Il revival di pratiche che ormai sembravano “senza ritorno”

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Dell’argomento si va parlando già da un po’. Sul revival elettroshock, il sito di Peacelink pubblica la lettera di una lettrice che fa una serie di considerazioni in proposito. E scrive:

Presenziando ad una mostra terminata circa un mese fa a Milano, dal titolo “Psichiatria, un viaggio senza ritorno”, sono venuta a sapere da uno psichiatra in pensione che era presente all’evento, con il quale stavo conversando, che l’elettroshock ultimamente sta venendo pubblicizzato così tanto, al punto da voler creare 60 centri in tutta Italia per perpetuarlo, perché sono in procinto di scadere i brevetti dei medicinali. E se fosse vero? Sinceramente ho pensato ad una burla, ma sono rimasta profondamente scioccata nell’aver compreso la sordida macchinazione che si celerebbe dietro a questa ignobile campagna pubblicitaria.

Esso viene pubblicizzato come se fosse l’elisir di lunga vita ed il suo difensore e promotore italiano più noto all’opinione pubblica, e lo psichiatra Giovan Battista Cassano. Ho ascoltato tempo fa sia una sua intervista sul tema “elettroshock” su una Radio nazionale, e ho lettola sua risposta alla domanda: “Davvero l’elettroshock serve a curare la depressione?”, sulla rivista Gente. Nell’articolo si afferma che l’elettroshock e uno strumento salvavita. Come mai quando il professor Cassano viene invitato in televisione non si porta mai con se tutti quei pazienti che lui nomina nell’articolo: “Circa 80 vengono aiutati. È una cura necessaria, della quale il malato trae grande beneficio”.