Riccardo Bocca, autore del libro Tutta un’altra strage di cui si è parlato un annetto fa, sul 2 agosto 1980 qualcosa da dire ce l’ha. Nonostante sul suo blog, Gli antennati, parli poco di ciò che fa e più spesso intervenga con post graffianti su altre notizie, un paio di giorni fa ha preso la tastiera per dire la sua a proposito di sangue e ipocrisia sulla strage di Bologna scrivendo:
Un paio di anni fa ho scritto un libro sulla strage di Bologna.
Un mucchietto di pagine dove documentavo come Fioravanti e Mambro avessero costruito una realtà virtuale per discolparsi dalla celeberrima bomba.
Raccoglievo anche la testimonianza di una signora che ha riconosciuto, nelle foto indicate dagli investigatori, Francesca Mambro come la ragazza presente davanti alla stazione di Bologna il 2 agosto.
Eccetera eccetera.Insomma: esce il libro e i programmucci mi vogliono in televisione.
Per buttarla in caciara, perché le polemiche piacciono, perché l’ufficio stampa fa il suo mestiere.Poi passano i giorni, le settimane, un anno, due anni, e la televisione ogni due agosto è costretta a ricordare gli 85 morti.
Ma come lo fa?
Continuando a dire che bisogna trovare la verità.
Perché la verità non c’è, porca miseria, non c’è.Faticosamente, molto faticosamente,
e raramente, invece,
si ricorda che cinque gradi di giudizio hanno costruito una sentenza credibile e scrupolosa (leggere per credere le 600 mila pagine di atti, miei cari pigroni).
Una fotografia che gronda sangue, e ancora sangue, e violenza infinita.Quello che manca, piuttosto, sono i mandanti.
Cioè: non mancano: ci sono i mandanti.
Manca il dito per indicarli alla pubblica piazza.