- Philip Willan, Il potere criminale:
Neanche l’ultima campagna elettorale è stata esaltante per chi è in prima linea nella lotta alla criminalità organizzata. I candidati si sono ricordati del tema alla fine, pronunciando solo parole di rito contro le mafie. E ancora meno rassicuranti sono stati Marcello Dell’Utri, condannato in primo grado per concorso esterno in associazione mafiosa, e Silvio Berlusconi. Entrambi hanno lodato l’eroismo dell’ex stalliere di Arcore e boss mafioso Vittorio Mangano, morto in carcere, che avrebbe resistito alle offerte dei magistrati e rifiutato di inventare accuse false contro il suo ex datore di lavoro.
- Luca Galassi, La guerra uccide due volte:
Il 2007 è stato l’annus horribilis per i soldati delle due forze armate più potenti del mondo. Negli eserciti dei due antagonisti storici della Guerra fredda, Stati Uniti e Russia, non si sono mai registrati così tanti suicidi. Almeno 115 soldati si sono tolti la vita nelle file dei militari Usa, 13 in più rispetto al 2006, quando si erano uccisi 102 uomini. Molto più elevato il numero tra i soldati dell’Armata Rossa: 341 soldati, “quasi un battaglione”, ha riferito il procuratore capo militare, Sergei Fridinski.
Author: Antonella
Il revival di pratiche che ormai sembravano “senza ritorno”
StandardDell’argomento si va parlando già da un po’. Sul revival elettroshock, il sito di Peacelink pubblica la lettera di una lettrice che fa una serie di considerazioni in proposito. E scrive:
Presenziando ad una mostra terminata circa un mese fa a Milano, dal titolo “Psichiatria, un viaggio senza ritorno”, sono venuta a sapere da uno psichiatra in pensione che era presente all’evento, con il quale stavo conversando, che l’elettroshock ultimamente sta venendo pubblicizzato così tanto, al punto da voler creare 60 centri in tutta Italia per perpetuarlo, perché sono in procinto di scadere i brevetti dei medicinali. E se fosse vero? Sinceramente ho pensato ad una burla, ma sono rimasta profondamente scioccata nell’aver compreso la sordida macchinazione che si celerebbe dietro a questa ignobile campagna pubblicitaria.
Esso viene pubblicizzato come se fosse l’elisir di lunga vita ed il suo difensore e promotore italiano più noto all’opinione pubblica, e lo psichiatra Giovan Battista Cassano. Ho ascoltato tempo fa sia una sua intervista sul tema “elettroshock” su una Radio nazionale, e ho lettola sua risposta alla domanda: “Davvero l’elettroshock serve a curare la depressione?”, sulla rivista Gente. Nell’articolo si afferma che l’elettroshock e uno strumento salvavita. Come mai quando il professor Cassano viene invitato in televisione non si porta mai con se tutti quei pazienti che lui nomina nell’articolo: “Circa 80 vengono aiutati. È una cura necessaria, della quale il malato trae grande beneficio”.
Piazza Fontana: fotogrammi di una strage
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Appena sotto la polvere lasciata dalla bomba c’è la verità.
(Federico Sinicato, avvocato)
Il 12 dicembre prossimo saranno trascorsi 39 anni dalla strage di piazza Fontana. Dieci i processi che in tutto questo tempo si sono celebrati tra Catanzaro, Bari e Milano. Una vicenda giudiziaria lunghissima che si conclude definitivamente nel 2005 con la Cassazione che respinge i ricorsi presentati dopo il procedimento d’appello dell’anno prima, conferma le assoluzioni per Carlo Maria Maggi, Giancarlo Rognoni e Delfo Zorzi, manda prescritti Carlo Digilio (“zio Otto”) e Stefano Tringali e, come in una cinica farsa che non fa ridere, addossa le spese processuali alle vittime e ai loro familiari. Innocenti dunque gli imputati? No, affatto. E per averne conferma si leggano le parole del giudice istruttore milanese Guido Salvini. Dice infatti il magistrato:
La verità giudiziaria non si esaurisce sempre nella condanna dei singoli responsabili. La sentenza d’appello che ha assolto gli imputati neofascisti ha affermato anche che gli attentati del 12 dicembre furono opera dei gruppi di Ordine nuovo. E questo rimane un punto fermo.
Da qui parte il libro Foto di gruppo da Piazza Fontana di Mario Consani, una sorta di album che, invece di fotografie, colleziona schede che ricostruiscono le vicende legate alla “madre di tutte le stragi”. È un affresco collettivo che – passando in rassegna nome per nome e fatto per fatto – rievoca e mette insieme tasselli, contiguità, connivenze, silenzi, sponde internazionali. Parla di fascismo, questo libro, ma anche di cattiva informazione quando torna sulla vicenda di Pietro Valpreda, l’anarchico che i giornali (e da Bruno Vespa in primis) servirono nella veste del “mostro di piazza Fontana” dopo che le indagini vennero da subito dirette verso questo fronte politico.
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“Steal This Film II”: nutrire le fila della liberazione creativa
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Punto di partenza e di arrivo sono chiari:
Questi sono tempi davvero strani. Mentre si continua a veicolare così tanta attenzione verso i media mainstream, le “battaglie” tra vecchi e nuovi metodi di distribuzione, tra pirati e istituzioni del copyright, a molti di noi sembra che ci siano sconfitti e vincitori. Sappiamo chi sono i vincitori. Perché allora si fanno affermazioni differenti? Perché le ondate repressive continuano: cause legali vengono ancora mosse contro innocenti; gli arresti si basano su pretesti inconsistenti per terrorizzare e confondere; si promulgano rigide leggi contro il filesharing attuando una progressiva erosione della privacy e rinforzando uno stato di sorveglianza. Tutto ciò viene concepito per distruggere o ritardare cambiamenti inesorabili di ciò che significa creare e scambiare opere dell’ingegno. Se “Steal This Film II” dimostra a tutti l’utilità di portare nuove persone dalla parte di coloro che sono pronti ad andare “oltre la proprietà intellettuale” e concepire creativamente il futuro della distribuzione, della produzione e della creatività, allora abbiamo raggiunto il nostro principale scopo.
Non c’è molto altro da aggiungere nel presentare Steal This Film II (letteralmente “rubate questo film”) se non che è rilasciato con licenza Creative Commons, è sottotitolato in diciannove lingue (italiano compreso) e che si può scaricare in diversi formati. Inoltre si può anche supportare.
Fingiamo di essere morti: a caccia dei mostri della cultura pop
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Fingiamo di essere morti (ISBN Edizioni) è uno dei libri più strani e divertenti che mi sia capitato di tradurre (il lavoro è stato fatto con Alberto Corradi): scritto dalla giornalista statunitense Annalee Newitz è un saggio che va a caccia, scandagliando la letteratura e la cinematografia soprattutto dell’orrore e fantascientifica, dei “mostri del capitalismo” occultati nella cultura pop d’oltreoceano. Questo il suo contenuto in somma sintesi:
Zombie, serial killer, scienziati pazzi e mostri pulp come metafora delle contraddizioni del capitalismo. Strangolati dal lavoro, alienati dalla monotonia della vita da ufficio e abbagliati dalla ricerca del profitto a tutti i costi, i mostri nati dalla fantasia (e non solo) esprimono il disagio di un sistema economico fatto apposta per fagocitare le persone e da cui sembra impossibile poter sfuggire. Spaziando dal cinema ai classici della letteratira americana, alla cultura popolare, Fingiamo di essere morti è un saggio documentato e curioso sulla storia del capitalismo americano dai primi del Novecento a oggi.
Qui qualche informazione sull’edizione originaria che si intitola “Pretend We’re Dead”.
Egregia Ministra, delle sue considerazioni non condivido quasi nulla
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Se la poteva proprio risparmiare la lettera che il ministro per le pari opportunità ha inviato a Repubblica in risposta a un articolo di Natalia Aspesi sulla violenza sulle donne. A fronte di una situazione che si può presentare
Egregia Ministra Carfagna,
ho letto con attenzione la Sua “lettera al direttore” di Repubblica nella quale descriveva le Sue considerazioni sulla questione della violenza alle donne.
Di queste considerazioni non condivido quasi nulla. Il contenuto della lettera mi ha invece indotto a scriverLe per introdurLa ad una differente lettura dei dati statistici sulle violenze contro le donne che certamente Le sono noti.
Una lettura che di sicuro trova d’accordo le 150 mila donne, femministe e lesbiche che hanno partecipato al corteo contro la violenza maschile dello scorso 24 novembre e che comprende una visione di quell’impegno culturale che lei stessa auspica – “per ridare serenità alle donne italiane” – non tendente verso una direzione familista.
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Documento CIA e tortura: più le righe nere che le parole leggibili
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Su BoingBoing viene ripresa la segnalazione di un documento della CIA a proposito (anche) del ricorso alla tortura. Peccato che le parti che, a giudicare dai titoli, sembrano più interessanti siano state interamente “oscurate”. L’unica frase che si legge chiaramente infatti è:
These enhanced techniques include:
Qui il pdf del documento, ma seguendo i link riportati nell’articolo del blog of rights dell’American Civil Liberties Union si approda comunque a materiale interessante in materia.
Pino Scaccia: quando l’errore è irreversibile
StandardVia Pino Scaccia, Quando l’errore è irreversibile:
Ottantasei anni dopo essere stato impiccato, un uomo è stato scagionato. Bella consolazione per i parenti, se ancora ne ha. Colin Campbell fu giustiziato nel 1922 per stupro e omicidio di una compagna di classe, una bambina. Nuovi rilievi hanno dimostrato che le prove erano irrimediabilmente viziate. (…) Stati Uniti dove la percentuale degli errori giudiziari, secondo fonti autorevoli, si aggira intorno al cinquanta per cento. Insomma, metà dei giustiziati sono innocenti.
EveryOne Group: follia antizigana in Italia
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EveryOne Group è un gruppo internazionale che si batte contro le discriminazioni e le violazioni dei diritti umani. A proposito dell’incredibile presunto rapimento di una bambina che ha scatenato i successivi assalti ai campi nomadi, il gruppo italiano di EOG ha pubblicato l’inchiesta Follia antizigana in Italia, a cui dà eco anche Pino Nicotri. E qui si dice che quell’episodio è proprio incredibile perché mai si sarebbe verificato. Montatura, è il termine per descrivere quel fatto. In proposito si legge su EOG:
Avete ragione, anche noi siamo in difficoltà, perché questo non è un evento diverso da tanti altri, ma qualcuno ha voluto trasformarlo in un caso nazionale. Gli inquilini di Ponticelli fanno blocco: i Rom non li vogliono più. Qualcuno però, mostra qualche scrupolo di coscienza, ma ha paura, perché le pressioni sono forti e mettersi contro il comitato di Ponticelli è pericoloso. Angelica, in realtà, conosceva una delle famiglie che abitano in via Principe di Napoli, dove è avvenuto l’episodio, continuano gli attivisti del Gruppo EveryOne, ha suonato al citofono ed è stata notata da alcune inquiline. Pochi istanti dopo è scattata la trappola e la furia dei condomini si è scatenata contro di lei, che è stata raggiunta in strada, afferrata, schiaffeggiata e consegnata alla polizia. Vi sono testimoni che conoscono la verità e due di loro sono disposte a parlare al giudice. È importante che l’avvocato Rosa Mazzei, che difende la ragazza Rom, non si faccia intimidire e sostenga la verità in tribunale. Un attivista di Napoli suppone che la linea di difesa potrebbe essere, invece, quella di ammettere il furto, ma non il tentato rapimento. Le conseguenze del caso di Ponticelli, con l’eco mediatica promossa da quotidiani e network, sono state gravissime e sono un indice evidente di come sia necessario abbandonare razzismo e xenofobia per riscoprire la strada dei diritti umani.
Iron Sky: fantapolitica libera e sostenuta dagli spettatori
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I materiali sono rilasciati con licenza Creative Commons e riguardano il film (in lavorazione) Iron Sky prodotto dai finlandesi Energia Productions, Blind Spot Pictures and Cinet e ambientato tra la fine della seconda guerra mondiale e il prossimo futuro:
Towards the end of World War II the staff of SS officer Hans Kammler made a significant breakthrough in anti-gravity. From a secret base built in the Antarctic, the first Nazi spaceships were launched in late ’45 to found the military base Schwarze Sonne (Black Sun) on the dark side of the Moon. This base was to build a powerful invasion fleet and return to take over the Earth once the time was right. Now it’s 2018, the Nazi invasion is on its way and the world is goose-stepping towards its doom.
Sul sito che presenta il film sono stati pubblicati alcuni video e una sezione è dedicata ai War Bonds, disponibili a partire da agosto:
War bonds have historically been an instrument for goverments to fund wars, and we recon getting a movie about space nazis done is going to be war. Our “bonds” are numbered sets of Iron Sky promotional material, including a DVD packed with behind-the-scenes footage, together with an official certificate of your bragging rights for having supported Iron Sky.
Nel frattempo, le novità sulla lavorazione possono essere seguite attraverso un blog (via Creative Commons).