Remember when you were young, you shone like the sun.
Shine on you crazy diamond.
Now there’s a look in your eyes, like black holes in the sky.
Shine on you crazy diamond.
You were caught on the crossfire of childhood and stardom,
blown on the steel breeze.
Come on you target for faraway laughter,
come on you stranger, you legend, you martyr, and shine!
You reached for the secret too soon, you cried for the moon.
Shine on you crazy diamond.
Threatened by shadows at night, and exposed in the light.
Shine on you crazy diamond.
Well you wore out your welcome with random precision,
rode on the steel breeze.
Come on you raver, you seer of visions,
come on you painter, you piper, you prisoner, and shine.
Author: Antonella
Largo
StandardCinghiale irrompe in studio medico
Nel Viterbese, ha anche ferito in modo lieve due pazienti
(ANSA) – VITERBO, 30 NOV – Un cinghiale ferito ha fatto irruzione nel pomeriggio nello studio di un cardiologo a San Lorenzo Nuovo, nel Viterbese. L’animale, che ha messo lo studio a soqquadro e ha ferito in modo lieve due pazienti in attesa, e’ poi riuscito a scappare. Proviene molto probabilmente dalla vicina riserva naturale di Monte Rufeno. Poco prima, aveva tentato di entrare nel cortile della sede della protezione civile, dove alcuni volontari avevano tentato inutilmente di bloccarlo.
O cani o gatti in casa nello Utah
Legge in vigore e’ dell’assessore dello Stato Spanish Fork
(ANSA) – NEW YORK, 30 NOV – L’assessore Spanish Fork, dello Stato americano Utah, ha inventato il divieto di tenere in casa contemporaneamente un cane e un gatto. La bizzarra regola ha attirato l’attenzione pubblica quando una famiglia si e’ presentata al canile municipale per adottare un micio, cosa che e’ stata negata perche’ gia’ proprietari, inconsapevolmente illegali, di un cane e un gatto. La legge, ritenuta da molti assai bizzarra, dovrebbe presto essere abrogata.
Fame
Standard“Se aspettavi ancora un po’, oltre alle collanine, di là ci lasciavo anche qualcos’altro. Per di più tra mezz’ora sarà buio e si assieperanno tutti fuori. Muoviamoci”. Ivica era nervosa e apostrofò Rade in malo modo quando finalmente lasciò la dimensione dell’inquisitore e riapprodò al presente. Credeva che il ragazzo le serbasse ancora rancore per non averlo seguito subito quando Emir lo aveva abbandonato come un randagio riottoso sull’autostrada. Ma nel momento in cui Rade stava per replicare, il suo biondo compagno sbiancò di fronte a un manifesto, di quelli che se fossero nel far west inizierebbero con “Wanted” e sotto riportano una foto. La foto stavolta era sua ed era accompagnata da un inequivocabile annuncio. “Quest’uomo è all’origine dell’infezione. Chi non ha ancora subito cambiamenti, ne stai lontano e scriva a questo indirizzo”. Seguiva, un po’ assurdamente, un indirizzo di posta elettronica.
Dejan e Miograd avevano un motivo in più per inseguire Ivica e Rade. L’epidemia si era diffusa con una velocità impressionante. Se le strade che la coppia percorreva erano fino a poche settimane prima sufficientemente trafficate da far maledire il signor Ford e il suo rivoluzionario modello produttivo, ora diventava raro incrociare un altro veicolo. Anzi, non se ne incrociava più nessuno. Spostarsi con la luce era reso difficoltoso dalle tempeste di vento che, con puntualità quotidiana, battevano indistintamente le regioni attraversate. La notte, invece, qualsiasi movimento che non fosse l’autodifesa era pressoché impossibile.
Dejan ormai sapeva dominare abbastanza la sua mente perché non partisse inavvertitamente una raffica di evocazioni. Evocazioni che, del resto, si stavano dimostrando sempre più inefficaci via via che gli essere umani diminuivano: sortiva ancora effetti sulle vittime del torpore, ma sui trasformati non poteva nulla. Quasi inutilizzabile anche il necronium: le sue formule permettevano ancora la levitazione, il passaggio sulle acque o la possessione di corpi altrui. Ma le comunicazioni con le poche sacche di resistenza erano ancora possibili solo attraverso i satelliti non ancora andati in crash. Dunque, laddove quel libello non aveva più potere, arrivava il palmare che Dejan si era procurato in un ingrosso di elettronica deserto.
Lo strumento, inizialmente più impenetrabile delle potenti alchimie valacche, era stato domato a suon di pagine di manuale d’istruzioni e qualche colpo fortuito nella selezione dei comandi. E ora era divenuto indispensabile per la corrispondenza che Dejan aveva ripreso con una vecchia conoscenza, Vassili Mitrovic, anziano antropologo macedone che aveva trascorso lunghi anni documentandosi su leggende e superstizioni dell’Europa orientale. Lo studioso, tanto devoto alle tradizioni quanto incuriosito dalla tecnologia, era entrato a sua volta in contatto con un altro superstite, Aleksandar Visljic. Accorciata la barba rossiccia e abbandonata l’idea di essere rimasto l’ultimo uomo sulla faccia della terra, quest’ultimo aveva condiviso con Mitrovic i risultati delle sue ricerche sulla fisiologia dei nuovi esseri. E una su tutte era stata determinante per risalire all’origine dell’epidemia: la scoperta di una variante della xenopsylla cheophis, ospite del rattus rattus, quel roditore ritratto anche da Murnau e che vai a sapere perché aveva subito una mutazione rendendola resistente a qualsiasi attacco antiparassitario.
Se ora la dinamica trasmissiva dell’infezione era più chiara, i tre uomini avevano aggiunto anche l’ultimo tassello trovandolo non nei vetrini da microscopio o nei trattati di ematologia. Lo avevano cercato nel posto giusto, la statistica, che, messa in relazione con la cronologia degli eventi degli ultimi trent’anni, aveva fatto digitale a lettere maiuscole a tutti a tre esalutazioni soddisfatte.
I primi casi di torpore, stato antecedente alla trasformazione, erano stati registrati nel villaggio di Petrovci, convertito all’abbandono di qualsiasi attitudine alimentare che comprendesse carne, latte e suoi derivati e uova. Se il comizio di un buffo individuo che tutti credevano un ultranazionalista a guardare abbigliamento e modi era stato seguito da un improvviso temporale dopo settimane di un vento secco e corrisivo, avvenimenti meravigliosi avevano iniziato a manifestarsi proprio lì.
Successe che, durante la raccolta della soia, un mezzo agricolo investì e uccise sul colpo il gatto della moglie del capo villaggio. Un dramma per l’intera comunità, un lutto collettivo che avrebbe potuto risucchiare anche il suo primo cittadino, vessato com’era dall’inconsolabile consorte. La bestia, di per sé, i suoi begli anni ce li aveva: diciotto, per la precisione, trascorsi tra cuscini di broccato e gourmé degno della miglior gastronomia. Ma la sua tragica quanto improvvisa scomparsa rischiava di gettare la tranquilla vita politica del paese in un’anarchia poco salutare per il nascente turismo che rimpinguava le casse pubbliche.
Ecco inaspettatamente che, sospirato come l’alba che ormai ogni notte Dejan, Vassili e Aleksandar attendevano impazienti, a quell’epoca era comparso un novello Gesù Cristo, Rade. Il quale, con la sola imposizione delle mani, aveva riportato in vita il gatto, risparmiato il sindaco dall’incolmabile vuoto della moglie e restituito al villaggio il suo futuro di ricca mecca per latifondisti e reazionari con tendenze salutiste. A quella resurrezione ne erano seguite altre, ma man mano che la nomea e i miracoli del platinato profeta si diffondevano, ecco presentarsi i primi casi di torpore: sempre maggiore era il numero di chi accusava inizialmente stanchezza, inappetenza e pallore eccessivo per arrivare a non destarsi più. Non destarsi almeno finché non calavano le tenebre e la sveglia era suonata da una fame atavica e orribile.
Il racconto prende ispirazione (diventandone un po’ miscuglio, incontro e continuazione) da “Ninna Nanna” di Chuck Palahniuk, “Nicolas Eymerich, Inquisitore” di Valerio Evangelisti e “Io sono leggenda” di Richard Matheson
Regards from Serbia
StandardUniforme in naftalina, ora giochi
StandardCercasi padrone per cani-poliziotto
Sul sito della polizia i 4 zampe pensionati da adottare
Caos USA
StandardDa Watch USA 2004, blog curato da Reporter Associati.
Aumenta l’evidenza di Brogli nel voto del 2 novembre
Quando ho parlato con Jeff Fisher questa mattina (domenica 6 novembre 2004), il candidato democratico per la Camera dei Rappresentati del 16esimo Distretto della Florida ha affermato di voler attendere l’FBI per mostrare loro le informazioni in suo possesso. Fisher ha infatti le prove, stando a quello che dice, che non solo ci siano stati brogli nelle elezioni in Florida, ma di chi e come abbia organizzato questi brogli. E non è stato solo quest’anno, ha affermato, ma si tratta delle stesse persone che nel 2002 avevano truccato i risultati delle primarie Democratiche in quello Stato, in modo tale che Jeb Bush non se la sarebbe dovuta vedere contro Janet Reno, che rappresentava una vera minaccia per Jeb, ma contro Bill McBride, che è stato infatti facilmente sconfitto da Jeb nelle elezioni governatoriali di quello Stato.
Articolo originale di Thom Hartmann (CommonDreams)
http://www.commondreams.org/views04/1106-30.htm
Tradotto da Daniele John Angrisani
A toni via via più scuri
StandardDa Carmilla On line, un articolo di Valerio Evangelisti che pone un interessante parallelo tra la mutazione della letteratura, quella gialla e noir, e della criminalità. O, forse, della società stessa. L’estinzione del movente.
Ormai il genere detto noir ha rimpiazzato larga parte della narrativa poliziesca tradizionale, di cui, pure, rappresenta un’evoluzione. Credo non sia un caso: è che anche nella vita reale, o perlomeno in quella sua componente non secondaria che è il crimine, il colore nero si è sovrapposto ampiamente al giallo. Il dato è spaventoso, ma ne va preso atto. Se nel campo terroristico diventa sempre più difficile individuare ideologia e moventi dei suoi protagonisti, in quello puramente e semplicemente criminale si moltiplicano gli atti di un’efferatezza inspiegabile, gli omicidi insensati, le esplosioni gratuite di sadismo. Giovanissimi innamorati alla Peynet accoltellano genitori e fratellini; ragazzine si inventano dal nulla una setta satanica e compiono un sacrificio umano; adolescenti di quartiere appiccano fuoco a un barbone oppure violentano e uccidono una compagna di classe. Anche una “tradizionale” rapina in una villa può mutarsi nell’occasione per l’esercizio di una ferocia non necessaria, mentre, sul versante opposto, la difesa legittima dei propri beni rischia di degenerare nell’omicidio di un aggressore disarmato.
Test Kitchen
Standard
By Mahmoud Kahil
Acqua e sapone
StandardLevati quell’espressione atterrita. Nulla di personale, Sconosciuto. È lavoro. No, non so come ti chiami, non l’ho chiesto. Non lo faccio mai. Il Capo mi passa indirizzo e foto. Io mi apposto, osservo, rilevo i dettagli: una questione di poche ore. Fa parte del mio compito, della mia professionalità. Del resto, se non fossi accurato, avrei già chiuso bottega. Invece eccomi qui, Numero 202, è il tuo turno. I motivi? Non chiederli a me. La domanda, piuttosto, dovresti girarla a te stesso. Che hai fatto? Trucchetti che ti avrebbero levato dagli impicci? Non funziona, Sconosciuto. Ne ho visti altri come te: un maneggio qua, uno là e poi siete fottuti. Peccato che ve ne rendiate conto solo quando mi presento io. Se sono un esattore? Non sono venuto per denaro o documenti. Ancora domande? Non è la procedura. A che ti serve sapere? Mi vuoi raccontare la tua storia? Ho capito, la vuoi buttare sul personale. Le ho lette anche io le tue teorie: quando la preda si trasforma in uomo, smette di essere preda. Lascia stare. Ci hanno già provato. Una domanda te la rivolgo io: mi puoi indicare il bagno? No, non ci devo andare ora. È per dopo: sono una persona pulita, oltre che accurata. Mi piace il sapone, mi piace quando la schiuma si fa sempre più fitta. L’igiene è una questione mentale: la realtà si specchia meglio dentro la testa se trova superfici limpide fuori. Girati. Ho detto girati. Grazie.
Da che parte diceva? Sì, in fondo a sinistra. Banalmente scontato. Acqua, sapone, la salvietta trenta per venti che porto sempre con me, una ripassata per le impronte.
Dal quotidiano del giorno, in cronaca. Titolo: Omicidi acqua e sapone. Sommario: Da indiscrezioni degli inquirenti, indizi importanti arrivano dall’analisi degli scoli. Occhiello: La risposta va cercata negli scarichi.
Touché.

