Centoundici colpi: la storia di Bagnara di Romagna

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Immagine di Pensiero rilasciata con licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 2.0Tempo addietro, mentre mi stavo occupando di una storia che sfiorava in qualche punto quella della Uno Bianca, mi sono per caso imbattuta in una vicenda che risale al novembre del 1988 e di cui stranamente si è persa quasi completamente memoria. Si tratta della strage dei carabinieri di Bagnara di Romagna, comune al di là del fiume Santerno di 1.800 persone in provincia di Ravenna. Guidato in quegli anni da una giunta composta da PCI e PSI, è nella cittadina vicina a questo piccolo centro di provincia – Forlì – che il 16 aprile 1988 viene assassinato dalla Brigate Rossa Roberto Ruffilli, consigliere per i problemi istituzionali dell’allora presidente del consiglio Ciriaco De Mita.

Ed è per questo che la strage dei carabinieri fa pensare in un primo momento al terrorismo. Tuttavia questa pista viene scartata quasi subito a favore di quella malavitosa, altrettanto velocemente abbandonata. Ma che accadde a Bagnara di Romagna il 16 novembre 1988? Alle 12.20 di quel giorno, alla stazione dei carabinieri di Lugo di Romagna giunge la telefonata di un civile: nella caserma di Bagnara qualcuno sta sparando. Dieci minuti dopo i militari del vicino comune sono sul posto e alle 12.40 giunge l’ambulanza mentre in zona si portano elicotteri, pattuglie e ufficiali che arrivano da Faenza, Ravenna e Bologna.

Per entrare le forze dell’ordine utilizzano la porta laterale: quella principale è chiusa dall’interno e quella di lato invece è stata aperta dalla moglie del comandante della stazione quando, alle 12.15, si era precipitata fuori dall’edificio di via Garibaldi qualche secondo dopo l’inizio della sparatoria. Una furia, quella che si stava scatenando all’interno. Tanto che dall’ufficio del comandante fuoriescono nove colpi sparati ad altezza d’uomo da una mitraglietta M12 in dotazione ai carabinieri. Uno dei proiettili raggiunge il finestrino posteriore di un’auto di passaggio, una Fiat 126 che appartiene al postino del paese, Martino Zardi, che blocca la vettura, scende, va verso l’ingresso della caserma e invoca aiuto.

Una volta dentro, carabinieri e soccorritori scoprono un mattatoio: i cadaveri sono cinque, quattro dei quali crivellati di proiettili. Solo uno, il quinto, presenta a una prima ricognizione un’unica ferita alla tempia destra, provocata da un colpo esploso a distanza ravvicinata e proveniente da una pistola, probabilmente una Beretta d’ordinanza. Le vittime sono i militari in servizio nella stazione romagnola. Si tratta del brigadiere Luigi Chianese, il comandante, 30 anni, nato a Minturno (Latina) e sposato con due figlie. Era arrivato a Bagnara di Romagna nell’agosto 1987. Poi c’è Angelo Quaglia, 27 anni, carabiniere scelto, nato a Controguerra (Teramo), celibe, che è in servizio qui da sei anni ed è rientrato da due giorni da una licenza. Paolo Camesasca di anni ne ha 21 anni, è nato a Giussano (Milano), e presta servizio in Romagna dal maggio 1988. Altra vittima è Daniele Fabbri, 20 anni, carabiniere ausiliario, nato a Cesena, trasferito a Bagnara nell’agosto 1987 dopo il corso. Infine viene rinvenuto il corpo dell’unico militare che ha una sola ferita: è Antonio Mantella, 31 anni, penultimo di cinque figli, se ne va nel 1981 da Vibo Valentia per raggiungere la Romagna, dove vive già il fratello, Nicola, carabiniere che comanda la stazione di Sant’Agata sul Santerno (Ravenna). Qui si arruola, si sposa e ha due figlie, rispettivamente di due anni e di pochi mesi. Al tempo dei fatti è un carabiniere scelto e sta alla stazione di Bagnara da tre anni.

Alla strage scampa solo il carabiniere scelto Alessandro Trombin, 25 anni, tre di servizio a Bagnara. Quel giorno era in licenza e si trovava nel paese natale, Gavello (Rovigo). Appena dopo l’identificazione delle vittime, viene contattato e richiamato a Bagnara dal comandante della stazione di Cerignano.

Subito si cerca di capire che è accaduto. Mentre a Roma il ministro dell’interno Antonio Gava si ritrova immediate sollecitazioni da parte dei comunisti Pecchioli e Imposimato e dal capogruppo del MSI Filetti, in loco, tralasciate le ipotesi legate al brigatismo e alla criminalità organizzata, si inizia a parlare di «raptus», di «dramma della follia»: Antonio Mantella, il militare con l’unico colpo alla testa, sarebbe «impazzito» e avrebbe massacrato i colleghi togliendosi poi la vita. E allora l’obiettivo successivo è la ricostruzione di ciò che è accaduto quella mattina.

Intorno alle 8 del 16 novembre 1988, Mantella e Daniele Fabbri prendono servizio davanti alla banca del paese, il Credito Romagnolo di piazza della Repubblica, e devono restare lì fino alle 13. Li vede l’allora sindaco, Ludovico Muccinelli, che non sembra notare niente di strano. Di fatto, da ciò che viene accertato, alle 12 ricevono una chiamata dal comandante, Chianese, perché rientrino. Il motivo dell’ordine invece non si conosce. Sulla via del ritorno, Mantella e Fabbri si fermano per la spesa, chiacchierano con la fornaia e con il vigile urbano: parlano di calcio e Mantella commenta le gesta della Juventus e scherza invece sulle disavventure di Bologna e Cesena. Intanto due operai dell’Amiu, l’azienda rifiuti di Imola, si rivolgono ai due militari per denunciare un piccolo furto: è stato forzato il loro furgone e rubate un paio di tute da lavoro. Ma viene detto loro di rivolgersi alla stazione di Mordano. «Noi abbiamo da fare, ci ha chiamati il comandante», avrebbero ribattuto alla coppia di operai. Quella mattina, mentre Mantella e Fabbri sono davanti alla banca, in caserma passa anche un dipendente comunale per portare una richiesta di permesso per una gara ciclistica e parla con Chianese, Quaglia e Camesasca. Sembra tutto a posto.

Ma manca poco a mezzogiorno e mezzo quando scoppia il finimondo. E c’è chi ha iniziato a dire che forse non tutto era a posto, in quella caserma, che Mantella era «roso da una sofferenza interiore», come si legge sui giornali dell’epoca. Mentre si comincia timidamente a insinuare che il carabiniere scelto fosse esageratamente geloso della moglie o avesse avuto attriti con Chianese o ancora che fosse tormentato da telefonate anonime, il parroco di Bagnara di Romagna, don Francesco Borrello, avrebbe detto a Repubblica che «qualcosa so, ma tacerò». Nei giorni successivi smentirà di aver fatto un’affermazione del genere e di essere a conoscenza di qualsiasi elemento che possa far luce sulla vicenda. Intanto quella mattina tre ragazzi sono in piazza Marconi in bicicletta e un quattordicenne dice di aver sentito parlare dell’«opera di una persona portata in caserma per un controllo». Ma non ci si capisce nulla: i familiari di Mantella smentiscono storie legate a depressione, aggressività o gelosia. Un ufficiale anonimo, parlando con un giornalista, accenna a una «causa improvvisa e gravissima». E sono in tanti in paese a giurare che tra quei carabinieri c’era armonia. Tanto che la sera prima della strage sarebbero usciti tutti insieme a cena e, a detta di chi li aveva incontrati, il clima era gioviale e disteso.

L’autopsia, secondo la versione ufficiale fornita, viene eseguita il giorno dopo da un medico legale di Ferrara e da uno di Ravenna. Si accerta che sono stati esplosi 96 colpi di mitra e 15 di pistola, 111 in tutto. Dalle prime indagini, emerge che Mantella avrebbe usato tre mitragliette M12 scaricando i caricatori contro Chianese, Fabbri e Camesasca. Prima una sventagliata verso l’alto e poi un’altra verso il basso. Poi si scaglia contro Quaglia. Prende quindi la sua pistola e spara quindici colpi al colleghi. Infine metterebbe i mitra e la pistola sulla scrivania del comandante e afferrerebbe la pistola di Camesasca per spararsi dato che la sua si è scaricata.

Questa in sostanza la vicenda di Bagnara di Romagna, così come ricostruita da chi indagò all’epoca. Prossimamente tornerò a parlarne perché, di fatto, la storia non si conclude con i funerali, celebrati due giorni dopo il massacro. Ci sono altre vicende che si intrecciano con essa. Vicende che tratteggiano un periodo travagliato, ben lontano dall’immagine di tranquillità che la provincia romagnola infonde in chi la visita. Da sottolineare fin da subito che del destino di quei cinque carabinieri si parlò pochissimo: nel giro di qualche giorno, i riferimenti alla storia si fanno flebili, le indagini si cristalizzano sull’omicidio-suicidio, i giornali passano ad altre vicende. I familiari delle vittime, tra cui il fratello di Luigi Chianese, Giuseppe, denunciano il fatto che gli inquirenti «si sono chiusi a riccio e non dicono più nulla». Mentre Nicola Mantella, fratello di Antonio, continua a porsi domande e a rifiutare la versione ufficiale.

349 thoughts on “Centoundici colpi: la storia di Bagnara di Romagna

  1. elisabetta

    ciao luca io so cosa vuol dire onore e amore per l arma .la mia famiglia porta la divisa da piu di 100 anni .e conosco le telefonate alle 23 della notte per dirti che qualcuno sta male e invece….cmq le indagine molto frettolose lasciano tanti dubbi io stessa ho trovato in tante scartoffie cose che riviste anche un cieco avrebbe visto.onore all arma ma ripeto le persone che nci stanno dentro lasciano tanti dubbi .sai cosa mi lascia un po cosi il modo in cui sei preciso nel descrivere i secondi che ci vogliono per fare una strage .poi continuo a essere testarda troppa fretta di chiudere le indagini che ne pensi.

  2. luca

    Ciao Elisabetta.
    Vedo che ti ricolleghi spesso ad un altro triste capitolo. Ricordo bene quella notte maledetta di Castelmaggiore. Ero in servizio in caserma in una vicina compagnia e uscirono di gran fretta vari colleghi per intervenire sul posto. Non eravamo lontani (penso una ventina di km) dal luogo dove avvenne il duplice omicidio. Purtroppo non c’ era più nulla da fare e i colpevoli riuscirono a fuggire (anche se poi, in seguito, forono presi). Due episodi tristissimi, quello di Castelmaggiore e quello di Bagnara, che io ricollego solo perchè vicini nel tempo e perchè le vittime erano militi dell’ Arma, presi di sorpresa dal fuoco di armi impugnate da colleghi di forze dell’ordine.
    A Castelmaggiore però i colpevoli erano dei criminali che si nascondevano dietro a divise della polizia, mentre per Bagnara il discorso è presumibilmente diverso. Io non credo che chi ha sparato a Bagnara fosse un delinquente. Credo che sia stato un attimo di follia e di rabbia che ha provocato un raptus su una persona che magari aveva qualche grosso problema che non conosciamo. Forse qualcuno capì di cosa si trattava, ma decise di non rendere pubblica la cosa, o forse nessuno ha mai capito davvero le motivazioni che fecero scattare la tragedia. Purtroppo però quel che è stato è stato e oggi non possiamo più tornare indietro per cambiare le cose. Quei fatti fecero male a tanta gente, soprattutto, credo, ai parenti e a chi aveva legami personali con le vittime. La sete di verità è un bisogno naturale e anch’io, come te, vorrei che un giorno qualcuno ci spiegasse bene cosa soccesse quel giorno a Bagnara e perchè quelle giovani vite furono troncate. Certo che a lasciare tutto così incerto, frettolosamente indefinito, si finisce per alimentare leggende popolari che nulla hanno a che fare con la verità.
    Ti chiedo scusa se ho detto qualcosa che involontariamente possa averti fatto male.

  3. marmosso

    Ciao Luca, come sempre hai ragione sia perchè io attualmente non sono un militare sia perchè non ho fatto il carabiniere ma il poliziotto. Credo che mi stai convincendo…

  4. elisabetta

    luca non scusarti non mi sento offesa .sono abituata alle persone che hanno i paraocchi e credono a cio che viene scritto non voglio insegnarti niente .pero quando entri nel vivo di certe cose scopri la fretta di chiudere .per cortesia lascia perdere il caso castel maggiore sto parlando di bagnara ti diro solo una cosa prima o poi la verita saltera fuori .sai la gente invecchia e la coscenza morde .cmq non credo a questa strage .sicuramente hai i tuoi buoni motivi io ho i miei.

  5. 164° A.C.A.

    Invece a me convince fino ad un certo punto.

    Ritornando a Bagnara,mi risulta che in paese esiste una sezione A.R.I.;secondo me qualcuno puo’ aver ascoltato qualcosa,tantopiu’ che in quegli anni non esistevano GSM o DECT.

  6. marmosso

    Ciao 164° A.C.A., La sezione A.R.I. a cui ti riferisci è quella che si trova in via 11 Aprile ? Comunque, oltre al centro in argomento è risaputo che in quei periodi Polizia e Carabinieri, erano intercettati da più parti. Chissà forse qualcuno ha veramente ascoltato qualcosa…

  7. 164° A.C.A.

    Ciao,
    non so se la via della sede e’ quella da te citata,io Bagnara non la conosco,ho imparato a conoscerla.
    In quegli anni bastava un semplice ricevitore,oppure uno scanner,per intercettare gli apparecchi cordless e gli apparati radio delle Forze dell’Ordine.
    Senza dimenticare che a Faenza si svolge la Fiera dell’Elettronica.

  8. luca

    Ciao Marmosso.
    Ti ringrazio, ma non credo proprio di aver sempre ragione; tutt’altro!
    Speravo solo di poter dare un contributo sulla base delle mie (poche) conoscenze.
    Ad ogni modo, vedo che le vostre teorie preferite sono quelle “alternative”, che al contrario io proprio non considero. Quando sento chiamare in causa servizi segreti deviati, o robe simili, per me è come dar la colpa agli alieni e a quel punto la discussione perde ogni significato.
    Buon proseguimento.

  9. 164° A.C.A.

    Nel messaggio sopra intendevo che Bagnara la conosco solo per esserci stato cinque o sei volte …………

  10. 164° A.C.A.

    Non estremizziamo,Luca.
    Avere dei dubbi e’ lecito,ma da qui a dire che per forza ci sia di mezzo i “servizisegretideviati”(volutamente scritto tutto attaccato)ce ne corre.

  11. marmosso

    Ciao Luca, non ti offendere, però tu dai per scontato e per buono tutto ciò che hai letto dai giornali, traendo le tue conclusioni sulla base della tua pur valida ma minima esperienza. Se pensi poi che parlare di SSD sia come parlare di extraterrestri, la tua è pura presunzione oppure, ma questo non lo penso, semplice ottusità. Mai sentito parlare di coinvolgimento dei servizi in fatti di cronaca? Certo, da quì a dire che sono coinvolti ce ne passa ma almeno un piccolo dubbio lo si dovrebbe avere… Riguardo alla tua spiegazione tecnica sul tempo e sull’utilizzo di un M12, chiudo il discorso dicendo che: i tempi da te acclarati non sono per tutti uguali ma sono soggettivi; poi, in merito a quello che affermi sulla “facilità” di compiere certe gesta con un mitra di quel tipo, ribadisco che oltre a non essere tanto facile, considera anche il fatto che erano 5 Carabinieri in una piccola stanza, cosa molto strana non riuscire a rispondere o perlomeno tentare di rispondere al fuoco o meglio ancora buttarsi addosso in qualche modo “all’omicida” per fermarlo, essendo già in “allerta”, dopo che questi aveva caricato appunto il mitra; infine, come si usa dire in questi casi, per completezza, quando si deve contestare qualcosa a qualche militare, la prima cosa da fare è togliergli le armi… no? Caro Luca porsi delle domande non significa avere ragione o cercare di arrampicarsi sugli specchi ma semplicemente pensare e ragionare con la propria testa nel bene e nel male. Forse hai di nuovo ragione Luca, so tutti disorientati…

  12. 164° A.C.A.

    Aggiungo che,saper usare un M12 in modo cosi’ preciso ed efficace,non e’ poi cosi’ facile come puo’ sembrare.
    Non pensiamo alle nostre brutte fictions televisive,che hanno per interpreti i soliti attori(…)e dove a volte si vede l’esile poliziotta sparare con armi micidiali come se stesse giocando con una pistola ad acqua,per sparare con l’M12 ci vuole forza e precisione.

  13. luca

    Non voglio estremizzare e neppure prendere per buona la versione ufficiale, a prescindere. Però, ragionandoci sumi vien da escludere quasi tutte le altre possibilità. Per esempio, ho letto che secondo alcuni, alla base di tutto potrebbe esserci il fatto che i cc di Bagnara avessero fermato un importante politico con un personaggio che in quel periodo rappresentava “l’antistato” (personaggio che giuro, non riesco proprio a capire chi potesse essere!). Ma poniamo l’ ipotesi estrema: i cc di Bagnara fermano Andreotti, o Forlani, o Craxi, o chi altro volete, in compagnia di qualcuno che all’ epoca si opponeva alla politica e allo Stato. A parte il fatto che Bagnara è un buco di paese e da Bagnara ci passa solo il traffico interno, secondario e non ci passi certo se da Roma vai a Milano, ma poniamo che questa strana coppia passasse da Bagnara. Cosa credete che avrebbero fatto due ragazzetti in divisa che fermano un importante politico (anche senza scorta, autista e auto blu)? Lo avrebbero salutato col saluto militare, si sarebbero scusati e lo avrebbero lasciato andar via senza fargli perdere neppure mezzo secondo. Ve lo posso assicurare io; un carabiniere (nei secoli fedele alla Paria) non si sarebbe certo permesso di chiedere i documenti e registrare quel controllo. Ma poniamo che i due cc che fermarono questo ‘politico X ‘ con’ l’antistato’ (in persona) si siano comportati in maniera anomala e abbiano registrato i dati come se niente fosse… quale problema pensate che ci sarebbe stato? Mica vengono pubblicati, i registri dei controlli! E in ogni caso, se anche il politico avesse voluto far sparire ogni traccia di quel controllo, pensate che avrebbe avuto grandi difficoltà a chiamare il comandante della Compagnia, o quello del Gruppo e, per far sparire la registrazione? No, macchè; avrebbe mandato i servizi segreti a fare una strage per far sparire il registro dei controlli con il suo nome scritto! Ma fatemi il piacere! Altre possibilità? A Bagnara non c’ è nulla, non ci sono affari importanti, non ci sono sedi di banche, enti, niente di rilevante e dove non girano i soldi non ci sono neppure interessi “strani”. Leggo che forse “qualcuno può aver sentito qualcosa” (i radioamatori, o non so chi altro). Ma cosa credete, che durante la sparatoria qualche carabiniere facesse la radiocronaca della strage? Tu Marmosso l’M12, come me, l’hai provato. Ti ricordi che casino faceva quando spara? Se uno in una stanza comincia a sparare all’impazzata, agli altri si gela il sangue e, oltre al fatto di non avere tempo a disposizione per reagire, sicuramente non ci provano neppure! Quanto al fatto che non lo abbiano disarmato, è ovvio che se gli altri quattro non avessero fatto errori, la cosa non sarebbe successa, ma quei carabinieri erano ancora dei ragazzi e purtroppo l’errore lo hanno anche pagato caro!

  14. marmosso

    Ariciao Luca, a mio avviso, in quel periodo l’antistato era rappresentato da “Totò u curtu” e, mi sembra sia già noto che in emilia romagna c’erano molti mafiosi in soggiorno obbligato, tra questi lo zio Giacomo. Altra cosa degna di nota, qualora non bastasse, l’esplosivo che ha fatto saltare in aria il Magistrato Giovanni Falcone e il suo collega Paolo Borsellino pare sia “partito” dalla riviera romagnola. Se poi si ricollega la visita di Borsellino in emilia romagna accompagnato dal Capitano dei carabinieri Emanuele Basile fatto uccidere proprio da totò…. beh, se tu avessi fermato riina con un politico noto, si l’avresti salutato e mandato via ma per loro tu saresti diventato ormai un cadavere che cammina….

  15. marmosso

    Luca, è già noto il fatto di interferenze dei servizi segreti in molti fatti di mafia, a volte sparivano o venivano uccise persone solo per il timore che queste potessero nuocere in qualche maniera o solamente per far capire chi comandava. Il gesto è eclatante ma non mi stupirebbe il fatto che il capo dei capi faccia uccidere dei carabinieri che possono far saper in giro con chi è stato “pizzicato” propio per l’attendibilità dei testimoni…

  16. luca

    Ciao Marmosso. Guarda, all’epoca di Totò Riina si erano da tempo perse le tracce e non si sapeva neppure che faccia avesse, per cui, se anche lo avessero avvistato in compagnia del Papa, nessuno ci avrebbe fatto caso, a meno che non fosse stato lui stesso a tirar fuori un documento (ampiamente scaduto e forse anche ingiallito) per identificarsi.

  17. 164° A.C.A.

    Suvvia,Luca,sii serio.
    Nessuna radiocronaca della strage,bensi’ qualcos’altro prima e dopo i fatti,quello si.Non necessariamente un giorno prima o dopo.
    Sull’ipotesi che sia stato fermato un noto politico con “l’antistato”,concordo con voi:se anche fosse stato fermato il politico piu’ famoso d’Italia con,ipotizziamo,Toto’ Riina,sfido chiunque a riconoscere quest’ultimo,il capo della Mafia,solo vedendolo per un attimo,e a considerare valida l’ipotesi che fossero stati chiesti i documenti(e poi registrati sul foglio di servizio)agli occupanti di quella vettura.

  18. Marco

    Come fantasia, ci siamo proprio, ma credo che bisogna solo accorpare tutti gli indizi certi e cercare di tirare fuori la verità.
    Io sono sempre più convinto, visto che la zona era molto CALMA e fuori da tutte le attenzioni da parte dei normali controlli, qualcuno abbia pensato di utilizzare quella zona CENTRALE per depositare “in maniera definitiva o provvisoria” del (MATERIALE), non tenendo conto che qualcuno “Civile o Militare” potesse osservare dei piccoli movimenti di determinate persone o mezzi.
    Io sono sempre più convinto che per poter effettuare un’operazione del genere fosse necessario l’appoggio di qualche persona, che poteva buttare acqua sul fuoco, quando era necessario, persone “civili e NON” che avevano più o meno valenza in quel Comune.
    Adesso mi rivolgo agli Ex dell’Arma, che leggono e scrivono in questo Blog, quando una persona si reca in Caserma nel depositare una querela, o ad informare i militari di un determinato avvenimento, quanto tempo può passare, che queste informazioni passino alla procura o ad altri uffici preposti?
    Io credo di sapere anche questa risposta, il tempo è indefinibile “dall’immediato, ad anche svariati giorni”, in quanto il comandante della caserma prima di trasmettere un atto ufficiale agli uffici sopra menzionati deve assodare, che le informazioni che gli sono state comunicate, siano reali.
    Prima di qualsiasi azione il comandante, si deve confrontare, con i collegi, che sono in caserma ed in servizio, per pianificare un eventuale controllo.
    Ecco perché la strage, ed il successivo SVUOTAMENTO di tutti gli incartamenti della caserma da parte dei servizi segreti o altro, non avendo potuto trasmettere alcuna informazione a nessun organo preposto, per le persone coinvolte era molto semplice, far scomparire incartamenti o carte indiziarie.

  19. marmosso

    io ormai credo solo a quello che dice Luca, anzi, penso che gli altri siano tutti disinformatori che tentano di falsificare la versione ufficiale, non me lo toglie nessuno dalla testa…

  20. luca

    x Marco: la tua teoria quindi prefigura che una denuncia pervenuta al comando in quei giorni (e in fase di indagine per verifica della relativa fondatezza) sia stata la scintilla che ha fatto esplodere la tragedia.
    In pratica qualcuno (interno o esterno al comando cc di Bagnara) avrebbe compiuto la strage per spegnere sul nascere l’ indagine e l’azione della giustizia, relativamente a qualcosa di molto grosso e impensabile per un paese tranquillo e piccolo come Bagnara…
    A parte il fatto che pare appurato l’assenza di azione esterna nella sparatoria, ma mi chiedo una cosa: se un “civile o militare” fece la tremenda denuncia e qualcuno gettò “acqua sul fuoco” e i servizi segreti fecero sparire le carte… ma chi avrebbe impedito a quel civile o militare di riproporre la stessa denuncia presso altri comandi di altri comuni confinanti?

  21. elisabetta

    marmosso non ti riconosco, luca dammi ascolto giustamente se vuoi perchè sei cosi ostinato e non vuoi lasciare un minimo di dubbio . vuoi indorare la pilllola ma non e cosi .aspetta e vedrai .hai scritto una frase che mi ha lasciato un po di amaro. sai il tempo non passa mai per chi ha sete di giustizia .p.s quella vera .

  22. marmosso

    Ciao Luca, Su Bagnara mi hai chiarito tutto, ora ho solo un piccolo dubbio. Riguarda un’altro caso, ovvero l’uccisione a bruciapelo dei due carabinieri a Castelmaggiore. Tutto si è svolto “rapidamente” e poi con calma entra in “gioco” Macauda. Un dirottatore vero o falso? Chi è per te Macauda? Chiariscimi anche questo dubbio e poi per me diventi un mito..

  23. elisabetta

    luca mi stupisci secondo te un qualunque civile o militare va alla caserma di bagnara a portare una querela che scotta vede il massacro che succede e ripropone lo stesso ad un altro comando. ba….hai ragione niente fantasie va bene cosi del resto quel che e stato e stato ormai e passato tanto tempo giusto’ oh che sbadata o ripetuto la parola stato .

  24. luca

    X Marmosso: io Macauda non l’ ho conosciuto personalmente, ma alcuni miei colleghi lo conoscevano bene. Di quella storia sono ben noti tutti gli aspetti.
    X Elisabetta: cosa ti devo dire? Se leggo una cosa che a mio parere non ha senso, io lo dico!
    Ad ogni modo, io non voglio convincere nessuno.
    Se a vostro giudizio dietro alla strage di Bagnara si nascondeva la mafia, o i servizi segreti, o le brigate rosse, o altri ancora, rispetto le vostre convinzioni.
    Saluti e baci.

  25. marmosso

    Ciao Elisabetta, forse non è il blog giusto e me ne scuso, ma la tua ultima battuta mi ha fatto sorridere parecchio…

  26. elisabetta

    caro luca saluti e baci mi stanno bene .se sei una persona che si confronta in nome della verità .hai fatto un errore un uomo come te che porta ancora nel cuore la divisa ha calato il sipario davanti ad un depistaggio . e no uomo di legge questo e terreno mio se vuoi e hai voglia provami il contrario sul macauda .o per te anche in quella storia e tutto come e stato scritto. io sono come te quello che penso lo dico.baci baci………

  27. marmosso

    Scusate, vorrei fare una domanda a tutti coloro che vogliono rispondere, nessuno escluso: E’ proprio impossibile dopo oltre 20 anni riaprire il caso? Può essere che nessun magistrato abbia un minimo dubbio su come si sono svolti gli eventi?

  28. marmosso

    Il fatto che ci siano molti particolari che non collimano con la versione ufficiale, non potrebbe essere un motivo valido quantomeno per una rilettura degli atti cartacei e fotografici?

  29. 164° A.C.A.

    A parte le nostre ipotesi,non ci sono nuove prove reali,oppure nuove dichiarazioni da parte di qualcuno informato sui fatti.

  30. 164° A.C.A.

    Buonasera,
    sul sito di Radio Radicale non e’ piu’ possibile ascoltare i files audio dei vari processi.Esiste un modo per recuperarli ed ascoltarli?

    Grazie

  31. 164° A.C.A.

    Grazie,l’avevo gia’ visto;pero’ cliccando sui links,mi si aprono pagine dove appare questa scritta: “Dopo 3 settimane i file cessano di essere scaricabili.”.

    • Antonella

      Ciò che so è che si possono scaricare appena messi online e dopo 3 settimane, per questioni di banda, si possono ascoltare solo online.

  32. Scusate, vorrei rianimare il dialogo chiedendo se qualcuno può soddisfare la mia curiosità, è vero che la prima uno bianca fu rubata a rimini a un personaggio catanese, pescatore locale, mentre si trovava a cena (a base di pesce) con dei giudici? In quei periodi circolavano delle voci strane….

  33. Mi fa piacere che questo triste, tristissimo evento non sia stato dimenticato del tutto, perché da ex c.re io questa storia non l’ho mai dimenticata, ma quello che posso dire è questo: questa storia è tutta fasulla, non è vero assolutamente niente, perché da buon investigatore quale sono stato so benissimo come vanno certe cose. Qui si è voluto chiudere subito la cosa (anche per tutto ciò che innescò la vicenda ed il terremoto che provocò nell’arma il fatto) Nessuno deve sapere! Questa la parola d’ordine. Non posso dire tutto qui, perché sarebbe tutto estremamente lungo, ma su una cosa sono certo il Mantella gelosissimo della moglie, in preda ad un raptus (quale, poi nessuno lo ha mai detto) avrebbe compiuto il massacro. Questa storiella l’ho sentita altre volte ed è perciò una bolla di sapone la realtà è che è tutto assolutamente falso e stramaledettamente tendenzioso il solito copione di sempre (ed io di queste cose me ne intendo) ed è tutto perfettamente chiaro per come si svolsero le cose subito dopo l’accaduto. Il mio cordoglio va pertanto alla famiglia del Mantella e di tutti gli altri uniche vittime innocenti della mafia di stato. Spero che un giorno si possa fare luce sull’intera vicenda restituendo l’onore ai caduti nella strage e la dignità ai loro familiari infangati da meschine manovre ed assurde velleità istituzionali.

  34. Ciao Sergio, benvenuto.
    La tua testimonianza avvalora la tesi della maggior parte dei partecipanti al forum nonchè, credo, quella di chi lo ha creato. Lancio una provocazione, sarebbe bello incontrarsi (naturalmente chi vuole) insieme ad Antonella e parlarne per approfondire tutti gli aspetti “bui” della vicenda per fare il punto sulla situazione e valutare l’ipotesi di informare qualcuno che abbia voglia di ascoltarci. Forse è utopia però mai dire mai…

  35. mauro ceccarelli

    salve mi presento sono un semplice cittadino e mi inserisco ankio in questo blog non xke ho parenti interessi personali ma una vicenda italiana che nessuno ha voluto dare una risposta e una verita,anzi ll contrario si vuole farla cadere ancora di piu nel dimenticatoio.anke per questo ho mandato una email alla redazione di blu notte x vedere la loro reazione in questa vicenda oscura.anke voi andate avanti x una verita.

  36. Ciao mauro benvenuto anche a te, facci sapere se la Tv prenderà in esame il “caso”, sarebbe proprio interessante seguire la vicenda con l’ausilio di persone esperte e chissà…

  37. Antonio

    Salve a tutti mi inserisco nuovamente perchè vedo che su Bangara c’è ancora molto da dire. Mi riferisco all’intervento di Sergio magari ci potesse illuminare un po’ di piu’…

    p.s. Elisabetta vai avanti per quanto e per quello che puoi.

  38. mauro ceccarelli

    salve a tutti mi inserisco di nuovo per informarvi che fino adesso non ho ricevuto nessuna risposta dalla redazione di blue notte.xke anche voi non mandate un email,1 2 3 4 5 e via di seguito email potrebbe muovere qualcosa alla redazione o…………

  39. ANTONIO

    Ciao Antonella ho letto gli articoli allegati sull’uccisioen dei due carabinieri in sicilia….è da restare senza parole ma ciò che è assurdo è come le cose cadano del dimenticatoio…
    Ora si riapre un caso dopo 20 anni!!
    Chissà se pure per Bagnara possa accadee lo stesso…
    Ecco perchè chi sa deve parlare
    Un saluto a tutti i frequentatori

  40. Andrea65

    E’ da oltre un anno che seguo questo blog e noto con piacere che non e’ caduto in letargo,anzi si aggiungono partecipanti.A volte un pochino debunker,mi sembra.
    Come quel Curioso che non si e’ neanche premurato di controllare se Mancini fosse dei Servizi nel periodo;ebbene dopo aver collaborato con DallaChiesa nel’85 Mancini divento’ resp-dei Servizi di Bologna e fu tra i primi ad arrivare a Bagnara, come testimoniato da giornalisti dell’Unita’ e del Carlino.
    Oppure come quell’ex CC che non trova strano l’utilizzo di 3 M12,armi che non girano senza controllo in caserma,da parte del presunto colpevole senza che nessuno dei colleghi riesca ad intervenire.
    Dopo aver letto dei fatti di Alfonsine e di altri crimini con CC coinvolti mi e’ sorto il sospetto che oltre ai PS della unobianca ci fosse anche una banda di CC operativa in parallelo con i Savi.Ho 2 domande:
    Corrisponde al vero che alcuni CC di Bagnara furono colpiti anche nelle parti intime?
    Se sono stati scaricati 96colpi dai 3 M12 e 15colpi dalla 9/21, nei 111 c’e’ anche il colpo che uccise Mantella,oppure fu utilizzata la Beretta del collega Camisasca,come risulta da alcuni articoli, quindi furono 112 i colpi?
    Grazie per l’intrusione,sono arrivato qui seguendo le indagini sulla MobyPrince (fabio piselli) tragedia che mi tocca personalmente per motivi professionali e di cui ho avuto alcuni particolari in privato, e come ha detto qualcuno sono i dettagli a fare la Storia.

    • Antonella

      @Andrea65: in merito alla tua prima domanda, non lo so. Cio’ che e’ stato scritto e detto parla di colpi diffusi concentrati nella zona addominale. Sulla seconda, e’ possibile, le ricostruzioni sono discordanti e occorrerebbe avere le perizie. E sui dettagli hai ragione.

  41. 164° A.C.A.

    E se dentro la caserma ci fosse stato qualcuno che, con una “scusa”, magari per un controllo delle armi lunghe ( ecco perche’ nessuno ha potuto intervenire per disarmare il Mantella, le armi magari erano gia’ su un tavolo ), avesse sparato ai carabinieri e poi fosse uscito con i soccorritori ?

  42. 164° A.C.A.

    Leggero off-topic: cerco i files audio del processo alla Banda della Uno Bianca.

    Grazie :-)

    • Antonella

      @164 A.C.A.: ma in download? Perché da web li puoi sentire, ma non si possono scaricare.

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