Certo che a sentire i telegiornali e a leggere i quotidiani, difficilmente in questo pezzo di storia ci si inciampa. Per cui, piaccia o meno, la squadra d’assalto dei cronisti-scrittori di Chiarelettere è almeno una voce che a scartabellare ci va. In questo caso, ha agito Peter Gomez che nell’articolo Berlu-Sky: la vera storia racconta:
L’Iva agevolata sugli abbonamenti della pay-tv italiana è stata un trattamento di favore risalente al 1991 fatto dal ministero retto dal socialista Rino Formica e dal governo Andreotti a Silvio Berlusconi in persona [per quella che allora si chiamava Telepiù, fondata nel 1990 dal gruppo editoriale dell’attuale presidente del consiglio, ndb]. Non solo: dietro questo favore, secondo la Procura di Milano, c’era persino stato un tentativo di corruzione.
Finì tutto archiviato non avendo l’indagine ravvisato illeciti, ma intanto l’aliquota iniziale dell’Iva per le pay-tv era al 4 per cento nel 1991 e venne portata al 10 attuale nel 1995, durante il governo Dini. Il provvedimento venne “salutato” come un “atto di una campagna tesa a mettere in difficoltà la pay tv”.