Ettore Bianciardi l’aveva detto e lo ha fatto: non gli piaceva neanche un po’ la piega che aveva preso la fondazione intitolata a suo padre, il grande scrittore Luciano scomparso nel 1971, e così, esaurita la fase dei botta e risposta sui giornali, si è rimboccato le maniche e ha partorito con Marcello Baraghini la sua alternativa.
Alternativa battezzata con il nome di Riaprire il fuoco, dal titolo di un libro di Luciano Bianciardi Aprire il fuoco, e dedicata a un recupero della letteratura che sui giornali raramente ci finisce e che generalmente trova spazio in quasi nessuno – se non nessuno – degli ambiti classici in cui si dibattono le novità editoriali. Con il relativo blog, inoltre, vuole mantenere viva la discussione per arrivare a quello che viene chiamato il libro infinito. Obiettivo?
Non solo per recuperare la vera identità [di Bianciardi], ma anche per cercarne delle nuove, altrettanto critiche verso ogni forma di potere e vessazione e infine per aprire nuovi spazi di libertà, di fantasia e di passione civile, in primo luogo sulla Rete. Uno spazio di libertà per la cultura. Un luogo che dia voce a chi adesso non ce l’ha. Una ricerca di veri nuovi scrittori.
Sto facendo una tesi su Bianciardi, mi piacerebbe conoscere altri commenti sulla figura dello scrittore.