Il digitale, i giornali e l’oscillazione delle notizie

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Bernardo Parrella sottolinea una disattenzione a un argomento che, se sta facendo parlare al di là dell’oceano, da questo lato dell’Atlantico sembra persistere: quella per l’indagine Living and Learning with New Media recentemente pubblicata dalla MacArthur Foundation e incentrata sulle competenze tecniche e sociali che la fascia d’utenza più giovane della rete va sviluppando. E a proposito dell’eco italiana di questi e altri studi, sottolinea Bernardo:

Nonostante i molti anni trascorsi dalla genesi della Rete, per la stragrande maggioranza dei giornalisti (o presunti tali) nostrani urge piuttosto scrivere di nefandezze o gossip. E spingere le mode o i gadget del momento. Cosa c’è di più facile allora che sbattere variamente Facebook in prima pagina pressochè ogni dì? Preferendo alle necessità di spunti e riflessioni articolate, un approccio quasi sempre scandalistico, fuori contesto, inaccurato.

Sempre a proposito di rete, indagini e notizie, è poi interessante quando pubblica Miki Fossati nel post Perdere lettori facendo notare qualche stranezza nei suoi accessi – e qualche link inspiegabile, oltre che imbarazzante – in corrispondenza di testi che parlano del ministro Gelmini e del decreto sulla scuola.