopo aver fatto un’umile spesa (due sfilatini e un litro di latte), fu assassinato dagli sbirri dei servizi segreti israeliani nell’androne del suo palazzo.
Credo che non si possa che concordare e rimane sempre valido l’appello di Raul Montanari nel nome della letteratura.
Le proposte della campagna “Informazione pulita”
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Carlo Gubitosa, scrittore e giornalista tarantino, è l’ideatore della campagna Informazione pulita. Ecco cosa scrive per presentare tre ragioni (non abrogative, ma propositive: finanziamenti all’editoria su indicazione dei cittadini via dichiarazione dei redditi; apertura dell’accesso all’ordine dei giornalisti; cariche Rai su base elettiva espressa dai cittadini) con cui arrivare alla riforma del sistema editoriale. Per chi volesse aderire, qui la pagina per farlo. Segue il testo di Carlo.
“Tutti a casa!” Pensando ai giornali, alle radio e alle televisioni italiane, a volte si e’ tentati di pensare che la qualita’ del nostro giornalismo si possa facilmente ottenere mandando in pensione alcuni personaggi che si sono distinti per la loro vocazione di mosche cocchiere del potere.
I finanziamenti pubblici all’editoria, denunciati con dovizia di particolari nel libro “La Casta dei giornali” di Beppe Lopez, sono solo la punta dell’iceberg di una situazione molto piu’ complessa. I soldi che escono dalle nostre tasse per finire nelle tasche di chi fa cattiva informazione sono un problema sicuramente grave e serio, ma purtroppo non l’unico: le malattie dell’informazione si intrecciano e aggrumano in una metastasi culturale ormai molto difficile da curare. Proviamo ad elencarne alcune.
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Revisionismi post-elettorali
StandardLui alle celebrazioni del 25 aprile non ci va, ma rilascia implausibili dichiarazioni a proposito di “definitiva pacificazione nazionale” e di “ragioni dei ‘ragazzi di Salò'”. Forse è anche per poter parlare di questi argomenti che la “libera stampa” di cui scrive Pino Nicotri non ha posto qualche questione scomoda all’entrante capo del governo. Come questa:
Nessun giornalista in campagna elettorale gli ha fatto la fatidica domanda: da presidente del consiglio, come intende risolvere il problema della sentenza della Corte di Giustizia europea che condanna l’Italia a pagare una multa di 400.000,00 euro al giorno (sì! quattrocento mila euro al giorno), perché rete4 non va sul satellite per lasciare le frequenze a Italia7 che ne ha diritto da 12 anni? Chi pagherà questa multa: Berlusconi di tasca sua o gli Italiani di tasca loro? È una tassa imposta agli Italiani o un obolo degli Italiani all’oratorio di Arcore?
E Nicotri racconta nel suo lungo post diverse altre storie interessanti: dal maxi prestito ad Alitalia che improvvisamente raddoppia ai neoeletti galeotti (o candidati tali) fino alle recenti traversie giudiziarie per questioni di tangenti della famiglia Marcegaglia.
Peareporter: “Somalia, la fine delle speranze”
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Punto della situazione somala dopo un fine settimana in cui le vittime degli scontri sono state un centinaio. Lo traccia Matteo Fagotto con l’articolo Somalia, la fine delle speranze. Una guerra senza fine che non si placa e all’interno della quale appaiono sfumate e opache le dinamiche che la stanno portando avanti.
“La situazione oggi in città è calma rispetto ai giorni scorsi” riferisce a PeaceReporter Bashiir Yusuf, residente a Mogadiscio, “Ma in generale la situazione peggiora in continuazione”. Più di cento morti in tre giorni di scontri, uno tra i bilanci più pesanti degli ultimi due anni di guerra. Dopo mesi di un conflitto a bassa intensità, i miliziani vicini alle Corti islamiche da una parte e gli eserciti somalo ed etiope dall’altra, sono tornati a darsi battaglia per le strade di Mogadiscio. Compromettendo, soprattutto, il lavoro diplomatico degli inviati Onu, che puntavano ai colloqui di pace del prossimo 10 maggio, in programma a Gibuti.
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Il blog di Annozero e gli archivi di Repubblica.it
StandardDue rapide segnalazioni: Annozero, la trasmissione di Michele Santoro, avvia un proprio blog. Al momento ancora scarsamente popolato di contenuti ma fitto di commenti. Peccato per l’assenza dei feed per seguirlo via RSS. Inoltre, dopo l’esordio del Corriere della Sera, anche Repubblica.it apre gli archivi a partire dal 1984. Altro strumento importante.
