Stai zitta e va’ in cucina: il maschilismo in politica nel dopoguerra, da Radio Popolare. Si parla del libro di Filippo Maria Battaglia pubblicato da Bollati Boringhieri.
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“Carte Bollate”: a quasi un anno dalla nascita del progetto, un bilancio di rivista e giornale radio realizzati dai carcerati
StandardA inizio 2012 è iniziata l’esperienza di Carte Bollate, rivista nata all’interno del carcere di Bollate e diventato anche un giornale radio, in onda tutte le domeniche su Radio Popolare e ripreso da RaiUno. La giornalista Maria Itri, che coordina il progetto, racconta su Lsdi il quasi primo anno di esperienza:
Sapevo però che c’era un punto di forza in questo progetto: la radio è uno dei mezzi più entusiasmanti che esistano e creare da zero una puntata intera può essere davvero divertente. E poi, una trasmissione radio permette di fare arrivare all’ascoltatore una delle cose più intime che abbiamo, la nostra voce, con le sue incertezze, le emozioni, le paure e la forza. Per raccontare un mondo come quello del carcere non c’è uno strumento migliore.
Ogni settimana decidevamo insieme l’argomento della puntata. Abbiamo parlato di tanti temi: l’affettività, il rapporto con i figli, il lavoro, la quotidianità. Abbiamo raccontato le iniziative che in questi mesi sono nate a Bollate. Tutto con l’obiettivo di aprire un canale con l’esterno, per far conoscere quello che realmente succede dietro le sbarre al mondo “fuori”, sfatando pregiudizi e leggende, e parlando dei problemi reali e profondi dei detenuti. La parte più complicata era quella della costruzione della puntata: i detenuti non possono usare gli strumenti che i giornalisti “fuori” hanno a disposizione, come il telefono e Internet.
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