“L’apartheid”: viaggio di Fontana nel clima interetnico del nord est

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L'apartheid di Toni FontanaForse questo è un libro che esce in un momento opportuno, a fronte di determinati episodi. Si intitola L’apartheid, è appena uscito per la casa editrice Nutrimenti ed è stato scritto dal giornalista Toni Fontana. Questi i suoi contenuti:

Un viaggio-inchiesta nel Nord-Est d’Italia dove per la prima volta va prendendo forma un clima di vera e propria discriminazione razziale. In un clima sempre più teso, diverse amministrazioni locali, specie quelle guidate dalla Lega Nord, hanno introdotto recentemente provvedimenti discriminatori nei confronti di stranieri che pure lavorano regolarmente e pagano le tasse. In alcune province molti bambini non vengono accolti o accettati nelle scuole, i musulmani non trovano luoghi nei quali pregare, seppellire le salme dei defunti o macellare gli animali secondo il loro rito. Il rischio di un nuovo apartheid italiano è insomma tutt’altro che remoto. In prima linea ci sono gli oltre 350.000 immigrati che vivono nel Veneto, la maggior parte dei quali di fede musulmana.

In merito invece ai fatti di Milano, è stato pubblicato sull’Unità l’articolo Razzismo, le seconde generazioni s’interrogano sui blog a firma di Rachele Gonnelli. Peccato solo che non ci siano link diretti e che occorra andarne a caccia.

4 thoughts on ““L’apartheid”: viaggio di Fontana nel clima interetnico del nord est

  1. Un viaggio-inchiesta nel Nord-Est d’Italia dove per la prima volta va prendendo forma un clima di vera e propria discriminazione razziale.

    Per la _prima_ volta ???
    Mi consenta(tm) è mai stato nel Nord-Est ?
    Se non altro hanno di buono che sono talmente idioti e razzisti che si riproducono solo tra di loro, neutralizzarli è semplice: si recinti la zona a guisa di riserva naturale e tirargli dentro qualche badilata di polenta di tanto in tanto

  2. ISABELLA DIFONZO

    Rassegna Nazionale firmate e diffondete, quello sui bambini diversabili è un taglio che “non s´ha da fare”.
    Repubblica/Bari: Quel sorriso che la Gelmini ha tagliato
    14-10-2008
    OLIMPIA RICCIO
    Caro direttore, sono la prof di sostegno di Rosanna, una piccola dolcissima bambina down di undici anni iscritta in prima media. Tutte le mattine mi vola tra le braccia e ci “ricarichiamo” a vicenda. E´ cambiato tutto per lei: la scuola, gli insegnanti, gli amici, la misura dei banchi, il luogo in cui si va al bagno, i quadretti appesi ai muri, il colore delle pareti. Inoltre la scuola media è più astratta, i contatti con le persone più distanti.
    È entrata in questo cavolo di mondo degli adulti, che non piace a nessuno, né piccoli né grandi eppure si perpetua come autocreazione o per inerzia. Come fare a spiegare a Rosanna che i suoi bellissimi abbracci avvolgenti come copertine vanno diradati perché lei cresce? Come fare a dire a Rosanna che le sue spontanee battute sagaci “interrompono” la lezione?
    Come fare a “disciplinare” una bambina legata al calore delle proprie emozioni, capace di “scongelare” chiunque con una carezza soffice? Rosanna è una bambina felicemente down, grazie ad una straordinaria famiglia che l´ama e favorisce le sue relazioni amichevoli e sociali. E come si fa a non amarla? A scuola è bastato presentarla a colleghi, collaboratori, personale di segreteria e preside perché negli occhi di tutti si accendesse la tenerezza. È la magia dell´abbraccio di Rosanna. Però non tutti l´amano. Il ministero della Pubblica Istruzione, per esempio, non l´ama. Le ha tolto 18 ore di sostegno per dargliene solo 9 alla settimana. Intanto i professori curriculari fanno miracoli seguendo Rosanna e classe di 20 vivacissimi alunni.
    Però Rosanna impara solo se ha qualcuno per sé, che le presti attenzione: giocosa, continua, solidale, affettuosa ed ha il bisogno impellente di essere “traghettata” nella scuola media. Il termine “taglio” coniato ultimamente nella politica scolastica e non, rende bene l´idea: si prende un bel paio di forbici e si amputa la vita, già difficile, dei bambini diversabili, piccoli angeli disarmati di fronte ad una società troppo complicata per loro. Così Rosanna, durante la mattinata, se non ha qualcuno per sé, piange, si arrotola i capelli tra le dita e se li strappa.(lo farei anch´io). E io non posso farci niente? Grazie a Dio ci ha pensato Elisa, mamma di Rosanna, varando una petizione sul sito
    http://petizioni.tiscali.it/bastaaitaglisulsostegno.
    Vi prego: firmate e diffondete, quello sui bambini diversabili è un taglio che “non s´ha da fare”. Altrimenti non ci resterà altra soluzione che portare Rosanna a Roma ad abbracciare (e a scongelare) il ministro Gelmini da parte di tutti i bambini diversabili d´Italia
    Ecco il link
    http://petizioni.tiscali.it/sign/list/bastaaitaglisulsostegno
    Grazie

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