- Vista puntata speciale di ER, «Il dottore dei miracoli»
- Finito «Visions» di Clive Barker
- Letto «Carrie» di Stephen King
- Letto «Sei delitti imperfetti» di Luciano Garofano
- Iniziato «New Thing» di Wu Ming 1
- Definito meglio il poliziotto e trovati alcuni pezzi per la colonna sonora
liberta’ di cultura
Shine On You Crazy Diamond
StandardRemember when you were young, you shone like the sun.
Shine on you crazy diamond.
Now there’s a look in your eyes, like black holes in the sky.
Shine on you crazy diamond.
You were caught on the crossfire of childhood and stardom,
blown on the steel breeze.
Come on you target for faraway laughter,
come on you stranger, you legend, you martyr, and shine!
You reached for the secret too soon, you cried for the moon.
Shine on you crazy diamond.
Threatened by shadows at night, and exposed in the light.
Shine on you crazy diamond.
Well you wore out your welcome with random precision,
rode on the steel breeze.
Come on you raver, you seer of visions,
come on you painter, you piper, you prisoner, and shine.
About NoSCOpyright
StandardDa Il Manifesto del 15 settembre, una recensione a NoSCOpyright.
Il diritto d’autore alla sbarra
Un libro sulla querelle giudiziaria contro la Ibm che usa Linux
Arturo Di Corinto
Il 6 marzo 2003 la Santa Cruz Operations (Sco) cita in giudizio Ibm per violazione delle norme contrattuali nell’utilizzo del «suo» codice proprietario nel kernel diLinux nella convinzione che questo sistema operativo sia un derivato di Unix di cui l’azienda attraverso un gioco di scatole cinesi rivendica i diritti. La comunità del software libero insorge e Ibm reagisce negando di aver violato alcun segreto commerciale. Sco rilancia annunciando la fine della vendita di Linux essendo un «derivato non autorizzato di Unix» e afferma che il suo utilizzo «improprio» potrebbe costare caro anche agli utenti finali. A questo punto gli utenti di Linux si autodenunciano, ma Eben Moglen, legale della Free Software Foundation, interviene spiegando che mai e poi mai un utente finale di Linux potrebbe essere più responsabile di chi legge un libro fotocopiato senza autorizzazione.
Da allora si sussegue una fitta girandola di avvenimenti. Le parti in causa cominciano la guerra dei comunicati, fino al momento in cui Sco pubblica la lista dei file che sarebbero codice di sua proprietà, venendo smentita proprio da Torvalds (il «padre» di Linux) che afferma di aver scritto personalmente i files. La saga però continua, come pure i colpi di scena, quando grazie a un’inchiesta condotta dallo studioso Eric Raymond si scopre che Sco ha ricevuto 50 milioni di dollari da una società di capitali di rischio controllata da Microsoft, la Baystar, per continuare la battaglia legale contro Ibm. Invitata dai giudici a mostrare i documenti che proverebbero la frode di Ibm, Sco Group si rivela inadempiente. Il 3 marzo 2004 viene diffuso il documento Halloween X: follow the money che ricostruisce il percorso di 68,5 milioni di dollari trasferiti da Microsoft a Sco a titolo di finanziamento per le spese legali.
La discesa in campo di Microsoft, interessata a contrastare lo sviluppo e l’utilizzo del sistema operativo che rischia di scippargli il monopolio nel software di base, non è l’ultimo motivo per cui il gruppo Nmi (Non Maskable Interrupt) ha deciso di pubblicare in Italia nei tipi di Stampa Alternativa il libro NoSCOcopyright. Il caso Sco contro Linux (pp 150, ¤ 10) in cui viene ricostruita tutta la vicenda, una «storia esemplare delle distorsioni in tema di ‘proprietà intellettuale’ che le grandi multinazionali vanno operando ai danni degli stessi consumatori loro clienti» e «per denunciare uno dei più clamorosi casi di malaffare informatico degli ultimi dieci anni». (www.nmi-club.org).
Il libro è un’opera meritoria – di controinformazione si sarebbe detto un tempo – fatta con precisione e dovizia di particolari a favore di tutta la comuità del software libero, perché ricostruisce la vera storia di Linux a discapito delle pretese proprietarie di Sco, a cominciare dai natali e dalle evoluzioni di un grande sistema operativo, lo Unix, che ha appena compiuto i 35 anni di vita, e che venne scelto come base di servizio per la primitiva Internet (Arpanet); ma anche perché dimostra come per ragioni politiche ed economiche le lobby finanziarie abbiano sempre cercato di influenzare lo sviluppo degli standard di comunicazione nell’informatica e nelle telecomunicazioni.
Il libro poi è anche una storia esemplare di come una comunità, quella del software libero, che, pur numerosa, non ha mai avuto i mezzi né di Gates né della finanza mormone – fra i protagonisti della vicenda – sia riuscita a tenere testa alle major dell’informatica che hanno cercato di snaturare una delle più interessanti avventure intellettuali del secolo appena concluso: non Linux, ma la costruzione della sua comunità.
La guerra delle parole
StandardRaymond non è proprio un autore che mi entusiasmi e, come sostiene Paolo Rossi, chi è nato per far parte di una minoranza morirà in minoranza. Ma il saggio Terminology Wars: A Web Content Analysis risulta piacevole. Non sarebbe male ripetere l’analisi che ESR ha condotto per verificare ciò che ha desunto. Perché, come diceva Nanni Moretti, “le parole sono importanti: chi parla male, pensa male e vive male”.
Tenerezze tra fratellini
StandardProspettive
StandardOttimo fine settimana ad Avellino alla giornata del software libero in Irpinia. Prospettive interessanti di lavoro tra le varie realtà coinvolte.
Tornando e smazzando un migliaio di messaggi di posta arretrati, ho trovato un interessante thread sulla mailing list di Eymerich. Oggetto: The Bilderberg Group – The Invisible Power House.
Letti due libri. American Acropolis di William Gibson (lettura difficoltosa e lentissima, decisamente meglio altri suoi romanzi) e Come si scrive un giallo di Patricia Highsmith (poco utile, molto meglio i libri di Chuck Palahniuk).
NoSCOpyright
StandardNoSCOpyright. Il sito dell’NMI_Club.