Maurizio Chierici, sul Fatto Quotidiano oggi in edicola, parla del libro Il faccendiere (Il Saggiatore) mettendolo a confronto con un altro di recente uscita, L’uomo che sussurra ai potenti (Chiarelettere), scritto dall’ex giornalista (tra i tanti lavori svolti) Luigi Bisignani e Paolo Madron, direttore ed editore di Lettera43. Scrive Chierici:
I ragazzi non trovano lavoro e la tentazione di infilarsi nella scia dei potenti può affascinare i cuori disperati. Non è una carriera per tutti. Apprendistato severo fra comprimari che sgomitano nelle reti ambigue di chi conta. Si allargano in politica e negli affari, inventano e “fingono di sapere, mescolano il falso al vero per stupire”, [si] racconta nel Faccendiere, biografia di Elio Ciolini, l’uomo che sapeva tutto, Il Saggiatore. Senza lo specchio dei giornali o sussurri dei talk show, il faccendiere non può far strada nel mercato delle notizie, labirinto dalle mille scorciatoie controllate dalle confraternite di qualche ufficio segreto. Travestirsi da giornalista “bene informato” è la risorsa che continua a funzionare. Cortigiani di Gelli e robot di Berlusconi: l’abitudine non cambia. Piduisti accampati attorno ai governi o manovalanze che depistano le stragi […]. Imbroglioni per vocazione o poveracci dall’obbedienza pronta e assoluta?
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Mi stavo rilassando leneggdo un libro di Loretta Napoleoni, e sono giunto alla fine del capitolo “il contagio” dove cade proprio a pennello questo piccolo dialogo che ha l’anonimo di turno con Francesca. Vi trascrivo la parte finale: Chiunque voglia scalare le vette del potere politico deve farlo inserendosi in una cordata guidata da uno dei magnati dell’informazione. Giornalisti incalliti diventano da un giorno all’altro responsabili della comunicazione dei politici per i quali svolgono la stessa attivite0 di propaganda che fino a pochi giorni prima hanno svolto per testate scandalistiche o per normali organi di stampa. Questo mondo inizia a crollare quando entrano in scena i social media e l’iPhone. Solo allora il cittadino ha i mezzi per smascherare il grande imbroglio. Perche9 la rivoluzione scoppia in Tunizia nel 2011 e non nel 2008 con le rivolte a Gafsa e a Gassrin contro i risultati di concorsi truccati che hanno prodotto sette mesi di manifestazioni e sit-in? Perche9 la rete, gli smartphone hanno raggiunto la massa critica necessaria per contrastare la propaganda di regime nel 2011. E questo spiega anche perche9 in Italia, uno dei Paesi occidentali dove ancora ci si informa molto con la televisione e dove la macchina propagandista dell’informazione di regime e8 pif9 avanzata, questa rivolta tarda a venire. Ripeto tarda a venire, ma prima poi arrivere0. Ecco perche9 Francesca non e8 invidiosa ma e8 un nobile compito, da adempiere con onore. Perche9 l’invidioso e8 prima di tutto un impotente che non riuscire0 mai a fare qualcosa di utile per gli altri….Ps: Credo che sia anche felice perche9 la felicite0 non si puf2 pesare con qualcosa di materiale, ma con quello che fai per gli altri. Pj