La pirateria è bella, diceva Carlo Gubitosa nello spettacolare Elogio della pirateria (Altreconomia, 2005) di cui si era parlato ai tempi. Ed aveva ragione, in quel libro. Ora se ne può leggere anche in Media Piracy in Emerging Economies:
È il primo studio indipendente e su larga scala che analizza il fenomeno della pirateria in ambito musicale, cinematografico e software focalizzandosi su Brasile, India, Russia, Sud Africa, Messico e Bolivia. Realizzato basandosi su tre anni di lavoro di trentacinque ricercatori, questo testo racconta due storie globali: una che traccia l’esplosiva crescita della pirateria per quanto riguarda le tecnologie digitali, ormai economiche e ubique nel mondo, e un’altra che segue l’evoluzione delle lobby industriali che hanno ridefinito le leggi e l’irrigidimento della protezione del copyright. Il report sostiene che questi sforzi sono ampiamente falliti e che il problema della pirateria è inteso più come un inefficace approccio all’accesso ai media sui mercati legali.
Particolare la licenza con cui questo lavoro viene rilasciato, che si chiama The Consumer’s Dilemma e che differenzia modalità di accesso e uso discriminando sull’elemento commerciale (è gratuito per i Paesi che non appartengono a Stati Uniti, Europa Orientale, Giappone, Australia e diverse nazioni del Golfo Persico). Per averne una copia cartacea via Lulu.com, questo è l’indirizzo.