Ancora cronisti minacciati: strani ladri a casa di Silvia Resta (La7)

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Alberto Spampinato, direttore dell’osservatorio Ossigeno per l’informazione che si occupa di cronisti minacciati, ha inviato il testo riportato in forma integrale, su nuove intimidazioni. Si intitola “Giornalisti, strani ladri a casa di Silvia Resta (La7)” e accompagna un lancio Ansa che si trova sotto.

La strana incursione nell’abitazione della giornalista Silvia Resta ha un evidente significato intimidatorio e ricorda tempi bui che pensavamo di avere superato per sempre. Spero che desti l’attenzione e la solidarietà di tutti i giornalisti e di tutti quanti hanno a cuore il diritto di cronaca e la libertà di espressione. Suscita il nostro allarme perché si aggiunge a recenti episodi dello stesso segno che si sono verificati a Roma. In particolare fa pensare al furto dei computer presso la redazione di Articolo 21, a cui ha fatto seguito un “hackeraggio” selettivo sul sito dell’associazione stessa e la cancellazione delle notizie sulla presunta “trattativa” Stato-mafia e un’incursione informatica uguale sul sito della Fondazione Libera Informazione, dove un articolo particolarmente critico sulle indagini condotte a proposito della “trattativa” è stato sostituito con l’immagine di un teschio.

La stessa Silvia Resta lo scorso novembre è stata al centro di una forte contrapposizione quando ha protestato contro un intervento censorio del direttore de La7 che ha bloccato la messa in onda di una sua inchiesta sulla vicenda della presunta “trattativa”. Recentemente gravi minacce sono state indirizzate a un giornalista del Messaggero che ha osato scrivere a proposito di inspiegabili trattamenti di favore nei confronti di una organizzazione di estrema destra. E i sindaci dei municipi hanno manifestato contro chi scrive articoli non propriamente elogiativi. È evidente che l’informazione indipendente, autonoma, critica è sempre meno tollerata. Lo testimoniano numerosi altri episodi, a Roma e in tutta Italia, dove il numero dei giornalisti bersagliati da intimidazioni esplicite o subdole, e da minacce è alto, e sta aumentando. Non si può fare finta di niente. Chi protesta contro il bavaglio che verrebbe messo ai giornalisti con il ddl intercettazioni non può sottovalutare questi segni di imbarbarimento e di oscuramento dell’informazione.

“Giornalisti, strani ladri a casa di Silvia Resta (La7)”

(ANSA) – ROMA, 19 GIU – L’abitazione di Silvia Resta, giornalista de LA7, è stata rovistata da cima a fondo da ignoti che si sono introdotti nell’appartamento mentre non c’era nessuno. Ieri sera la giornalista ha trovato la porta di ingresso scardinata, ha chiamato la polizia e ha presentato una denuncia formale. Gli agenti della Digos hanno constatato che non mancano oggetti di valore e non sono stati portati via neppure quelli rinvenuti.

Gli strani ladri hanno svuotato armadi, cassetti, librerie e hanno fatto trovare, esposti in grande evidenza, un libro sul disastro aereo di Ustica e la locandina della presentazione di un recente libro-inchiesta della stessa Silvia Resta sulla strage mafiosa di via dei Georgofili (“La bomba di Firenze – Fantacronaca delle stragi del ’93”). Nei giorni precedenti la giornalista aveva denunciato un’analoga intrusione nella sua automobile: qualcuno ha rotto un vetro, è entrato, ha rovistato, ma non ha portato via gli oggetti di valore trovati.

Silvia Resta è inviato speciale del telegiornale de La7. Segue da anni i fatti di mafia, criminalità e terrorismo. Lo scorso novembre ha fatto molto discutere la decisione de La7 di non diffondere una sua inchiesta sulla presunta “trattativa” del 1993-’94 fra apparati dello stato e Cosa Nostra. Di recente la giornalista ha collaborato all'”Osservatorio TG” di Articolo 21, ospitato negli stessi locali in cui lo scorso aprile furono effettuate due misteriose incursioni. Furono rubati i computer che contenevano le chiavi di accesso necessarie per gestire il sito dell’associazione. Nei giorni successivi il sito fu oscurato più volte. Furono cancellati selettivamente alcuni articoli sulla trattativa fra mafia e Stato. In particolare un articolo di Roberto Morrione fu sostituito con l’immagine di un teschio.(ANSA)

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