Vita o morte, civiltà o violenza

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In memoria di Piergiorgio Welby, alcune parole di Luca Coscioni (1967-2006) tratte da Il Maratoneta:

Noi chiediamo il confronto democratico sulla clonazione terapeutica, la libertà di ricerca scientifica, l’utilizzazione degli embrioni soprannumerari, l’eutanasia, la libertà e la responsabilità nell’assistenza personale ai disabili gravissimi, la terapia del dolore, così come tutto ciò che è stato espulso dal dibattito politico. L’onorevole D’Alema ci scrive chiedendoci di sospendere la nostra lotta, ritenendo che i nostri argomenti, proprio perché interrogano la coscienza individuale, sono “questioni che non si possono ridurre al campo di scontro in una campagna di per sé tesa e difficile”. All’onorevole D’Alema io rispondo che la politica, nel bene o nel male, è tutto questo. È vita o morte, civiltà o violenza. Alla violenza di questa cinica esclusione dei diritti fondamentali dei cittadini, rispondo io con il mio corpo, che gli oscurantisti, gli integralisti politici clericali e verdi, vorrebbero costringere in un gigante di pietra; risponde Emma con la sua sete di verità; rispondono i premi Nobel e gli scienziati.

Via Fronte della Comunicazione

2 thoughts on “Vita o morte, civiltà o violenza

  1. Mi associo al tuo invito estendendolo anche a chi radicale non è. Una battaglia come questa e come quelle di cui ha scritto Luca Coscioni vanno oltre l’appartenza partitica.

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