Per Einaudi, si diceva solo qualche giorno fa, è uscita da poco la nuova edizione del libro Piazza Fontana del giornalista Giorgio Boatti. Con l’inizio di questo mese è poi la volta di un nuovo testo sempre in tema di terrorismo. Lo ha scritto Benedetta Tobagi e si intitola Come mi batte forte il tuo cuore – Storia di mio padre, inserito all’interno della collana Frontiere. L’autrice è la figlia del giornalista Walter Tobagi, assassinato il 28 maggio 1980 da terroristi appartenenti alla Brigata XXVIII Marzo. Questa la presentazione del libro, di cui ha scritto oggi anche Roberto Saviano:
Era una delle firme più prestigiose del «Corriere della Sera». Aveva trentatré anni. La figlia Benedetta aveva tre anni. Era lì. Oggi Benedetta vuole capire. Con forza, con delicatezza, ricostruisce la figura pubblica e privata del padre in un racconto che intreccia spietate vibrazioni intime ad analisi storiche lucide e rigorose. Cercando di comprendere cos’erano gli anni Settanta.
Infine, per chi frequenta Facebook, segnalo il gruppo In memoria di tutte le vittime di terrorismo e stragi curato da Giorgio Bazzega, figlio di Sergio Bazzega.
(Via Booksblog)
Aggiornamento: una parte in anteprima sul Corriere della Sera.
Non so se nel libro è scritto da qualche parte, ma il titolo si riferisce chiaramente ad una verso della poetessa polacca Szymborska che suona così”Ascolta come mi batte i tuo cuore”!
Cara Benedetta ,
..a dirle solo che ci faremmo volentieri carico di un frammento
del suo indicibile vuoto ma speriamo che l’abbia un po’ colmato. Le auguriamo umanamente la serenita’ che
le hanno vigliaccamente tolto.
La sua ricerca , attraverso le numerose chiavi di lettura
é stata ammirevole e ci par di vedere nel suo impegno di oggi , tutta la forza che suo padre le ha trasmesso. Il dna é lo stesso.
Coraggio. Le vogliamo bene. ”Il suo papa’ le é vicino”
grazie per la dolcezza quasi in punta di piedi e nello stesso tempo la durezza, grazie per la testimonianza appassiopnata ma pur sempre capace di silenzio del giudizio. Ci sono tante cose che sapevo e ritrovo crude e vive, ci sono dettaqgli fondamentali che non conoscevo e che trovo illuminanti, abominevoli e che mi laciano attonitaq e stipita, grazie a Benedetta, per aver condiviso la sua esperienza di dolore
bello e avvincente il libro di benedetta tobagi, che ho letto, come se fosse un giallo, tutto d’un fiato.Oltre a farci comprendere la figura paterna nel suo ruolo di padre e nel suo impegno civile di giornalista, ha fatto luce su un periodo storico complesso e oscuro per molti di noi( anche se testimoni degi avvenimenti descritti), riportando alla ribalta fatti e nomi che riecheggiano nella nostra memoria senza una precisa fisionomia, avvolti nella nebbia della confusione e del ricordo sfocato.
Il racconto di Benedetta Tobagi ha forma e sostanza della migliore letteratura. La sua è una narrazione colta e intelligente, curiosa e senza pregiudizi mai compiaciuta della sua indubitabile erudizione (“Quando la citazione era un segno di umiltà”). Ma è la pietas di cui è pervaso che fa di questo libro una lettura che ti colpisce e non ti abbandona più. Diventi parte viva di quella storia e ne sei orgoglioso. Benedetta ha la statura del protagonista del libro.
il libro è bellissimo e spero che sia stato utile per metabolizzare tutto il dolre per l’ingiusta perdita di un padre buono e bravo mi sono commossa nel leggerlo
Ho 54 anni,sono romano e a Roma ho vissuto tutti gli anni di piombo…
Pochi libri mi hanno toccato ed emozionato come il Suo,penso davvero che tutti i ragazzi di oggi, cosi’ lontani ( per fortuna e per sfortuna ) da quell’Italia dovrebbero leggerlo, per capire una buona volta da dove vengono, al di là delle semplificazioni interessate e rozzamente banali che in genere si fanno degli anni 60 e 70.
Grazie, cara Benedetta, della intelligenza, della delicatezza, della sensibilità, della pacatezza,dell’amore ( cosi’ lontano dal” partito dell’amore “) di cui è permeato, in ogni pagina, il Suo scritto.
Mi viene da pensare, con profonda amarezza, a come sarebbe potuta essere l’Italia se i terrorismi non l’avessero fuorviata, imbruttita, ritardata, peggiorata in tutto… e come sarebbe stato il nostro Paese se i Tobagi, i Galli, gli Alessandrini, gli Ambrosoli, i Bobbio- e tanti altri- non fossero stati l’eccezione ma la normalità.
So di chiederLe troppo ma , se può, mi scriva, non sa quanto vorrei conoscerLa.
Grazie ancora per le Sue lezioni di vita
Cara Benedetta,
ho 55 anni e ricordo molte delle vicende narrate. La ringrazio per la dolcezza che ha saputo mettere nel racconto.
Ho letto di un fiato il libro e la commozione finale è stata tanta.
Grazie per le parole dell’ultima pagina, rivolte a suo padre, come se fosse presente, lì, ad ascoltarla.
E sono con Lei, raccontare significa resistere e resistere significa preparare le condizioni per un cambiamento.
Grazie ancora.
Cara Benedetta ,
ho solo tredici anni , ma sono riamasta colpita da questo libro . Questo è l’intreccio di mille emozioni e sentimenti … rabbia , dolore , nostalgia , gioia ma soprattutto passione … Non esistono parole che possano descrivere ciò che il libro esprime … per lo meno io non posso provare il dolore che provavi e in parte provi anche adesso …. tu , però , ci sei riuscita … hai dato parole hai tuoi sentimenti , condividendoli con tutti noi … e di questo ti ringrazio …..
la cosa importante è che tu abbia capito che Walter Tobagi : tuo padre e nostro eroe , è e sarà sempre lì con te ….. Giulia
l’ho appena finito di leggere: un libro bellissimo e terribile! Grazie Benedetta!
Gentile drssa,
vorrei farLe avere, magari tramite la Casa della Cultura di Milano, il mio libro “Tico-tico”, che parla degli Anni di Piombo, del sud mafioso e del nord leghista, per presentarlo, con Lei, se riterrà e un’esponente dell’Asso
ciazione “Io resto in Calabria”. Ho pensato a Lei non solo per il Suo libro ma anche perchè, come Lei, sono un
grande estimatore del Prof Onida. Lo presenteremmo,
eventualmente alla Casa della Cultura di via Borgogna,3 Molti saluti Eugenio Critelli
Cara Benedetta, ho finito di leggere in questi giorni
il Suo libro dedicato a Suo padre. Grazie per avermelo
fatto conoscere.